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Polizia di Stato – Agrigento – 2 mandati di cattura per indagati

Reato contestato, l’ingresso illegale di 54 migranti ha causato la morte per asfissia di 10 persone di nazionalità bengalese

(30/06/2024)

La Polizia di Stato ha eseguito 2 mandati di arresto emessi dalla Procura della Repubblica di Agrigento e dalla Procura dei Minori di Palermo nei confronti di 2 cittadini egiziani sbarcati a Lampedusa lo scorso 17 giugno. I predetti sono ritenuti responsabili del reato di cui all’art. 12 bis D.Lgs. 286/98 poiché, in collaborazione tra loro e con altri soggetti attualmente non identificati residenti in Libia, in violazione delle disposizioni contenute nello stesso decreto legislativo, avrebbero commesso atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio nazionale di 54 migranti, prevalentemente di nazionalità pakistana e bengalese, il tutto al fine di trarne profitto, anche indiretto, conducendo, governando e tracciando la rotta al timone di un’imbarcazione inadatta a effettuare tale traversata e in pessime condizioni di sicurezza, come di esporre persone a pericolo per la loro vita o la loro incolumità, provocando la morte per asfissia di dieci persone di nazionalità bengalese che si trovavano nella stiva della nave, nonché il ferimento di altri migranti.
I fatti sono accaduti nelle prime ore del 17 giugno quando, in acque internazionali, a circa 47 miglia nautiche a sud di Lampedusa, la nave della ONG Nadir ha intercettato un’imbarcazione in legno di 10 metri con a bordo 54 migranti e 10 cadaveri presenti nella stiva.
A bordo della motovedetta della Guardia Costiera locale, i 54 migranti soccorsi sono stati trasferiti a Lampedusa, mentre l’imbarcazione intercettata con i 10 corpi nella stiva è stata rimorchiata a Lampedusa dalla nave della ONG Nadir.
L’attività investigativa condotta presso l’Hotspot di Lampedusa dallo SCO, dal SISCO di Palermo e dalla Squadra Mobile di Agrigento, attraverso l’audizione di tutti i migranti sbarcati, ha consentito di ricostruire le fasi della traversata marittima dalle coste libiche a quelli italiani, acquisendo anche gravi prove indiziarie a carico dei due destinatari del provvedimento restrittivo, che avrebbero guidato l’imbarcazione, mantenendosi in contatto, al momento dell’imbarco, con i trafficanti operanti sulle coste di Zuhar. In particolare, il minore si sarebbe occupato delle operazioni di imbarco dei migranti, regolandone l’ingresso e l’uscita dalla stiva della nave. Il minore ha inoltre impedito ai soggetti deceduti di uscire dalla stiva, minacciandoli anche con un coltello a serramanico.
Inoltre, le stesse indagini hanno permesso di identificare compiutamente le 10 vittime arrivate sull’isola.
Gli indagati sono stati trattenuti in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.
I provvedimenti odierni si fondano su gravi indizi di colpevolezza e su un quadro indiziario acquisito nel corso delle indagini, il che significa che la piena responsabilità penale per i fatti indicati sarà accertata in sede giudiziaria.

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