La faida rap tra Kendrick Lamar e Drake – Giovanni Ansaldo – .

La faida rap tra Kendrick Lamar e Drake – Giovanni Ansaldo – .
La faida rap tra Kendrick Lamar e Drake – Giovanni Ansaldo – .

Negli ultimi giorni c’è stato un botta e risposta che sta tenendo impegnati tutti gli appassionati di hip-hop: quello tra Kendrick Lamar e Drake. In gergo è a manzocioè una faida tra rapper fatta a colpi insultare davanti a qualcunocioè, per citare Treccani, di canzoni che hanno l’obiettivo “di prendere in giro, criticare o anche insultare una o più persone, solitamente appartenenti all’ambiente stesso della musica rap”.

Le discussioni e le battaglie tra rapper risalgono alle origini dell’hip-hop negli anni ’70, e da allora ci sono stati molti scontri del genere, anche tra nomi di prim’ordine: Jay-Z e Nas, Tupac e The Notorious Big, LL Cool J e Kool Moe Dee, o più recentemente Nicki Minaj e Megan Thee Stallion. L’elenco è lungo. Dopotutto la competizione, anche feroce, fa parte della cultura del genere.

IL manzo tra Kendrick Lamar (afroamericano di Compton, California) e Drake (canadese, figlio di un afroamericano e di una donna bianca) è la battaglia tra due pesi massimi del rap contemporaneo, e ha radici lontane. Anche se nel 2012 hanno collaborato alla canzone Giustizia poetica, i due artisti non sono molto amici da tempo e si erano già lanciati frecciatine in più occasioni. Le cose si complicarono il 22 marzo, quando Lamar registrò alcuni versi per una traccia intitolata Future e Metro Boomin Come quello. Nel pezzo il rapper di Compton (se proprio devo schierarmi, sono dalla sua parte) affermava di non sentirsi parte dei “Big three” (definizione secondo la quale i tre migliori rapper in circolazione sarebbero Lamar , Drake e J. Cole) perché semplicemente si sentiva il migliore: “It’s just big me”. In Come quello Lamar si paragonò anche a Prince, in contrapposizione a Drake che si è sempre definito il Michael Jackson del rap, ricordando: “Prince è sopravvissuto a Mike Jack”, Prince visse più a lungo di Michael Jackson.

La faida tra i due artisti continuò il 13 aprile con la risposta di Drake, contenuta nel singolo Sollevamento: Il rapper canadese ha accusato Lamar di non essere all’altezza e lo ha deriso per aver collaborato con artisti pop come Maroon 5 e Taylor Swift. Il 19 aprile, mentre aspettava ancora la risposta del suo avversario, Drake ha fatto un’altra mossa a sorpresa: ha pubblicato una canzone intitolata Taylor ha fatto il freestyle, in cui Tupac e Snoop Dogg, o meglio le voci di Tupac e Snoop Dogg ricreate dall’intelligenza artificiale, prendevano in giro Lamar. Questo è stato il primo colpo basso, visto che il rapper di Compton ha sempre considerato Tupac il suo punto di riferimento. Drake fu successivamente costretto a rimuovere la canzone su richiesta degli eredi di Tupac.

Non è finita qui. Mentre scrivo, sono state pubblicate un totale di nove canzoni in cui i due rapper si prendono di mira a vicenda e diventano sempre più personali, allevando mogli, figli e manager. Nel pezzo euforia Lamar ha anche messo in dubbio l’“oscurità” di Drake, vietandogli di usare la parola “negro” per rivolgersi a lui, qualcosa che solo gli afroamericani di solito possono fare quando parlano con altri afroamericani. In Non come noi, uno dei pezzi più aggressivi usciti negli ultimi giorni, Lamar ha definito Drake “un pedofilo”, alludendo alla sua passione per i minori (mai sperimentata, ma spesso tirata fuori dai siti di gossip, soprattutto in seguito alla pubblicazione su internet di un video di 2010 in cui Drake, allora ventitreenne, baciò ripetutamente una diciassettenne sul palco). Lamar tira fuori anche una vecchia storia riguardante un figlio illegittimo (ma poi riconosciuto legalmente) del rapper canadese e nella canzone Incontra i Graham dichiarò addirittura che Drake avrebbe avuto una seconda figlia illegittima (accusa, a quanto pare, priva di fondamento). A sua volta, Drake ha insinuato (anche di questo non ci sono prove) che Lamar abbia commesso violenza domestica contro sua moglie e che il padre di uno dei suoi figli sia in realtà il manager Dave Free. Insomma, non si sono risparmiati.

Come spieghi la faida tra Lamar e Drake? Da molti punti di vista quanto accaduto è sorprendente. Onestamente non mi aspettavo che si arrivasse a tanto e che i toni diventassero così duri, anche perché in teoria né l’uno né l’altro hanno bisogno di farsi pubblicità: Drake ha stabilito diversi record di vendite, Lamar non ha raggiunto i suoi livelli ma è considerato il rapper più “colto” della sua generazione, almeno tra quelli di maggior successo, e ha vinto anche un premio Pulitzer per l’album Damn. Questo manzo, alimentata a dismisura dai social network, è sicuramente divertente per chi segue il rap, e il fatto che anche i media generalisti se ne siano occupati, non solo negli Stati Uniti, fa capire che dal punto di vista mediatico l’operazione è riuscita. Ma entrambi i contendenti, a volte, si sono concessi qualche colpo basso di troppo, ed è strano vedere trascinato in questa disputa un poeta come Kendrick Lamar, che dal punto di vista musicale forse ha anche vinto, ma al prezzo di un svilimento del suo profilo artistico. Alphonse Pierre su Pitchfork ha addirittura definito la faida tra i due artisti “Lo spettacolo più deprimente nella storia del rap”.

Allo stesso tempo, però, il fatto che i due artisti abbiano deciso di picchiarsi in pubblico nasconde il fatto che forse, in questo momento, le carriere di entrambi non sono al meglio: Drake non fa più i numeri di un tempo, e l’accoglienza riservata all’ultimo album di Lamar, Mr. Morale e i grandi passi (per quello che vale, mi è piaciuto), non è stato così trionfante come sperava il suo autore. Questa battaglia, tuttavia, li riportò al centro della scena. E il fatto che nell’ultimo diss track, Il cuore parte 6, Drake che accusa Lamar di sfruttare la situazione per promuovere il suo nuovo album (secondo varie indiscrezioni, in arrivo entro la fine del 2024) potrebbe essere una cattiveria gratuita. Ma forse non si è allontanata troppo dalla verità.

 
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