Pasquino e le storie del narcotraffico – .

Pasquino e le storie del narcotraffico – .
Pasquino e le storie del narcotraffico – .

REGGIO CALABRIA Racconta di viaggi in elicottero in Brasile dove andava «a fare da garante», chili di droga nascosti «nella chiglia delle navi con i palombari», scontri in carcere con il superboss della ‘ndrangheta Rocco Morabito, detto “Tamunga”, insieme al quale è stato catturato nel 2021. È una storia che si sofferma su episodi molto specifici e con dovizia di particolari quella di Vincenzo Pasquino, ritenuto «una branca in Brasile della cosca di ‘ndrangheta della Nirta di San Luca». Il 33enne, ex latitante, e coinvolto nell’inchiesta “Eureka” sul narcotraffico dal Sud America all’Europa, ha deciso di collaborare con la giustizia raccontando ai magistrati i dettagli di un sistema messo a punto da un’organizzazione transnazionale dedita al riciclaggio di denaro, al traffico di droga e di armi in tutto il mondo e su cui hanno lavorato le DDA di Reggio Calabria, Milano e Genova, insieme a investigatori di Germania, Belgio e Portogallo.

La droga sequestrata e il confronto con i “Tamunga”

Nell’interrogatorio del 7 maggio 2024, primo verbale depositato nel processo “Eureka” in corso a Locri, Pasquino racconta che «nell’agosto 2017 (…) «Mi ha chiesto di trovare persone per il recupero e lo spaccio di 200 kg di cocaina in partenza da Rio de Janeiro verso Gioia Tauro». Un racconto dettagliato ma pieno di «omissioni». «Mi sono rivolto al gruppo Nirta – spiega l’ex latitante – perché (…) non aveva più fiducia nei platiots. E infatti, poco prima (fine luglio/inizio agosto 2017), the Guardia di Finanza had seized 50 kg of cocaine in Gioia Tauro partito dal porto di Santos, e altri 50 kg (forse a maggio 2017) spediti E (…) ai platioti. Anche prima, nel 2015 (dopo l’operazione “Pinocchio”), (…) avevano inviato, sempre a Gioia Tauro, 180 kg alle piattaforme sopra indicate. (…) Dopo circa 6 mesi, (…) Hanno affermato che la merce non era di buona qualità e quindi si sono rifiutati di pagarla. (…) In quello stesso periodo partecipammo insieme ad un incontro in una villa a Bovalino (…)In quell’occasione si decise di farlo inviare i due carichi sopracitati da 50 kg per recuperare la perdita dei precedenti 180 kg. In particolare, (…) avrebbero esfiltrato e venduto i 100 kg (50+50) senza pretendere nulla”.

Rocco Morabito and Vincenzo Pasquino

È qui che nel racconto di Pasquino si fa riferimento al super boss, re del narcotraffico mondiale, il “Tamunga”. «Ho parlato di questa storia nel carcere di Brasilia con Rocco Morabito (…) Rocco Morabito è rimasto stupito dall’atteggiamento dei platioti che nei suoi confronti si erano sempre comportati beneavergli spedito con successo tonnellate di cocaina (Morabito).

Viaggi in Brasile «di fungere da garante»

«(…) – afferma Pasquino – dopo i due sequestri dei 50 kg, aveva perso completamente la fiducia nei platioti e così mi chiese di rivolgermi ad altre persone in Calabria per l’uscita della cocaina dal porto di Gioia Tauro e per la successiva cessione”.
«A questo punto – prosegue l’ex latitante – ci siamo dati appuntamento a Caulonia dopo 3/4 giorni (in un bar sotto i portici). Una persona di nome (…) parente di (…) al quale ho esposto la mia necessità di importare i 200 kg in arrivo da Rio de Janeiro. Ci siamo accordati e sono andato in Brasile a fare da garante. Ho lasciato Zurigo per San Paolo. Qui sono venuti a prendermi alcuni brasiliani che lavoravano con noi. (…) con un elicottero e mi hanno portato a Playa GrandeQui ho trovato (…) il quale mi disse che non voleva più fare affari con i Nirta, avendo piena fiducia nei Pelle “Gambazza” e nei Mammoliti. Il carico di 200 kg, però, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza. A questo punto – racconta Pasquino – sono tornato a Torino il 3 ottobre 2017, passando per Francoforte».

Le “borse arancioni troppo vistose” e il sequestro

«Devo premettere – racconta Pasquino – che quando sono partito per il Brasile nel settembre 2017, i Nirta, tramite un’organizzazione cinese, mi hanno donato 140.000,00 euro perché volevano investire anche loro in una spedizione e non limitarsi a vendere la cocaina di i brasiliani”. Pasquino si reca in Brasile «per verificare lo stato della trattativa». «Me ne sono andato a gennaio 2018 perché di nuovo (…) non aveva inviato nulla. Una volta arrivati ​​in Brasile, ci siamo organizzati con (…) inviando 50 kg che abbiamo nascosto nella chiglia delle navi con i sommozzatori. Tuttavia, il carico è stato sequestrato a Santos dalla Polizia Federale nel gennaio 2018. La colpa è dei Nirta (…) di essere stato imprudente, avendolo imparato i subacquei avevano utilizzato sacchetti arancioni troppo vistosi”. (Sig)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta clicca qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Team Altamura, a Moussa Manè del Bari piace la corsia destra: la situazione – .