Roma-Torino, 31 anni fa la sconfitta più dolce che sia mai esistita – .

31 anni fa la sconfitta nel ritorno della finale di Coppa Italia che regalò al Torino l’ultimo trofeo della sua storia: dalla poltrona in cielo di Amsterdam, al cambio di proprietà, fino al trionfo a Roma

Simone Napoli

19 giugno 2024 (modificato il 19 giugno 2024 | 21:48)

Sembra che sia passato un secolo da allora 19 giugno 1993, data dell’ultimo trofeo vinto dal Torino. Erano tempi diversi, erano altri giocatori, ma erano soprattutto altri uomini che erano certamente figli di quegli anni in cui il calcio italiano dominava in Europa, il nostro Paese era visto come l’Eden del calcio, e campioni del calibro di Maradona, Ronaldo il Fenomeno, Matthaus, Gullit, Rui Costa, Savicevic, Batistuta e chi più ne ha più ne metta. Quello Torino era guidato dall’eterno Emiliano Mondonicoe in quel giorno di fine giugno il Toro ha toccato per l’ultima volta le vette d’Italia, regalando la gioia ai fedelissimi granata dopo che quelle brutali postazioni di Amsterdam, appena un anno prima, avevano negato loro la gioia Coppa Uefa.

INTRODUZIONE

29 aprile 1992. Una data rimasta amaramente impressa nella mente dei granata, data che purtroppo coincide con l’inizio del periodo di depressione del Toro. Quella partita in terra olandese che avrebbe potuto portare la squadra di Mondonico nell’Olimpo europeo segnò invece la fine di un’epoca davvero florida e ricca di soddisfazioni. Nel giugno di quell’anno, un Toro disperato ancora traumatizzato da quello 0-0 contro l’Ajax che portò alla storica protesta della poltrona di Mondonico, la disastrosa situazione economica societaria costrinse il presidente Borsano a smantellare quella squadra di stelle guidata da Gigi Lentini, Martin Vazquez, Benedetti, Roberto Cravero e tanti altri, svenduti per risanare le casse del club.

Un mercato dunque fortemente influenzato da questa condizione di emergenza: sono arrivati ​​gli uruguaiani Carlos Alberto, detto Pato, Aguilera, il centravanti romano Andrea Silenzi arrivato dal Napoli e il centrocampista tuttofare Daniele Fortunato dal Bari. Il preludio alla stagione 1992-1993 non sembra dei migliori, ma i mormorii di piazza si scacciano con l’inizio del campionato: il Torino vola infatti in campionato, ferma il Milan di Capello ed è ancora imbattuto Alla nona giornata, l’unica turbolenza fu l’eliminazione agli ottavi di Coppa UEFA contro la Dinamo Mosca nel novembre 1992. Tutto cambiò dopo il derby perso 1-2 per autogol di Venturin al 91′: da quella sconfitta i Granata faticarono rimanere al primo posto, riuscendo comunque a mantenere il secondo posto fino a Natale. All’inizio del 1993 il Toro raccolse appena 2 punti nelle prime 4 partite, arrivando ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Lazio in un clima che non poteva essere più teso: intanto continuavano le voci di una cessione della squadra. sullo sfondo e sui giornali. All’andata i Granata riuscirono a strappare un bel 2-2 contro avversari del calibro di Gascoigne, Signori e Neri (quest’ultimi autori del provvisorio 2-0) e dell’ex Cravero, di cui passò al braccio la fascia di capitano. di Fusi che, dopo essersi procurato il rigore realizzato da Signori, ha segnato prima dell’intervallo il gol del 2-1 che ha caricato una squadra del Toro che nel finale ha pareggiato con Scifo. Nella settimana intermedia tra l’andata e il ritorno, però, Borsano riuscì a vendere il Torino per 12 miliardi di lire a Roberto Goveani, notaio di 35 anni la cui presidenza durò solo un anno. Nella gara di ritorno, in un Delle Alpi nuvoloso davanti a soli 13.655 spettatori, grazie al rigore parato da Marchegiani, il Torino chiude il primo tempo 1-0, Casagrande e Sordo salgono 3-0 nella ripresa, ma soffrono terribilmente. nel finale: Signori e Winter firmano un uno-due che travolge il Toro che riesce a salvarsi nel finale. La semifinale si gioca contro la Juventus.

L’andata si giocherà il 9 marzo, giorno del compleanno di Mondonico. Il Toro è orgoglioso e a tratti dominante, ma anche sfortunato: Sergio regala un rigore alla Juve che Baggio trasforma, poi Mondo getta nella mischia Paolino Poggi che in poco più di un quarto d’ora dopo raccoglie la torre di Casagrande e segna subito l’1- 1 gol. Un punteggio che regge anche grazie alle parate di Torricelli da una parte e Marchegiani dall’altra. “Disegna e disegna. Tutto rinviato al 31 marzo” si legge su La Stampa del giorno dopo. In un Delle Alpi ancora più pieno di quello dell’andata, i bianconeri passano in vantaggio con un rocambolesco autogol di Marchegiani, sfortunato nel deviare di spalle nella propria porta che chiude i primi 45 minuti. Mondo sceglie ancora una volta la carta Poggi che, ancora una volta, punisce la Juventus. Ritmi serratissimi, 1-1 significa supplementari, ma nessuno dei due vuole chiuderla: Ravanelli inganna i suoi riportando in vantaggio la Juve, ma non c’è tempo per festeggiare prima che il Toro si rilanci in attacco: Poggi restituisce palla a Casagrande che custodisce la palla nel fazzoletto e con un tocco serve l’inserimento di Aguilera che davanti a Peruzzi non sbaglia. Il 2-2 regala la finale al Torino che nel finale incontra la Roma di Boskov.

Il periodo che ha preceduto la finale contro la Roma è stato però molto turbolento: dopo la gioia della semifinale, il Torino è crollato verso la fine del campionato e ha vinto solo una delle ultime 9 partite di campionato – proprio contro la Roma per 4-5. – ed è stato oggetto delle proteste dei tifosi dopo lo 0-5 contro il Cagliari. La finale di Coppa Italia, tradizionalmente giocata dopo la fine del campionato, è arrivata il 12 giugno con l’andata a Torino: i Granata con il solito 3-4-1-2, Marchegiani, Bruno, Fusi e Annoni in difesa, Mussi, Fortunato, Sordo e Venturin in mediana con Scifo dietro Aguilera e Silenzi. Giallorossi senza Caniggia, squalificato per doping, e i primi due portieri, entrambi squalificati: in porta ha giocato Fimiani, il portiere della Primavera che, nella sua sfortunata apparizione, ha raccolto tre palloni da fondo rete contro lo zero di Marchegiani. Silenzi, Cois e Fortunato segnano il 3-0, due acquisti di quel mercato estivo dal Torino fanno esplodere di gioia il Delle Alpi e Mondonico che, al posto della poltrona dell’anno prima, alza i pugni al cielo in segno di festa. “È un 3-0 che dovrebbe bastare. Ultimo brivido quando un petardo ha colpito Fortunato al petto, ma senza conseguenze. commentava La Stampa del 13 giugno 1993. Tutto rimandato a Roma, 19 giugno 1993.

LA PARTITA

Al Torino mancavano 90 minuti per vincere la Coppa Italia. L’ultima vinse nel 1971 dopo i calci di rigore nello spareggio contro il Milan di Rivera. Una Roma infuriata, pronta a tendere la trappola più beffarda ai Granata, accolse il Toro in un’atmosfera infuocata: più di 60mila persone crearono un’aura particolare. Sappiamo che la passione della Roma è forte, ma in quella particolare occasione tra i giallorossi regnava una certezza particolare. Protagonista assoluto della partita non è stato un giocatore, ma l’arbitro Sguizzato, l’ultimo arbitro della sua carriera. Solo lui ha visto il fallo di Cois su Carnevale che è valso il rigore ai giallorossi: Giannini non sbaglia dagli 11 metri. È 1-0 a Roma. Ma i granata non si lasciano prendere dal panico e puniscono l’atteggiamento ultra offensivo della squadra di Boskov siglando l’1-1 con il romano Silenzi: Scifo semina panico nella trequarti e inserisce l’ex attaccante del Napoli, controllo da seguire per preparare la partita. il diagonale vincente che bacia il palo e gonfia la rete. Per vincere la Coppa alla Roma servirebbero 4 gol. Sembra fatto.

Nella ripresa, però, succede di tutto. Vince un giovanissimo Mihajlovic che mette un corner sulla testa di di Rizzitelli che di testa realizza il 2-1. Tre giri d’orologio e i gol romanisti diventano 3: Mussi commette fallo nella propria area e Giannini, per la seconda volta a tu per tu con Marchegiani, non sbaglia spiazzando il numero 1 granata. Ma non è vero Toro senza soffrire: al 53′, infatti, Silenzi toglie le castagne dal fuoco per il Torino, il pennello grande, come lo chiamavano allora per le sue lunghe leve, manda di testa la palla dalla parte di Fortunato. È 3-2 con 3 gol segnati in 6 minuti, ma lo spettacolo non finisce certo qui. Carnevale crolla ancora nell’aria: Giannini riceve un altro regalo da Sguizzato e segna la tripletta, la prima in carriera, su rigore, portando il risultato sul 4-2 al 55′. Passati 10 minuti di tregua prima che, dopo l’ennesimo dubbio fallo fischiato dal fischietto veneziano, Sinisa Mihajlovic realizzasse una perla di rara bellezza su punizione da 30 metri che lasciò pietrificato Marchegiani. Mancava ancora mezz’ora. Marchegiani, capitan Fusi, Cois, Bruno e tutta la compagnia granata si ritrovano davanti alla sua porta per tutelarsi da una sconfitta importantissima che ricompenserebbe quella squadra Dannazione che, forse più di ogni altra squadra, è caduta e si è rialzata, trascinata da quel Vecchio Cuore Granata, da quello spirito che solo quella maglia può dare. E così, dopo 96 minuti di agonia, in un’arena che sembrava teletrasportata dall’epoca degli antichi romani, il Torino vinse la Coppa Italia, Mondonico trovò sollievo in quella storica sconfitta, la più dolce della storia granata.

Quel Toro era troppo più forte di tutto e di tutti – pronunciato Mondo – nemmeno tre rigori sono riusciti a domarci” ha ricordato postumo lo storico allenatore del Torino, che nel tumulto post partita, tra la gioia dei granata e l’amarezza dei giallorossi, ha riportato anche una microfrattura alla mano mentre “Ricordo una bellissima serata. Il momento più alto della mia carriera al Torino. Purtroppo poi iniziarono gli anni difficili, questa fu l’ultima felicità che potevamo dare e avere” ha concluso Mondonico.

IL RISULTATO DI ROMA-TORINO

ROMA – TORINO 5-2 (1-1)

Roma: Fimiani, Garzya, Piacentini (al 93′ Salsano), Bonacina (al 90′ Muzzi), Benedetti, Comi, Mihajlovic, Häßler, Carnevale, Giannini, Rizzitelli. Disponibile: Di Maggio, Petruzzi, Bernardini. Allenatore: Boschov.

Torino: Marchegiani, Bruno, Mussi, Fortunato, Cois, Fusi, Sordo (al 90′ Falcone), Venturin, Aguilera (al 77′ Casagrande), Scifo, Silenzi. Disponibile: Di Fusco, Zago, Poggi. Allenatore: Mondonico.

Arbitro: Sguizzato da Verona.

Reti: Giannini 22′ rig, 50′ rig, 55′ rig (R), Silenzi 45′, 53′ (T), Rizzitelli 47′ (R), Mihajlovic 65′ (R).

Avvertito: Giannini, Sordo, Benedetti, Carnevale, Silenzi e Bonacina.

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