“Attenti alle terapie intensive” – Corriere.it – .

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Un’email inoltrata da Nichi Vendola al ministro della Salute Roberto Speranza il 12 febbraio 2020, e subito inoltrato ai vertici del ministero, ha riportato notizie di prima mano dalla Cina, direttamente da Wuhan (grazie un inedito canale di informazione di cui non si è mai parlato).

Il quattro

L’ex governatore della Puglia aveva ricevuto la mail alle 12.45 del 12 febbraio 2020 da quattro medici e professori universitari: Alberto Zangrillo, Antonio Pesenti, Giacomo Grasselli e Marco Ranieri (quest’ultimo è stato il contatto con il politico, probabilmente ritenuto adeguato per raggiungere più rapidamente il governo): “Caro Nick… Nei giorni scorsi siamo stati contattati da Haibo Qiu, presidente della Chinese Intensive Care Society, che si trova a Wuhan, inviato dal governo federale. Haibo si è formato in Italia e ha trascorso diversi anni a Torino e Milano lavorando con noi su progetti di ricerca clinica. Al di là delle differenze tra l’immagine che ci ha fornito Haibo e i dati ufficiali, c’è evidenziare il numero di pazienti in Cina che oggi necessitano di ricovero in terapia intensiva per trattamenti avanzati di insufficienza respiratoria acuta. Se sviluppassimo la percentuale di pazienti ricoverati in terapia intensiva sulla base del numero di contagiati dato oggi dall’OMS (in Cina, ed), sono 9mila i pazienti che necessiterebbero di ricovero in terapia intensiva».

COSÌ il monito quasi profetico dei quattro dottori: «L’attività del governo italiano in questi giorni si è giustamente concentrata sull’isolamento e sulle misure di prevenzione. Tuttavia, data a) la dimensione del problema e b) la necessità di ricoverare i pazienti in unità di terapia intensiva attrezzate per garantire l’isolamento assoluto (camere a pressione negativa), sarebbe è auspicabile l’apertura di un tavolo tecnico dedicato alla problematicità del trattamento Ti delle forme più gravi.

il messaggio

Il messaggio era chiaro: bisognava pensare ai letti di rianimazione raggiungibili con percorsi isolati separati da tutto il resto. “Per fare un esempio – prosegue la lettera – i letti di Ti in Italia sono stimati in 5.184: di questi non più del 4% è isolabile con depressione”.

Nel testo inoltrato da Vendola, che non ha svolto alcun ruolo ufficiale, c’era tutto. E in particolare il rischio che si concretizzò nel mese successivo: basti pensare che l’11 marzo, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, viene ricordato come il giorno in cui furono ribaltati i reparti per creare fino a 100 posti letto di terapia intensiva. Mai visto.

Ma c’era anche, in quella mail, a punto di vista privilegiato su Wuhan che nessuno parlerà nei mesi successivi: quella del medico che aveva uno dei compiti più difficili della città cinese. Meno di tre ore dopo, il ministro Speranza aveva inoltrato la mail di Vendola ai vertici del ministero: Ci stiamo lavorando – ha risposto il segretario generale Giuseppe Ruocco -. Contiamo di emettere una prima bozza del piano martedì prossimo».

 
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