Cremona – Monteverdi Festival: Concerto di Gala – .

Serata di gala al teatro Ponchielli di Cremona per il concerto di chiusura del Festival Monteverdi affidato a lui Cecilia Bartoli e I musicisti del principe: programma serale alcune arie tratte da opere di Vivaldi e Händel si alternano a brani strumentali, ai quali si aggiunge un breve medley di musiche monteverdiane seguito da “Sì dolce è ‘l tormento”.

Sala gremita di pubblico desideroso di assistere all’esibizione di quello che può essere considerato il più celebre interprete del repertorio barocco dei nostri tempi.

La star della serata non si fa attendere a lungo; dopo l’esecuzione di a Grande concerto di Corelli, qui entra in scena con un’aria da Rinaldo di Handel “Augelletti che cantate” accompagnato dal cinguettio del flauto Jean-Marc Goujonche è immediatamente seguito l’aria “Lascia la spina, cogli la rosa” da Il trionfo del tempo e della disillusionequest’ultima eseguita con sapiente enfasi su quel tocco di dolce pathos che la permea e con una ripresa eseguita quasi sul labbro.

La personalità e l’innegabile magnetismo di Cecilia Bartoli conquistano subito il pubblico in sala, certo la voce non è immensa né particolarmente ricca di armonici, ma la cura del fraseggio è sorprendente, l’agilità è esibita con magistrale eleganza e precisione, il legato appare subito straordinariamente naturale. È proprio qui che risiede il segreto dell’artista, nel grande senso della musicalità, nella tecnica impeccabile e nella sua grande capacità comunicativa e intelligenza che passa molto, ma non solo, attraverso le accentuate espressioni facciali, il cui utilizzo trasmette emozioni e sensazioni a chi guarda.

Dopo l’intermezzo di un Grande concerto di Handel, si passa al già citato medley di musiche strumentali monteverdiane, al termine del quale la protagonista esegue con la consueta precisione un “Sì dolce è l’tormento” assolutamente lineare e straziante.

A questo punto la serata si scalda e il momento in cui il mezzosoprano romano riesce davvero a incantare è la celebre aria di Ruggiero daOrlando furioso di Vivaldi “Sol da te, mio ​​dolce amore” in cui ogni parola diventa pura espressione di quel pathos di affetto tanto caro all’arte barocca.

Il pubblico adesso è molto entusiasta e, dopo un buon Suite di danze dall’Ariodante di Handel, si infiamma ulteriormente con l’esecuzione di “Destrò dell’empia Dite” da Simboli in Galliain cui la protagonista, da sempre famosa per i suoi “esiti d’ira”, scatena tutto il suo temperamento in un’interpretazione in cui l’espressività gioca un ruolo forse ancora più importante del dato vocale.

È il momento del bis in cui la sera si fa leggera e diventa occasione di risate per i presenti in sala; dopo “Piangerò la mia sorte” da Giulio Cesare L’esecuzione di Handel di “A facile vittoria” di Steffani si trasforma presto in un’opportunità per un dialogo virtuoso con la tromba di Thibaud Robinnefino a sfociare nella melodia di “Summertime” di Gershwin.

La formazione ha contribuito in modo determinante alla buona riuscita della serata I musicisti del principediretto da Gianluca Capuano, che si è davvero rivelato uno dei migliori ensemble nell’esecuzione della musica barocca, sempre capace di sottolineare sapientemente i passaggi patetici così come quelli eroici attraverso un’attenta ricerca espressiva.

La recensione si riferisce al concerto del 25 giugno 2024.

Simone Manfredini

 
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