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Glocal Film Festival a rischio – .

Qualcuno aveva proposto di eliminare la parola “emergenza” dal nome del Culture Emergency Committee (CEC), invece è appropriato. Domenica, l’associazione Film Piemonte presieduto da Alessandro Gaidoanche presidente del CEC, ha sospeso le attività fino a settembre, con il rischio di prolungare e annullare l’edizione 2025 della più che ventennale Festival del cinema glocaleIl motivo è dovuto ai ritardi della Regione Piemonte e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che pur avendo stanziato i contributi (in particolare la Regione) poi pagano con quasi due anni di ritardo. Così, Piemonte Movie – ma non è l’unica – si è indebitata con le banche per anticipare gli oltre 60mila euro di fondi deliberati e non ancora erogati, così da pagare fornitori e spese.

“Sarebbe un paradosso fallire per colpa di enti pubblici – commenta Gaido – che dovrebbero sostenere un’impresa culturale, perché aiuta il pubblico nelle attività sociali”. È un tema che ricorre in altre forme, ad esempio con i risultati del Avvisi estivi del Comune di Torino: «Programma culturale estate 2024-2025» della Fondazione per la Cultura (suddiviso in tre categorie economiche), «Torino, che cultura!» e “Circoscrizioni, che spettacolo dal vivo” del Comune. Il primo è biennale e impegna 330 mila euro, il secondo è triennale con oltre 4 milioni e il terzo eroga più di 800 mila euro all’anno. Se da un lato la maggiore durata nel tempo dà una prospettiva – finalmente – dall’altro gli esclusi dovranno aspettare due o tre anni per riprovarci. C’è malcontento, anche perché perdere un finanziamento pubblico significa mettere a rischio altri finanziamenti.

Secondo il Cec, circa il 70 per cento delle associazioni torinesi che prima ricevevano finanziamenti regolari sono rimaste fuori. Cosa è successo? “Anche noi ce lo chiediamo”, dice Stefania Rosso, del direttivo Carpe e vicepresidente del Cec, “perché il bando non è cambiato. Non è una guerra contro nessuno, ma vogliamo capire, abbiamo trovato delle anomalie”.
Incontreranno il consigliere Rosanna Purchia 15 luglio. Ci sono enti esclusi per un soffio, come l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, nella categoria B del bando Fondazione Cultura, fuori con 75,33 punti contro i 75,48 della Fondazione Cantabile, ultima delle finanziate. Nella categoria A, Banda Larga esce con 78,78 punti dopo Spazi Musicali con 79,43 (ma nella categoria C è arrivata prima).

È andata peggio a blucinQue con Fondazione Cirko Vertigo, che a «Torino, che cultura!» è la prima esclusa con 75,6 punti, appena sotto i 75,7 di Mufant e Altra Mente. Alcuni enti hanno ottenuto finanziamenti in più bandi, un merito certo, ma d’altra parte si contesta la cattiva distribuzione. «L’iter amministrativo è impeccabile e la commissione insindacabile – commenta Paolo Stratta, direttore generale di blucinQue e Cirko Vertigo – ma questo sistema lascia a secco la richiesta culturale di tante aziende del territorio. Ci sono scelte politiche da perfezionare e il progetto periferie non cofinanzia le attività ordinarie». E avanza qualche proposta: aumentare il bilancio triennale, includere i progetti nelle scelte di Iren (principale sponsor della città per le attività culturali) e di altri sponsor, ridurre le tasse comunali. «Molti enti che erano in cima alla classifica non vengono più finanziati – aggiunge Stefania Rosso – e tuttavia nei bandi la storia contava. Molti saranno costretti a chiudere.”

 
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