25 aprile, il ruolo delle Brigate Ebraiche nella Resistenza Italiana – .

25 aprile, il ruolo delle Brigate Ebraiche nella Resistenza Italiana – .
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Anche la Brigata Ebraica, un corpo di giovani volontari ebrei provenienti dalla Palestina ancora sotto mandato britannico, svolse un ruolo importante nella Resistenza italiana. Si formò nel settembre del 1944, quando si cominciò a comprendere la portata della Shoah. Si schierò sulla Linea Gotica in Romagna insieme agli Alleati e ai partigiani italiani e si sciolse nel 1946 (25 APRILE, AGGIORNAMENTI LIVE).

Le fasi

La Brigata ha svolto un periodo addestrativo ad Alessandria d’Egitto e successivamente anche in Italia, a Taranto e Fiuggi. Arrivò al fianco delle truppe scozzesi in provincia di Ravenna il 26 febbraio 1945. Il 28 dello stesso mese, si legge sul sito brigataebraica.it, il gruppo entrò a Rimini e pochi giorni dopo a Forlì, dove avvennero i primi scontri a fuoco con la Wermacht. Altri scontri si verificarono poi a Faenza fino allo sfondamento della Linea Gotica sul fronte del fiume Senio. L’ultimo conflitto con i tedeschi avvenne il 14 aprile. In due mesi di combattimenti morirono 51 volontari e molti altri rimasero feriti. La Brigata Ebraica operò sul fronte italiano dal 3 marzo al 25 aprile 1945: complessivamente 54 giorni di combattimenti. Le salme oggi si trovano nei cimiteri militari alleati, soprattutto a Piangipane e negli altri cimiteri della provincia di Ravenna, ma anche a Milano, Ancona, Salerno, Udine, Padova, Caserta e Bologna.

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La funzione della Brigata

La Brigata Ebraica aveva principalmente una funzione diversiva, disturbando e ingaggiando il nemico. Secondo lo storico israeliano Yigal Allon, i volontari erano addestrati ad affrontare la guerra “su larga scala”, ma in realtà erano impegnati in un settore statico del fronte. In Italia il ruolo dei volontari ebrei provenienti dalla Palestina è considerato prezioso soprattutto dal punto di vista umanitario, dato che furono molto impegnati nel sostegno e nell’assistenza dei profughi ebrei e dei numerosi orfani ospitati nei centri di raccolta e nei campi profughi di tutta la penisola.

Alla fine della guerra

Alla fine della guerra i volontari della Brigata Ebraica si adoperarono per aiutare i sopravvissuti ebrei a ritrovare i loro cari. A Milano gli ebrei palestinesi attivarono un centro ebraico a Palazzo Erba Odescalchi, in via Unione 5, e riaprirono la scuola ebraica in via Eupili 8. In quegli anni il centro di via Unione divenne un punto di incontro per i profughi ebrei provenienti da tutta Europa. Nel ’45 la Brigata Ebraica venne trasferita a Treviso. Qui avvennero i primi contatti con i sopravvissuti ai campi di sterminio, ai quali venne offerto aiuto per raggiungere la Palestina. Successivamente le autorità britanniche trasferirono la Brigata Ebraica nel nord Europa (Olanda e Belgio).

 
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