Pedro Sánchez non si dimette, il premier spagnolo dopo l’inchiesta sulla moglie: “Non ci lasceremo fermare dal fango” – Il video

Pedro Sánchez non si dimette, il premier spagnolo dopo l’inchiesta sulla moglie: “Non ci lasceremo fermare dal fango” – Il video
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Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez continuerà a ricoprire la carica di capo del governo. Al termine di un periodo di riflessione di cinque giorni, il primo ministro socialista ha annunciato la sua decisione in una conferenza stampa al Palazzo della Moncloa, a Madrid. Il 24 aprile Sánchez ha colto tutti di sorpresa annunciando che stava pensando di dimettersi. A innescare il terremoto politico è stata la decisione del tribunale di Madrid di aprire un’indagine preliminare contro Begona Gomez, moglie del primo ministro, per presunta corruzione. L’indagine – per la quale la Procura ha chiesto l’archiviazione – è stata avviata da una denuncia di Mano Limpias, un autoproclamato sindacato con simpatie di destra. Si tratta, scrive El Paisdi un’organizzazione che in passato ha presentato diverse denunce “non portate a nulla” contro esponenti di sinistra, e che è stata essa stessa indagata per false accuse.

L’annuncio di Sanchez

“Prendo la decisione di continuare, se possibile con più forza”, ha detto oggi Sánchez, fugando le riserve sul suo futuro. «Non si tratta del destino di un particolare leader. Si tratta di decidere che tipo di società vogliamo essere. Il nostro Paese ha bisogno di questa riflessione. Abbiamo lasciato che il fango contaminasse la nostra vita pubblica per troppo tempo”, ha insistito il primo ministro spagnolo. E poi ancora: «Chiedo alla società spagnola di dare ancora una volta l’esempio. I mali che ci affliggono fanno parte di un movimento globale. Mostriamo al mondo come si difende la democrazia”. Un ringraziamento, infine, a chi gli ha chiesto di continuare: «Vogliamo ringraziarvi per le manifestazioni di solidarietà ricevute da tutti i settori. Grazie alla mobilitazione sociale, che ha influito”.

La lettera ai cittadini

Nella lettera della settimana scorsa, Sánchez denunciava l’esistenza di una continua “operazione di demolizione” contro lui e sua moglie, con “attacchi orchestrati dalla destra e dall’estrema destra” e con la complicità “dei media e del settore giudiziario” ultraconservatori, che hanno non ha mai riconosciuto come legittima la coalizione progressista del suo governo. Nel fine settimana migliaia di cittadini sono scesi in piazza davanti alla sede del Partito socialista spagnolo e davanti al Congresso dei deputati per chiedergli di “resistere” e di non rinunciare alla carica di capo del governo.

La “totale incertezza”

Fino all’annuncio di questa mattina nessuno in Spagna aveva idea di cosa avrebbe fatto Sánchez. El País, il quotidiano più letto del Paese, ha parlato di “incertezza totale”. Da mercoledì scorso, il primo ministro è rinchiuso a Moncloa nel più stretto segreto, circondato dalla sua famiglia. Sánchez ha risposto solo agli appelli di solidarietà di altri leader internazionali e alle consultazioni con i ministri.

In copertina: il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez al Consiglio europeo del 18 aprile 2024 a Bruxelles (EPA/Olivier Hoslet)

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