Reggio, la cooperativa Rom del 1995 “rinasce” come gli oggetti e gli arredi del nuovo Centro del Riuso – .

Lo spazio “Dona e ricicla” si legge proprio all’ingresso del Centro del Riuso della cooperativa Roma 1995 inaugurato questo pomeriggio nei beni confiscati di Condera, Reggio Calabria, che la stessa cooperativa gestisce dal 2000.

Un invito ai cittadini a donare oggetti e arredi in buono stato che avranno nuova vita nei laboratori di restauro, falegnameria e tappezzeria, riducendo anche i rifiuti che finiscono in discarica. Un invito che contiene il senso di questa esperienza che oggi riparte nel nome dei valori originari. Restano il rispetto dell’ambiente, la legalità, essendo il primo bene confiscato assegnato nel comune di Reggio Calabria nel lontano 2000 con Italo Falcomatà sindaco, e l’integrazione sociale delle persone di etnia rom attraverso il lavoro.

La sala riunioni dedicata alla memoria dell’ingegner Tommaso Marino, generoso amico e collaboratore della cooperativa Rom 1995 scomparso qualche anno fa, in occasione di questo momento inaugurale, era gremita. Erano presenti le massime autorità cittadine, il consiglio comunale con il sindaco Giuseppe Falcomatà, il consigliere regionale Giovanni Muraca, l’arcivescovo di Reggio-Bova monsignor Fortunato Morrone, una nutrita rappresentanza degli attori impegnati nel terzo settore reggino.

L’incontro è stato aperto dal presidente della cooperativa Rom 1995, Domenico Modafferi, che si è soffermato sulla lunga storia di questo primo bene confiscato destinato a fini sociali nel Comune di Reggio Calabria e sull’esperienza condotta dalla cooperativa Rom 1995 fin dai primi anni Anni 2000.

Un racconto intenso accompagnato da un video che ha preceduto la serie di interventi avviati da Consuelo Nava, che con il laboratorio Abitalab del Dipartimento di Architettura e Territori dell’Università del Mediterraneo, e con l’associazione Pensiero meridiano presieduta da Francesco Mangano, ha fornito consulenza scientifica per il progetto. Prezioso è stato il contributo della prima laureata in Design di Mediterranea, la giovane timida e talentuosa, Siria Mangiulli.

Il Centro del Riuso, originariamente il centro di raccolta differenziata che sarebbe stato realizzato al secondo piano dell’edificio confiscato quando la cooperativa effettuava la raccolta dei rifiuti ingombranti, ora è stato realizzato al piano terra grazie al finanziamento di 400mila euro del Fondo Comune, con i fondi del Pon Metro 2014/2020, e con un grande lavoro da parte dei dipendenti della cooperativa stessa. La cooperativa ha usufruito anche di un finanziamento attraverso il bando Resilienza.

«Oggi siamo qui a inaugurare questo centro del Riuso, le sue aule formative, questa sala riunioni, i laboratori e il nostro showroom. Così la nostra cooperativa, che con grandi difficoltà è riuscita a non chiudere, riparte con entusiasmo. Confidiamo che i cittadini vogliano sostenere la nostra esperienza dimostrando di continuare a credere in noi e nei valori che ancora ci ispirano. Facevo il doposcuola con i rom del quartiere 208 Barre prima che fosse smantellato. Nacque allora l’idea di riscattare attraverso il lavoro le persone che vivevano in quel degrado e che desideravano una vita diversa. Ora la nostra strada si apre alla donazione di oggetti di cui allunghiamo la vita per ridurre i rifiuti, in un circuito di piena trasparenza e legalità. Con il dono andremo avanti esattamente come con il dono delle famiglie Scrivo, Bonocore e del liceo scientifico Alessandro Volta che inauguriamo oggi. Sono oggetti donati anche da loro per essere già restaurati e per essere esposti nel nostro showroom.” Così Domenico Modafferi, presidente della cooperativa Roma 1995.

 
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