Di seguito il comunicato stampa diffuso da Coldiretti Puglia:
Se non si prendono provvedimenti, il caro conto pagato dal settore della pesca rischia di raddoppiare a causa dell’invasione del granchio blu, il “killer dei mari” che devasta gli allevamenti di vongole e mitili ma stermina anche ostriche, vongole, altri crostacei e pesci come sogliole e triglie. È questo il rapporto stilato da Coldiretti Impresa al Villaggio di Venezia, dove per l’occasione è stata allestita una mostra delle specie più a rischio a causa dell’invasione del granchio blu, mentre cuochi, pescatori e agricoltori di Campagna Amica hanno preparato una serie di ricette per valorizzare il temibile predatore in cucina, con la cattura per il consumo che rappresenta oggi la soluzione più valida per affrontare il problema.
In Puglia sono a rischio le coste, dalla laguna di Lesina e Varano – afferma Coldiretti Puglia – fino ai bacini retrodunali del Salento, con danni all’ecosistema, ma soprattutto alla pesca della paranza, decimata e resa invendibile dalla attacchi del granchio alieno. Il granchio blu, la specie aliena originaria delle coste atlantiche dell’America, sta conquistando i fondali delle coste adriatiche – sottolinea la Coldiretti regionale – spinto dai cambiamenti climatici e dal riscaldamento delle acque che hanno reso i nostri ambienti più adatti alla sua sopravvivenza e proliferazione .
Una soluzione per contenere l’eccessiva diffusione del granchio potrebbe essere quella di pescarlo per il consumo. In questo modo – prosegue la Coldiretti – sarebbe possibile trasformare quella che oggi è una calamità in un’opportunità, con l’inserimento del km zero nei menù, a partire dalla pescaturismo, dalla pescaturismo e dalle attività agrituristiche della costa, nel rispetto delle normative territoriali. . Il granchio blu vanta, tra l’altro, importanti proprietà nutritive, grazie ad una forte presenza di vitamina B12, estremamente preziosa per l’organismo umano ma dal sapore delicato e gustoso. I prezzi per chi vuole acquistarlo si aggirano intorno ai dieci euro al chilo. Ma c’è anche – aggiunge Coldiretti Puglia – il riutilizzo degli scarti del granchio azzurro, da cui si estraggono ad esempio chitina e chitosano, sostanze molto utilizzate per scopi biomedici e nutraceutici come negli integratori alimentari.
Un settore che potrebbe acquisire un’importanza ancora maggiore considerando che nel 2022, a livello globale, per la prima volta nella storia, l’acquacoltura ha superato la pesca di cattura come principale settore di produzione di animali acquatici, secondo l’ultimo rapporto pubblicato dalla Food and Agriculture Organization degli Stati Uniti. Nazioni (FAO).
Di fronte alla diffusione di quella che la scienza annovera tra le peggiori specie invasive introdotte nel Mediterraneo, con un impatto gravissimo sugli ecosistemi lagunari che rappresenta oggi solo la “punta dell’iceberg” di una vera e propria catastrofe ecologica, la soluzione è la promozione del consumo di granchio blu, con la creazione di una filiera che coinvolga pesca, grande distribuzione organizzata, ristoranti e agriturismi.
Al Borgo di Venezia sono stati presentati alcuni piatti a base di granchio blu nati dalla fantasia dei pescatori e dei cuochi contadini di Campagna Amica. Un’opportunità condivisa dal 54% degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata per l’occasione, tra l’8% che ha già messo nel piatto un piatto a base di granchio azzurro e il 46% che sarebbe disposto a farlo. mentre un simile 46% non li proverebbe.
L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è contribuire a contenere l’eccessiva diffusione del granchio, che si sta impossessando dei fondali delle nostre coste, individuando opportunità economiche per i territori più colpiti.
