«Violentata dalla banda dopo una serata tra amici» – .

«Violentata dalla banda dopo una serata tra amici» – .
«Violentata dalla banda dopo una serata tra amici» – .

PERUGIA – Un incubo, di quelli che tolgono il fiato. Ma che rivivi continuamente, raccontando ogni dettaglio per esorcizzarlo. Perché è terribile dover dire di essere stata violentata e da due persone sconosciute, anche se riesci a mandarle subito in prigione. Dopo essere stata quasi braccata e poi presa con violenza senza poter opporre altra resistenza se non le lacrime.

È quanto ha detto la ragazza di 18 anni, arrivata ieri mattina presto in ospedale, spiegando di aver subito violenza sessuale. Chi l’ha incontrata nei reparti, dal pronto soccorso alla ginecologia, l’ha notata perché non smetteva di parlare, di raccontare, di spiegare. Probabilmente cercando di trovare una ragione a ciò che aveva subito dopo una serata trascorsa con gli amici in discoteca. Fino a quando rimase sola e venne avvicinata e poi aggredita da alcune persone che non aveva mai visto. Il quale, non è il caso di soffermarsi sui dettagli, l’ha costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà, con la forza e con minacce. Minuti, ore di paura e lacrime, finché non è riuscita a restare di nuovo sola e ha iniziato a vagare per le strade in cerca di aiuto. E dopo alcuni uomini orco, di età diverse ma con lo stesso disprezzo per la vita altrui, che non l’hanno ascoltata disperata e dolorosa No, ha trovato lungo la strada una donna angelo che l’ha aiutata a chiedere aiuto.

È arrivata così a Santa Maria della Misericordia, dopo l’incubo vissuto alla periferia di Perugia e una serata iniziata con gli amici in discoteca. Si è conclusa con due uomini, di 34 e 69 anni, entrambi di origine albanese, che l’hanno violentata, nel corpo e nell’anima. Secondo il suo racconto, è stato il più grande ad avvicinarla all’uscita del locale, offrendosi di chiamarle un taxi. Ma con una scusa la convinse invece a seguirlo a casa sua, non lontano da lì. E dove c’erano altri tre uomini, tra cui il 34enne che l’ha violentata subito dopo la 69enne, mentre gli altri non hanno mosso un dito per difenderla. La ragazza ha anche raccontato ai medici e alla polizia di essere stata costretta a fare uso di cocaina, finché non le è stato permesso di lasciare l’appartamento. Cosa che la diciottenne, nonostante lo choc, il dolore, la vergogna per essere stata usata come una bambola o come carta straccia, ha evidentemente potuto indicare alla squadra mobile, guidata da Maria Assunta Ghizzoni, che lo stesso giorno ha proceduto arrestare i due, accusati di violenza sessuale aggravata. Ma non solo. Perché durante la perquisizione dell’appartamento dell’orrore sono stati rinvenuti oltre 6 grammi di cocaina e quasi 18 grammi di hashish, oltre ad una bilancia di precisione. L’indagine, coordinata dalla Procura diretta da Raffaele Cantone, si è poi spostata in una vicina abitazione, utilizzata da un 24enne, anche lui di nazionalità albanese e ritenuto uno dei testimoni della violenza sessuale, dove oltre duecento grammi di Sono stati rinvenuti cocaina, ben 19.530 euro in banconote di vario taglio e una pistola Beretta calibro 765 con 5 colpi nel caricatore. Il giovane è stato poi arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e detenzione abusiva di arma da fuoco. Insieme agli altri due è finito nel carcere di Capanne, mentre all’interno del primo appartamento sono intervenuti anche gli specialisti del Gabinetto provinciale della Polizia scientifica, che hanno lavorato alle indagini e alla raccolta di tracce biologiche riconducibili alla violenza sessuale denunciata. La ragazza, originaria di Perugia, è uscita dall’ospedale con ferite giudicate guaribili in 20 giorni. Ma solo quelli sul suo corpo. La sua anima lacerata impiegherà più tempo.

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Il Messaggero

 
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