VUOLE IL METADONE E MARCHIA IL COLTELLO CONTRO I GESTORI DEL SERD DI MATERA – .

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Il protagonista è un tossicodipendente condannato di 42 anni, arrestato dalla polizia dopo un vano tentativo di fuga

La Polizia di Stato di Matera ha arrestato in flagranza di reato un uomo materano di 42 anni, con condanna penale per tentata estorsione, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e detenzione ingiustificata di arma da taglio. Nello specifico si trattava di un coltello da cucina, con una lama di circa 15 cm. I fatti risalgono alla mattina del 20 giugno, quando il personale medico in servizio presso il locale Ser.D. (Servizio Dipendenze Patologie dell’Azienda Sanitaria Locale) ha riferito al 113 che un uomo era impazzito, minacciando di ucciderli e di distruggere gli arredi con una sbarra di ferro, per ottenere un’ulteriore dose di metadone (oppioide sintetico utilizzato nelle terapie mediche per ridurre la dipendenza dalla tossicodipendenza). Nel frattempo, dopo che gli addetti alla sicurezza erano riusciti, con non poche difficoltà, a farlo uscire, l’uomo aveva estratto dalla borsa a tracolla un grosso coltello da cucina, che aveva prima puntato contro i presenti e poi utilizzato per danneggiare un’auto lì presente. parcheggiato. Quando sul posto sono arrivati ​​diversi equipaggi della Squadra Mobile e della Squadra Mobile, l’uomo si era già allontanato a piedi. La fuga, però, è durata poco, poiché è stato avvistato a poca distanza, grazie a numerose segnalazioni di cittadini che lo avevano notato correre brandendo l’arma. Quando è stato fermato nei pressi del parco Giovanni Paolo II, aveva già smaltito il coltello, gettandolo in un bidone della spazzatura. Ma ciò non è bastato, poiché non è sfuggito alla perquisizione effettuata dagli agenti di polizia. Così, l’uomo è stato dichiarato in stato di arresto e, su ordine del Pubblico Ministero di turno, condotto nel locale carcere, in attesa del giudizio di convalida. Successivamente il GIP, dopo aver convalidato l’arresto, ha confermato la custodia cautelare in carcere. Il tutto, naturalmente, nel rispetto dei diritti dell’indagato, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica processuale, allo stato attuale, salvo ulteriori accertamenti e in pendenza di giudizio.

 
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