Tropico è il successo dell’altra Napoli musicale – .

Tropico è il successo dell’altra Napoli musicale – .
Tropico è il successo dell’altra Napoli musicale – .

Il concerto dei Tropico in Piazza del Plebiscito ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che le sfaccettature musicali di Napoli sono molteplici e che Davide Petrella, oltre a essere uno stimato autore, è anche un frontman molto stimato.

Davide Petrella, alias Tropico, in Piazza del Plebiscito

Quindicimila persone si sono radunate in Piazza del Plebiscito lo scorso 28 giugno per celebrare il Tropicoun nome che forse deve ancora trovare la sua piena dimensione a livello nazionale, ma che negli anni è cresciuto esponenzialmente, e da Napoli ha iniziato a trovare sempre più spazio anche oltre i confini della Campania. E tuttavia non stiamo parlando dell’ultima Big Thing del rap napoletano, non siamo nel campo del neomelodico né, tantomeno, di qualcosa che richiama la canzone napoletana classica o il folk che per un po’ di anni ha caratterizzato la città. Tropico è un progetto pop realizzato dall’autore di riferimento del pop nazionale.

Sì, a causa di Davide Petrella – la mente del progetto – ne parliamo soprattutto a ridosso di Sanremo o in estate, quando firma le canzoni che tutta Italia si ritrova a cantare. E questo ruolo di autore rinomato, molto amato nel mondo della canzone italiana, ha iniziato a sembrargli quasi restrittivo, perché Petrella è, prima di tutto, un musicista, partito da un gruppo, gli Strisce, che ha vissuto un momento di splendore, grazie anche all’attenzione ricevuta grazie a Myspace e MTV ma che via via è andata scemando. E Petrella ha iniziato a lavorare nell’ombra come autore, trovando il suo alter ego in Cesare Cremonini che è stato il primo a puntare molto su di lui.

Anche se non stiamo parlando di decenni fa, ma solo di pochi anni fa, il ruolo del cantautore non era ancora così centrale nel dibattito da andare oltre gli addetti ai lavori. Nel corso degli anni, tuttavia, le cose sono leggermente cambiate e ora Il nome di Petrella ha abbattuto la barriera dei dipendenti cominciando a farsi conoscere anche al di fuori della cerchia dei giornalisti e degli addetti ai lavori. Il cantautore e musicista napoletano, infatti, ha scritto per artisti come Fabri Fibra, Elisa, Emma Marrone, Elodie, Alessandra Amoroso, Blanco, Francesca Michielin, Guè, Mahmood, Rkomi, Ghali, Marracash, Sfera Ebbasta, Marco Mengoni ecc, e tutti abbiamo cantato le canzoni scritte da lui (da Italodisco dei The Kolors a Casa mia di Ghali, per citarne un paio recenti). Eppure la penna di Petrella non è solo al servizio di terzi, ma anche di se stesso e lo fa con un gusto che non potrebbe restare insensibile per troppo tempo.

La scaletta del concerto Tropico in Piazza del Plebiscito a Napoli: l’ordine dei brani

Da anni, infatti, Petrella sta cercando di trovare il giusto riconoscimento anche come frontman e cantante e la piazza del Plebiscito gremita di gente hanno dimostrato che questo sogno si sta avverando. “Non c’è amore a Napoli” del 2021 e l’ultimo “Chiamami quando finisce la magia” del 2023 sono i due album attorno ai quali Petrella ha costruito il suo primo concerto nella piazza principale della sua città, chiamando con sé, però, anche artisti per cui ha scritto canzoni, unendo le due sfaccettature della sua personalità. Tropico rappresenta l’altra faccia della musica napoletana, quella che può essere pop, può fare riferimenti alla città e talvolta cantare in napoletano, ma senza mai perdere l’aspirazione nazionale: non c’è una napoletanità esposta solo come gagliardetto, ma Napoli è un pezzo di un’idea pop più ampia: “E mescolo ancora Merola con Morricone” canta in “Dint’o dark” – il brano che apre il live – come dichiarazione della propria poetica.

A Napoli è stato bello vedere l’entusiasmo del pubblicocapitanati da Petrella e da una band incredibile, formata da alcuni dei migliori musicisti della città (tra cui Andrea De Fazio, Luigi Scialdone, Michele De Finis e Caterina Bianco). E il cantautore ci tiene molto a sottolineare come il concerto sia tutto suonato, senza sequenze, lo dice proprio a un certo punto, perché suonare è pur sempre qualcosa che può caratterizzare un progetto. Il palco è pieno di piante, si è quasi immersi in un bosco che lascia intravedere però il colonnato di San Francesco, caratteristico di Piazza del Plebiscito: Petrella è in gran forma, non sembra sotto pressione, e suona tutti i brani più amati, come quella “Non esiste amore a Napoli” che ha cambiato tutto, come dice lui stesso sul palco, ma anche pezzi come Ubriachi di vita, Bambina, Che Mme lassat’ a fà, Non voglio diventa grandi, Carlito’s Way oltre a quelli insieme agli ospiti.

C’è Elisa in Ci siamo amati tutti così tanto, mentre Ghali duetta in My HouseMarco Mengoni canta Due vite, Piazza Garibaldi lo fa, ovviamente, con Franco126 che canta anche per Zona Nord mentre Achille Lauro canta Rolls Royce, e sul palco arrivano anche D-Ross e Startuffo, ovvero “Sarah e Rosario” dei Non Existence love in Naples, che dicono “L’importante è avere una visione”. Insomma, Tropico celebra la possibilità che Napoli sia anche altro oltre al rap o alla musica (neo)melodica e per citare un detto molto famoso in città: dicette ‘o pappece vicini a noce damme ‘o tiempo ca te spertoso (“Diceva il verme alla noce: dammi il tempo che ti buca”), insomma, con tenacia e soprattutto canzoni, alla fine Tropico ha ottenuto ciò che si meritava.

 
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