Messa in quell’ora – .

Il 1610 è un anno fondamentale per la biografia di Monteverdi, perché vede la pubblicazione di Vespri della Beata Vergine Maria accanto a quello di Messa a quel tempocon dedica in entrambi i casi a Paolo V Borghese.

Monteverdi sperava di ottenere i favori del Papa per sé e per il figlio Francesco e proprio per questo scese a Roma, dove probabilmente solo il Massa Fu però portata all’attenzione del Papa in quanto molto più adatta, benché scritta a sei voci e non a quattro come era consuetudine nella Cappella Sistina, ai gusti della Curia romana.

Ancora molto legato alla prima pratica, la Sciolto offre diversi spunti di interesse, soprattutto, ma non solo, perché subisce un inedito influsso della musica fiamminga, poiché è modellato su alcuni temi tratti dal mottetto “In illo tempore” di Nicholas Gombert da cui prende il nome.

Federico Maria Sardelli e Proprio alla vecchia maniera propongono, all’interno del loro concerto per il Monteverdi Festival 2024, un accostamento intelligente di questo monumento della produzione monteverdiana con altri Stretto in cui l’importanza della parola prevale nettamente sulla musica e nella cui composizione il grande cremonese si sentiva più libero. Il tutto è intervallato da due splendidi sonata di Dario Castello, autore fondamentale nella creazione di questo genere di composizioni.

Una serata molto varia, dunque, ma che offre al pubblico presente nella Chiesa di San Marcellino un vero spaccato del fermento musicale e culturale che ha segnato la produzione veneziana e più in generale italiana di quel periodo.

Parlare di Federico Maria Sardelli e della sua attenzione alle pratiche esecutive storiche è estremamente inutile. Sebbene la sua attenzione fosse forse rivolta più frequentemente alla produzione operistica di Vivaldi, della cui riscoperta e rinascita fu l’artefice fondamentale, il suo approccio al dettato monteverdiano appare anch’esso filologico e di ampio respiro.

La compostezza dell’ensemble Modo Antiquo è esemplare e si distingue per il rigore, la perfetta fusione e la coerenza nell’esecuzione.

All’interno del gruppo canoro si distingue da tutti gli altri Roberta Invernizzi per la fluidità delle variazioni e l’agilità, nonché per la potenza del mezzo.

Al termine il pubblico ha confermato il successo della serata con un applauso.

La recensione si riferisce al concerto del 22 giugno 2024.

Simone Manfredini

 
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