La “mente” del modello livornese. «Luca sindaco, un’idea vincente» Il Tirreno – .

La “mente” del modello livornese. «Luca sindaco, un’idea vincente» Il Tirreno – .
La “mente” del modello livornese. «Luca sindaco, un’idea vincente» Il Tirreno – .

Chissà che lo slogan scelto per l’ultima campagna elettorale, “Side by side”, non sia anche un po’ autobiografico. Perché basta guardare le foto pubbliche di Luca Salvetti per scoprire che lui è sempre lì accanto al sindaco, quasi mai davanti, ma sempre al suo fianco. Precisamente. Da cinque anni Alessio Ciampini è lo spin doctor di Salvetti, ideologo del modello livornese “insieme al compianto Giorgio Kutufà”, capace di intuire nel 2018 che era necessario cambiare il sistema, altrimenti il ​​grande partito – di cui Ciampini è membro Basta essere nell’assemblea nazionale – ha rischiato un altro mascalzone (pesante sconfitta ed) dopo quello di cinque anni prima. Il 40enne, diploma classico e laureato a Pisa, allenatore di Lorenzini, esulta per la vittoria di oggi e guarda avanti.

Partiamo da quando ha chiamato Salvetti mentre era al Festival di Sanremo per proporre la sua candidatura?

“A dire il vero avremmo dovuto iniziare qualche mese prima, quando è nata l’idea”.

Dicci.

«Nel giugno del 2018 in un dibattito al quale parteciparono tutte le forze del centrosinistra: Pd, Paolo Bruciati, poi Buongiorno Livorno e Andrea Raspanti che poi avrebbe fondato Futuro».

Qual era l’obiettivo?

«Allargare la colazione, un primo tentativo di dialogo nel centrosinistra dove si capisce che la formula che poteva rappresentare qualcosa di nuovo per la sinistra livornese era quella di allagare il perimetro puntando sulla civiltà».

Chi fa il primo passo?

«Il Partito Democratico, quando nel febbraio successivo firmò un documento in cui cambiava la sua linea politica: no al nuovo ospedale di Montenero (che aveva portato alla sconfitta cinque anni prima ed) e il superamento dell’inceneritore. In questo piano era necessario un federatore per tenere insieme le forze progressiste della sinistra”.

E nasce Luca Salvetti sindaco?

«Abbiamo pensato a una personalità civica che potesse avere le caratteristiche giuste per raccogliere maggiori consensi al di fuori del partito, la novità stava nella persona che poteva rappresentare più della somma dei partiti».

Perché lo stesso Salvetti?

«Per la sua storia e le sue caratteristiche poteva parlare alla sinistra del Pd e ai moderati. Non è un estremista. Anche lei è una persona innamorata della città. Infatti è stato subito definito il sindaco della porta accanto: risponde a tutti, raggiunge tutti e ha sempre il sorriso per tutti. Lo slogan “Side by side” è la declinazione del suo stile popolare nel doppio senso: di popolarità ma anche di chi si mette le mani nei problemi”.

Ma puntare su una persona che non aveva mai fatto politica attiva non era un rischio visto come era finita cinque anni prima?

«Potrebbe essere, ma il Pd in ​​primis e le forze della coalizione potrebbero colmare questo rischio e bilanciarlo. Ricordiamoci che c’è una squadra che governa. E l’amministrazione è composta da tante personalità e professionisti. Il sindaco non è l’unico responsabile. E la squadra è stata premiata”.

Giugno 2019, giugno 2024. Piazza Grande. Sono due foto praticamente identiche. Salvetti davanti esulta e lei fa un passo indietro. L’unica differenza è che cinque anni fa era notte perché lo spoglio avveniva dopo lo scrutinio e lunedì scorso avveniva di giorno.

«Ho in mente le due foto»

Non le dà fastidio essere sempre un passo indietro?

«Assolutamente no, il ruolo di Luca è il più difficile e poi ho grande rispetto per quello che fa. Ecco perché fare un passo indietro non è faticoso. Non ho bisogno di protagonismo, di rilasciare interviste o di dettare la linea politica. Io e tutto il gruppo di lavoro che è con Luca siamo a sostegno”.

È stato complicato?

«No, perché uno dei suoi punti di forza è che ascolta. Avete un modo di lavorare che coinvolge sia lo staff che il Comune”.

Torniamo all’ultima campagna elettorale, quando hai capito che potevi vincere al primo turno?

«Nelle ultime tre settimane è successo qualcosa di speciale. Quando andavamo in giro era continuo, la gente ci fermava: “Vai Luca”. Ogni giorno la gente entrava nel comitato elettorale e cercava Luca. E non erano soggetti politicizzati. Ma gente comune. Ci siamo guardati e abbiamo detto: “Possiamo vincere al primo turno”. Quei segnali furono l’inizio dell’ondata che portò Salvetti alla rielezione. Qualcuno ha criticato, ovviamente, ma anche loro si aspettavano risposte da Luca, non da altri”.

Dicci la verità: hai fatto un sondaggio e non l’hai detto?

«Nessun sondaggio. Glielo direi.”

Almeno hai festeggiato?

“Dobbiamo ancora festeggiare, stiamo organizzando una cena con tutta la coalizione”.

Chi paga?

“Ognuno per sé, ovviamente.”

Ci suscita qualche curiosità?

“Cerco”.

Quante volte al giorno parlavi con Salvetti?

«Non so quantificarli (ride ed), diciamo diverse ore al giorno.”

Come si chiama la chat della campagna elettorale??

«Salvetti 2024, non è molto originale».

Potrebbe essere l’unico?

«Non svelano tutti i segreti della vittoria. Diciamo che erano una ventina. Video, eventi, coalizione, logistica, amministrazione. E poi quelle delle singole liste”.

Lei era in tutti loro?

«In quelli dove era necessario che fossi».

Ha una vita privata?

«Sì, ho un compagno con cui convivo da sei anni».

Difficile gestire tutto?

«Sappiamo separare per noi giornate caotiche da momenti. La sera cercavo sempre di staccare. E ho cercato di organizzarmi con gli impegni di Luca: quando lui era libero, io ero fuori».

Mai incasinato?

«Solo una volta, per il mio 40esimo compleanno, furono i giorni della cena ai Bagni Fiume. Ho organizzato tutto e sono andato a Manchester per 36 ore”.

Ci racconta un pregio e un difetto del sindaco?

«La qualità di ascoltare tutti e riuscire a concretizzare le risposte. Un difetto che si butta a capofitto nelle cose. E sembra impulsivo.

Come direbbe l’interessato, si mette un sorriso sul volto?

«Esattamente, ma è anche questo il bello».

Secondo lei dove hanno sbagliato i rivali del candidato del centrosinistra??

«Hanno personalizzato troppo la campagna elettorale contro Salvetti, cercando di denigrarlo senza proporre una città alternativa. Attaccandolo anche con la storia del mestiere di giornalista, lo hanno reso più simpatico e non lo hanno indebolito”.

Che consigli si sente di dare al sindaco per i prossimi cinque anni?

«Per andare avanti con i progetti avviati: ospedale, Darsena Europa, cavalcavia. Insomma, progettare la città senza fermarsi”.

C’è chi dice che l’unica idea del sindaco fino ad oggi è stata quella di istituzionalizzare la rivolta con l’estate più lunga del mondo.

«Livorno è più viva, ricca di eventi di ogni genere. Dobbiamo guardare al tutto. È un buon inizio, ma ci vorranno anni per offrire un’offerta turistica integrata”.

Ogni volta si parla di lei come possibile consigliera. Cosa farà da grande?

«Quello che faccio, sono un manager che si occupa di sicurezza, personale e rapporti sindacali. La politica è quella parte di drone e passione che svolgo come volontario”.

Tra cinque anni candidato civico o torneremo esponente di partito?

«La risposta è la stessa della domanda: possiamo scegliere. Non esiste una ricetta preconfezionata, in cinque anni cambiano tante dinamiche, cambiano i partiti, le persone, sicuramente il viatico sarà quello di essere seri e incisivi come lo siamo stati negli ultimi cinque. Se si è governato bene, il nuovo parte da basi solide”.

 
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