Identificata la ragazza trovata morta vicino ad Aosta, si tratta di una francese di 22 anni – News – .

Identificata la ragazza trovata morta vicino ad Aosta, si tratta di una francese di 22 anni – News – .
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La ragazza trovata morta in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d’Aosta, è una francese di ventidue anni. È stata identificata da alcuni parenti che ora si trovano nella questura di Aosta. È morta a causa di diverse coltellate al collo e all’addome che hanno causato una grave emorragia.

L’emorragia è collegata alle ferite trovate sul collo e sull’addome. Le ferite, probabilmente inferte da un’altra persona, sono state provocate da un coltello. È quanto emerge dall’autopsia condotta sul corpo della giovane dal medico legale Roberto Testi, che ha consegnato alla Procura di Aosta una relazione istruttoria parziale. Ci vorrà però qualche giorno per conoscere l’esito degli esami tossicologici.

Per saperne di più Agenzia ANSA Donna morta vicino ad Aosta, testimone di “due ragazzi sofferenti” – Notizie – Ansa.it “Martedì mattina, 2 aprile, quei due ragazzi erano qui davanti. Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i riccioli neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due goth, tutti di scuro. (ANSA)

Bisogna anche determinare l’ora stimata della morte e quanti giorni il corpo fosse rimasto lassù. La Procura di Aosta ha aperto un caso di omicidio. La vittima giaceva a terra nella cappella del villaggio abbandonato di Equilivaz, sopra La Salle, tra Aosta e Courmayeur. Ha i capelli scuri, indossava una felpa beige e dei leggings, aveva un piercing all’ombelico.

“Sembrava molto giovane, vent’anni ma forse anche più giovane, probabilmente era straniera” è la descrizione di chi ha visto il corpo. Accanto al corpo un pacchetto di marshmallow, della carta e della spazzatura. Non aveva con sé né documenti né cellulare. Al momento non è stata ancora identificata, gli investigatori stanno esaminando le denunce della sua scomparsa in Italia e all’estero. Dai primi accertamenti sulle ferite, l’ipotesi che emerge come la più probabile è quella di un delitto impulsivo, un attentato scoppiato magari per futili motivi e poi degenerato. Anche la posizione in cui è stata ritrovata la vittima, raggomitolata in posizione fetale, conferma questa tesi.

Gli investigatori sono alla ricerca di un uomo che – secondo alcune testimonianze – era stato notato in zona insieme ad una ragazza che corrisponde alla descrizione della vittima. Potrebbe essersi allontanato dalla Valle d’Aosta a bordo di un furgone rosso/bordeaux, parcheggiato da un paio di giorni vicino al sentiero che porta al villaggio abbandonato: le vie di fuga sono molte, i tunnel verso Francia e Svizzera sono a pochi chilometri . Alla ricerca di indizi (e di un numero di targa), i carabinieri stanno acquisendo tutte le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza poste sulla statale 26.

Il corpo è stato scoperto venerdì scorso intorno alle 14,30 da una persona del posto che stava passeggiando. C’erano evidenti segni di trascinamento a terra, che indicano che il corpo è stato fisicamente trasportato all’interno dell’ex cappella: l’eventuale attacco sarebbe quindi dovuto avvenire all’esterno, in mezzo alla boscaglia.

Un testimone: “Due ragazzi sofferenti”

“Martedì mattina, 2 aprile, quei due ragazzi erano qui davanti. Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i riccioli neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due goth, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri. E ho pensato anche ad un’altra cosa, di cui adesso mi vergogno moltissimo: era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo cosa sia il successo”. È il racconto di una testimonianza – raccolta e pubblicata dal quotidiano La Stampa – riguardante il ritrovamento di una ragazza morta in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d’Aosta.

“Mi sembravano – prosegue – due di quei ragazzini che si tagliano e si feriscono. Emo. Buio. Non so come definirli. Bambini sofferenti. Mi hanno detto che erano arrivati ​​dal confine svizzero. Cercavano un grande supermercato dove fare la spesa. E poi volevano andare in campeggio in montagna. Per questo so che il furgone di cui ho sentito parlare al telegiornale non esiste. Poiché mi hanno chiesto indicazioni per raggiungere la fermata dell’autobus, li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo”. “Parlava sempre. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, anzi. Non sembrava nemmeno qualcuno con problemi di droga. Era gentile con me. Non credo che l’abbia uccisa lui” conclude il testimone.

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