Secondo le indagini di Direzione Distrettuale Antimafia di NapoliOscar Pecorelli, classe 1979 e detenuto dal 2010 per omicidio, avrebbe reinvestito capitali illeciti nel settore della pelletteria, tra le altre attività come l’usura e il commercio di orologi di lusso. Di recente, è stato oggetto di un decreto di sequestro firmato dai pm della Procura guidata da Nicola Gratteri. Le indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e dal Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria hanno rivelato che Pecorelli, nonostante la detenzione, ha continuato a gestire affari illeciti tramite un telefono “segreto”, influenzando le attività criminali nell’area di Miano, da tempo dominata dal clan Lo Russo, detto i “Capitoni”.
Durante le intercettazioni militari delle Fiamme Gialle, è emerso che uno dei “personaggi” di Pecorelli aveva proposto un accordo relativo ad Avellino durante un “vertice” telefonico con il boss del carcere di Opera. L’operazione sembrava mirata a distogliere l’attenzione da Napoli ed evitare collegamenti diretti con aziende precedentemente coinvolte in operazioni di falsa fatturazione, che coinvolgevano cartiere per milioni di euro.
Sono ancora in corso le indagini della Dda di Napoli, che si concentrano anche su una società con sede in provincia di Avellino potenzialmente coinvolta nell’affare, e legata al soggetto che aveva fatto da consulente a Pecorelli durante il “vertice” di camorra.
L’Irpinia ha un passato di legami con il clan Lo Russo, evidenziato dalla cattura nel 2014 di Luigi Russo, affiliato al clan e ricercato per tentato omicidio e associazione a camorra. Questo collegamento continua a influenzare eventi come l’operazione “Snake” del 2018, dove i capi clan furono coinvolti nel traffico di droga attraverso la Spagna, destinata alle province di Napoli e Avellino.
