Confcooperative Molise chiama, le cantine rispondono. Ora aspettiamo la politica – .

Confcooperative Molise chiama, le cantine rispondono. Ora aspettiamo la politica – .
Confcooperative Molise chiama, le cantine rispondono. Ora aspettiamo la politica – .

TERMOLI – Sabato 28 giugno, a Termoli, presso la Casa Museo Stephanus, grazie alla collaborazione tra il Centro Servizi di Confcooperative Molise e la cooperativa Molise Wow, presieduta da Oscar Vetta, si è svolta la tavola rotonda dal titolo “Oltre la crisi: nuove strategie per il vino rosso molisano”. Hanno partecipato cantine sociali (6 bicchieri su 10 che arrivano sulle nostre tavole sono cooperative), cantine private (Di Majo Norante, ma anche Borgo di Colloredo, di Remo, Di Vito, Giagnacovo, Catabbo, Cipressi), rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni di categoria, diversi viticoltori, rappresentanti del GAL e dei tre distretti agroalimentari riconosciuti dalla Regione (Vino, olio e miele).

Ospite d’eccezione Luca Rigotti, presidente della Cantina Cooperativa Mezzacorona (oltre 280 milioni di fatturato), presidente del Gruppo Vini di Copa Cogeca (la più importante organizzazione di rappresentanza del mondo agricolo e agroalimentare in Europa) e coordinatore del Tavolo Nazionale della Filiera Vitivinicola composto da Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assoenologi, Cia Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini). Un pubblico prestigioso, autorevole e per nulla scontato, che ha ascoltato e partecipato alla Tavola Rotonda aperta dal Presidente della Camera di Commercio del Molise, Paolo Spina, che ha offerto al dibattito una rappresentazione numerica analitica e interessante dell’economia molisana.

Poi la parola a Luca Rigotti che ha descritto con puntualità e competenza la situazione italiana ed europea del settore vitivinicolo e, su esplicita richiesta, ha descritto con dovizia di particolari anche il modello Mezzacorona. Il dibattito che è seguito, con le riflessioni di Giovanni Di Matteo (vicepresidente Cantina Cliternia), Adamantonio Flocco (presidente Cantina San Zenone), Claudio Cipressi (vicepresidente Consorzio Tutela Tintilia), Gabriele Di Biasio (presidente Movimento Turismo Vino), arricchito dalle riflessioni di Adamo Spagnoletti, vicepresidente Coldiretti Molise, ha contribuito a delineare il quadro del settore regionale che non si discosta, come era facilmente immaginabile, dalle condizioni più generali dell’intero territorio nazionale.

Le conclusioni sono state affidate a PierLuigi Milone, responsabile dell’assistenza tecnica al Piano di sviluppo rurale della Regione Molise. Un intervento dirompente, per certi versi, ma molto incentrato su un approccio rigidamente pragmatico ai temi trattati. Milone ha più volte evidenziato, in sostanza, che il “futuro della filiera vitivinicola molisana, ma anche dell’agricoltura regionale più in generale” non passa attraverso un’intensificazione degli aiuti pubblici al settore. È un sistema non più adeguato ad affrontare le sfide del futuro. L’idea rappresentata da Milone è quella di un settore che sappia unire, lavorare insieme, salvaguardando e rafforzando le singole identità, ma socializzando le difficoltà, i costi, la promozione, l’assistenza.

Quello di Milone è sembrato un vero e proprio inno alla cooperazione. “Vedere le più importanti aziende vitivinicole molisane, che insieme rappresentano uno spaccato importante dell’economia regionale, agricola e non solo, riunite per confrontarsi sui problemi del settore e sulle possibili soluzioni, è un passo di cui siamo straordinariamente soddisfatti” ha affermato Riccardo Terriaca, Presidente di Confcooperative Molise che ha promosso e organizzato l’evento “I ragionamenti che sono stati sviluppati, relativi a scelte produttive che dovranno sempre più orientarsi verso la sostenibilità, così come, invece, sul mercato proporre una nuova narrazione del vino per un consumo moderato e consapevole e, infine, l’invito rivolto alle istituzioni europee a riflettere attentamente sulla scelta dell’estirpazione e, contestualmente, invece, a esaminare il blocco per un certo periodo di nuovi impianti produttivi, sono elementi attorno ai quali è possibile costruire una strategia di settore”, ha affermato Terriaca.

 
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