MANI DI GORO – Mani Di Goro – .

MANI DI GORO – Mani Di Goro – .
MANI DI GORO – Mani Di Goro – .

votazione
7.0

È tempo di un altro stuzzicante debutto classic metal: si tratta degli Hands Of Goro, formati da Adrian Maestas, bassista di lunga data dei campioni heavy metal statunitensi The Lord Weird Slough Feg, e Tom Draper, attualmente chitarrista solista degli Spirit Adrift nonché ex live session. musicista dei Carcass e degli Angel Witch, e da Avinash Mittur, batterista ma anche bassista dei Nite e dei Wretched Stench.
Se vi state chiedendo se il nome del gruppo è preso dal personaggio di Mortal Kombat, ebbene sì, proprio così, si tratta del mostro a quattro braccia del famosissimo videogioco degli anni Novanta, e questa scelta ha il vantaggio di far subito dando un’idea chiara e precisa della proposta: siamo essenzialmente in territorio fantasy, le influenze della New Wave Of British Heavy Metal sono evidenti, così come quelle di Slough Feg e Brocas Helm, e tutto è all’insegna della intrattenimento più puro.
Adrian Maestas si occupa anche qui della voce solista, coadiuvato nei cori dai suoi due colleghi, e, per uno strumentista che si cimenta dietro al microfono, risulta tutto sommato credibile e convincente, grazie ad un suono sincero e leggero. canto sincero ma mai esagerato, cosa non sempre scontata in questi casi. Il suono è secco e assolutamente classico ma non necessariamente nostalgico; la bravura della nostra band sta nell’essere fresca e intrigante nonostante tutto, come accade anche per vari gruppi emersi negli ultimi anni – tra cui ad esempio i locali Tytus – che portano gli stessi Hands Of Goro a proclamarsi alfieri del fantomatico ‘terzo’. ondata di heavy metal britannico’. Interessanti le chitarre di Draper, non banali ma nemmeno troppo contorte, ottimamente integrate da una sezione ritmica efficace, compatta e precisa. Affascinante è anche l’incontro tra il metal di San Francisco, rappresentato da Maestas e Mittur, e il metal britannico incarnato da Draper, da cui deriva in gran parte lo stesso metal americano classico.
Formati nel 2016, gli Hands Of Goro hanno in programma di registrare un paio di brani durante l’estate del 2021, a fine pandemia, ma presto, nel riportare in vita vecchie composizioni e buttare giù nuove idee, si rendono conto di avere abbastanza materiale per un intero album di brani inediti, seppur breve (appena trentasei minuti) che costituisce questo omonimo esordio. Tuttavia, la durata ridotta permette di godersi l’album dall’inizio alla fine, poiché è tutto basato su brani veloci che non lasciano spazio alla noia.
Lo spettro d’azione, come già accennato, spazia dal metal tradizionale al rock classico, passando per qualche zampata punk, in un’orgia di ferocia armonizzata capace di attrarre gli irriducibili delle sonorità retrò con un pizzico di originale stravaganza. L’album, registrato in una fatiscente ex base navale nella Bay Area e nei bassifondi di San Francisco, è stato mixato dallo stesso Mittur e poi masterizzato da Justin Weis ai Trakworx Studios, e gode di un suono live in registrazione ruvida, come è giusto che sia un prodotto di questo tipo. Christie Crapeticio, invece, ha curato la copertina orgogliosamente vintage che ben si adatta alla proposta.
Tom Draper fa davvero un ottimo lavoro nel coprire quasi l’intero spettro dell’azione NWOBHM con ritmi e assoli; da segnalare la lunga digressione chitarristica sull’ultimo pezzo “Archduke Of Fear”, che si espande ulteriormente in ambito live, citando “Victim Of Changes” o “The Sinner” dei Judas Priest. Adrian Maestas aggiunge reminiscenze di Slough Feg con il suo basso vorticoso, ma le sue linee vocali non sono sempre indimenticabili.
Avinash Mittur è autorevole dietro le skin e anche il suo contributo è determinante nella costruzione del sound coinvolgente del trio; infine, si nota anche l’uso sporadico di sintetizzatori soprattutto all’inizio e alla fine dei brani di Draper e Maestas, che danno ulteriore colore all’opera.
Tirando le somme, abbiamo un album piacevole da ascoltare, in cui è divertente ritrovare le varie influenze NWOBHM, in primis Thin Lizzy, Diamond Head, Raven e Venom, e che può toccare il cuore dei più navigati. tifosi e chiunque altro. cerchi in questi suoni soprattutto la capacità di intrattenere senza ulteriori velleità artistiche o autoriali.

 
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