«L’autobus notturno per Parma non circola. Bloccati per 5 ore nel piazzale della stazione di Reggio” – .

«L’autobus notturno per Parma non circola. Bloccati per 5 ore nel piazzale della stazione di Reggio” – .
«L’autobus notturno per Parma non circola. Bloccati per 5 ore nel piazzale della stazione di Reggio” – .

Pubblichiamo la lettera, indirizzata al direttore della «Gazzetta», di un professore universitario di Parma in cui racconta la sua disavventura notturna. Il professore è Davide Astori, che nell’inserto «La Domenica» cura la rubrica «Parole e Cose».

Vorrei dare pubblica informazione che il bus sostitutivo TTPER B0288 in partenza da Reggio Emilia per Parma alle ore 1:55 del mattino del 24 giugno non è passato. È l’ultima coincidenza utile per chi, come me, proveniva da Bologna, con il bus regionale delle 00:46 che faceva capolinea a Reggio Emilia, appunto. Eravamo una decina di persone ad aspettarlo.

Sembra che negli ultimi tempi – e mi riservo di dichiarare la fonte delle informazioni alle autorità competenti, se richiesto – questo disservizio si sia verificato più volte.

Alle 2 di notte la stazione era chiusa, e il custode e le guardie di sicurezza se ne sono andati. Io e un altro malcapitato – gli altri si erano messi a dormire sul pavimento sotto il portico esterno della stazione, e un paio di loro si erano allontanati – abbiamo fermato una volante della polizia che passava in pattuglia, non tanto per la questione dell’annullamento del viaggio, quanto per valutare meglio la sicurezza della situazione, che, vi assicuro, non era affatto scontata.

Dopo aver raccolto e redatto la nostra segnalazione, mi è stato consigliato di dichiarare l’accaduto anche al 112, cosa che ho fatto immediatamente.

Due ore fuori al freddo, pioveva pure, in attesa che la stazione riaprisse alle 4 – non c’era un posto dove ripararsi, a parte un negozio di slot machine che ci avevano sconsigliato di visitare, “come una specie di coprifuoco”, ci aveva spiegato uno dei locali, dandoci un’idea concreta dell’esperienza che stavamo vivendo – e poi aspettare un’altra ora e mezza che arrivasse il primo treno disponibile alle 5:37, non fa certo bene alla salute, né al lavoro, che comunque sono tenuto a fare. Tra l’altro, per completare il quadro, era impossibile – quando abbiamo considerato questa possibilità di ritorno – trovare un taxi.

L’Italia non è il Paese delle responsabilità, Direttore, ne sono consapevole. Chissà, forse le segnalazioni di altri che hanno subito lo stesso trattamento potrebbero però almeno far emergere un comportamento che è vergognoso. Bisogna anche riflettere sul fatto che non ci sono problemi, finché purtroppo non succede qualcosa di veramente grave, da un fatto criminoso a un problema di salute, per cui l’interruzione di un servizio potrebbe rischiare di essere considerata corresponsabile. E in quel caso la denuncia non starebbe solo sulle pagine di un giornale.

Grazie per l’attenzione che potrete dedicare a queste mie righe.

David Astori

 
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