“L’ho detto nel 2014”. Su Spalletti e il Mondiale… – .

“La Nazionale è considerata un peso? Per sempre. Quando sono diventato allenatore, la Lega aveva organizzato la Supercoppa in Giappone quando c’era un’amichevole per la Nazionale. Già 15 anni fa non esistevano relazioni sane. La prima cosa è mettere d’accordo Figc e Lega. Basta parlare, basta scavare, bisogna capire come far crescere questo movimento. Quando c’è la Nazionale tutti diventano tifosi, prima non frega più niente a nessuno. E 50 milioni di persone diventano allenatori. Perché non riusciamo a impegnarci prima che questi eventi arrivino preparati“. Così l’ex allenatore Cesar Prandelliospite di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai Radiouno sulla crisi del calcio italiano e la fallimento della nazionale agli Europei.

L’Italia e il prossimo Mondiale

“Mancata qualificazione al prossimo Mondiale? C’è un rischio. Quando siamo stati eliminati nel 2014, in conferenza stampa ho detto: ‘ma siamo sicuri che nei prossimi anni andremo lì?’ Avevamo già dati che mostravano un andamento molto negativo in prospettiva: tanta competenza e grandi risorse fino a 19-20 anni, siamo competitivi a livello mondiale ma poi abbiamo un gap incredibile, per anni. Non riusciamo a proporre giocatori alla prima squadra, a farli crescere, a dare loro una forte carica morale e quindi li perdiamo. Forse la Federazione deve fare qualcosa di più, deve cercare di far crescere i ragazzi in casa. Qualche giornalista mi ha chiamato dopo qualche anno e mi ha detto: ‘allora ti abbiamo preso in giro ma dovremmo scusarci’. Ma non è che io sia un cartomante. La nostra crisi inizia da giovani, continuiamo a essere in crisi e questo è il momento di agire, di avanzare proposte, di creare un bacino di persone che voglia dare qualcosa al calcio. Non servono contratti, serve la volontà di fare qualcosa“, ha aggiunto l’ex allenatore dellaItalia.

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