Israele è pronto ad attaccare Rafah – The Post – .

Civili palestinesi con un parente uccisi da un bombardamento israeliano a #Rafah (AP Photo/Fatima Shbair)

I movimenti dei soldati, le foto satellitari e le dichiarazioni dei principali leader politici e militari mostrano che #Israele sarebbe #pronto ad #attaccare #Rafah, l’ultima città del sud della Striscia di Gaza dove l’esercito israeliano non è ancora entrato, e dove si trova circa 1,4 milioni di civili palestinesi sono rifugiati.

L’attacco di #Rafah è stato confermato più volte dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che lo considera un elemento essenziale della missione israeliana volta a distruggere le infrastrutture e la forza militare di Hamas nella Striscia. # Allo stesso tempo, ormai da mesi, gli Stati Uniti e altri alleati di #Israele cercano di evitarlo, sostenendo che causerebbe un massacro di civili: #Rafah #è una città sovraffollata e piena di rifugiati, e un presidio militare # l’attacco potrebbe essere disastroso. # Nonostante ciò, varie mosse sembrano dimostrare che #Israele #sta completando i preparativi per un’operazione militare.

Innanzitutto, le foto satellitari mostrano che ormai da giorni #Israele sta preparando dei campi profughi che dovrebbero ospitare i civili palestinesi in fuga da #Rafah una volta iniziato l’#attacco. # Il Ministero della Difesa ha affermato di aver acquistato 40.000 tende, ciascuna con una capacità di 10-12 persone, e vari media hanno confermato, utilizzando immagini satellitari, che #Israele #sta costruendo tendopoli in alcune aree della Striscia di Gaza, in particolare a Khan Yunis, cittadina a circa cinque chilometri a nord di #Rafah, che era stata occupata negli ultimi mesi dall’esercito.

Un’altra zona di cui si parla come possibile destinazione per i civili che verranno sfollati da Rafah è la località di Al Mawasi, che si trova sulla costa anche a Khan Yunis. #Al Mawasi era già stata designata come zona sicura negli ultimi mesi, anche se #Israele l’ha ancora bombardata in alcune occasioni.

Foto satellitari di una tendopoli costruita fuori #Rafah

Foto satellitari di una tendopoli costruita fuori #Rafah (Immagine satellitare ©2024 Maxar Technologies tramite AP)

Secondo diversi critici, questi piani di evacuazione israeliani (che però non sono stati confermati dal governo) non sarebbero sufficienti ad evitare un disastro umanitario a #Rafah. # Innanzitutto le tende allestite sono poche: considerando la capienza dichiarata, #Israele dispone di tende per meno di 500mila persone, mentre i civili a #Rafah sono 1,4 milioni (è #vero però che anche nei precedenti attacchi contro in altre città si è trasferita solo una parte degli abitanti). # In secondo luogo, finora le operazioni di evacuazione si sono spesso rivelate complicate e pericolose. # #Israele dice ai residenti di andarsene lanciando volantini o telefonicamente, ma molto spesso questi annunci non arrivano, o arrivano in ritardo, e le vie di fuga sono rischiose.

A complicare le cose c’è il fatto che i civili palestinesi dovrebbero essere trasferiti in aree che sono già state devastate dalla guerra, o che sono già sovraffollate e inadatte ad accoglierli. # Ad esempio, la zona di Al Mawasi, #indicata come una delle possibili destinazioni, è da tempo piena di rifugiati, e mancano già infrastrutture fondamentali come servizi igienici e acqua pulita.

Un altro elemento che fa pensare che un attacco a Rafah sia imminente è il fatto che l’esercito israeliano ha richiamato in servizio due brigate riserviste, con ogni probabilità preparandosi a nuove operazioni militari. # Le brigate sono composte da un gruppo compreso tra 2 e 4mila soldati. # I riservisti sono cittadini israeliani che hanno completato il servizio militare obbligatorio e che possono essere richiamati temporaneamente per tornare nell’esercito per esercitazioni o in caso di crisi.

Una famiglia prepara il cibo tra le rovine di alcune case a Rafah

Una famiglia prepara il cibo tra le rovine di alcune case a #Rafah (AP Photo/Fatima Shbair)

Secondo il governo e l’esercito israeliano, un #attacco contro #Rafah è necessario perché in città sono ancora presenti ingenti forze di Hamas: #Israele sostiene di aver smantellato 20 dei 24 battaglioni che componevano le forze combattenti di Hamas, e che il i restanti quattro sarebbero tutti a #Rafah, rinforzati da combattenti che sarebbero fuggiti da altre zone della Striscia.

Un altro indizio che un attentato potrebbe essere vicino è anche il fatto che Hamas ha pubblicato mercoledì il video di un ostaggio, l’israeliano-americano Hersh Goldberg-Polin, rapito durante l’assalto di Hamas al festival musicale Supernova, lo scorso 7 ottobre. #Goldberg-Polin, che ha 24 anni, è rimasto gravemente ferito durante l’attentato, e da allora non si è saputo più nulla di lui: nel video appare con una parte del braccio sinistro amputata, e chiede al governo israeliano di farlo trovare un accordo per la liberazione degli ostaggi.

Tra l’altro, Goldberg-Polin afferma nel video che i bombardamenti israeliani hanno ucciso circa 70 ostaggi (dei 130 che si ritiene si trovino ancora nella Striscia di Gaza). # È un numero impossibile da confermare, soprattutto perché Goldberg-Polin ha chiaramente girato il video sotto costrizione, ma è probabilmente un segno che Hamas #sta cercando di suscitare una reazione da parte dell’opinione pubblica israeliana in vista dell’#attacco a #Rafah. # Dopo la pubblicazione del video, centinaia di persone in #Israele sono scese in piazza per manifestare, chiedendo il rilascio degli ostaggi.

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