“Questo antisemitismo l’ho capito tutta la vita: nascosto, occultato, non era il momento giusto. Ma l’antisemitismo c’è sempre stato. E questa era l’occasione perfetta per licenziarlo in tutti i sensi e in tutti gli ambienti”. Lo ha detto la senatrice Liliana Segre in un’intervista a In Onda su La7, commentando l’intensificarsi degli episodi antisemiti dopo il 7 ottobre in Medio Oriente. Si può sradicare? “Penso che non si possa sradicare”.
Nell’intervista ampio spazio è stato dato alla figura del Presidente della Repubblica. “Rispetto tantissimo Mattarella, anzi lo amo come un fratello.Gli sono grata, mi piace storto com’è, un uomo meraviglioso, al posto giusto, guai se non ci fosse! Ma lui non c’entra niente. Lo so io e lo sa benissimo lui. Non voglio e non posso tacere, posso anche dire qualcosa che Mattarella non pensa, ma non è mai Mattarella a mettermi in bocca le cose da dire al Senato“, afferma la senatrice alludendo al fatto che le sue parole sulla riforma della presidenza del Consiglio potrebbero essere state suggerite da Mattarella.
Allusione perché donna? “Sono molto femminista. Indubbiamente la donna in un paese latino come questo è sempre vista come qualcuno che non è all’altezza dell’uomo, certamente. E non so quanti secoli ancora ci vorranno prima che ognuna di noi prenda il suo posto nel mondo. Forse c’è questo lato, ma non voglio sentirlo. Preferisco pensare che gli uomini non abbiano pensato in questo modo”.
“Da quando Mattarella mi ha fatto senatrice, ho preso molto sul serio questo ruolo. E siccome ero già così vecchia quando sono diventata senatrice, ho una certa difficoltà ad andare a Roma, a cercare di essere presente a certe votazioni”, continua.Sono grata a Mattarella – prosegue – ma ogni volta che l’ho incontrato l’ho anche rimproverato molto. È tutta colpa sua, gli dico sempre… Io cerco di fare il mio dovere, ma poi ci sono mille cose che mi interessano, sono, per fortuna, un grande appassionato di lettura, di musica”.
