Domenico Scarcella, l’85enne ex finanziere che ha messo in fuga i ladri – .

Domenico Scarcella, l’85enne ex finanziere che ha messo in fuga i ladri – .
Domenico Scarcella, l’85enne ex finanziere che ha messo in fuga i ladri – .

Bergamo. Domenico Scarcella, detto Mimmo, non è abituato alle luci dei riflettori. O meglio, spiega di essere un po’ allergico. “Da giovane lavoravo per la Guardia di Finanza. Quando arrestavo qualcuno e mettevano la mia foto sul giornale, pensavo: ma perché? Non voglio la mia faccia lì.”

Alla fine anche questa volta ha dovuto arrendersi. “Insomma siete stati tutto il giorno davanti a casa mia – dice con tono un po’ seccato ai giornalisti, molti inviati a Bergamo dalle tv nazionali -. Davvero, tutta questa visibilità non è necessaria.” Poi, però, spalanca le porte della sua affascinante villa, l’ultima in fondo a una stradina di via Longuelo, accanto ai campi da golf. “Non è mio, ma di mia moglie che è psicoterapeuta – insiste l’85enne -. Se scopre che ti ho fatto entrare…”.

Sabato sera erano da poco passate le 21 e l’allarme antifurto non era ancora inserito. Scarcella, maresciallo in pensione, palermitano trapiantato a Bergamo, stava guardando in tv la partita Lazio-Verona. “Anche se tifo Atalanta – chiarisce subito -. Mi sono addormentato, poi ho visto quei due entrare nella mia stanza.

“Quei due” sono gli albanesi di 26 e 27 anni arrestati dalla Squadra Mobile con l’accusa di rapina aggravata. Tutti vestiti di nero e con il volto distorto da un passamontagna, hanno afferrato Scarcella per il bavero del pigiama gridando: “Soldi, soldi, soldi!”. “Era tutto buio – aggiunge -. Avevano già perquisito i cassetti dove tengo gli assegni. Avevano la borsa in mano quando ho detto loro che i soldi, 500 euro, c’erano. Ma loro hanno continuato a insistere”.

Rapina in abitazione a Longuelo: la polizia arresta i due responsabili

C’è poco tempo per pensare, forse è meglio agire, avrà pensato il vecchio. “Volevo fargli fare una mossa di judo, ma erano in due e avevano qualcosa in mano. Non so cosa, forse un piede di porco, non certo dei fiorellini. Quindi, ha preso la sua pistola. 38 Smith & Wesson e premette il grilletto. “Cecamente, per spaventarli, non volevo colpirli.” Fatto sta che il proiettile, forse rimbalzando – non è chiaro – ha sfiorato il collo di uno dei due mandandoli in fuga entrambi.

“Qualcuno era già entrato in casa mia dieci anni fa per rubarmi i quadri – continua Scarcella -. L’assicurazione mi ha rimborsato 15mila euro, ma da allora dormo con l’arma sotto il cuscino. Per me è un deterrente, non ho mai pensato di fare del male a nessuno. Ma la paura sale dopo certe situazioni, è inevitabile”.

Il segno del proiettile è vicino al soffitto della camera da letto. Lo indica con il dito. “Non ho mirato ai ladri – ribadisce -. Ho detto loro dov’erano i soldi, ma hanno insistito. In quel momento ho pensato a mio nipote, che solitamente viene qui il sabato. E a mia moglie.” Ha detto che era nella casa al piano di sopra e che ha scambiato il suono dello sparo per suo marito che cadeva dalle scale. “Pensavo che avrebbero potuto farle del male.”

Per anni l’ex maresciallo Scarcella ha lavorato nella vecchia sede della Guardia di Finanza in via dei Partigiani. “Cosa dico ai ladri? Per cambiarti la vita, perché ce ne sono già troppi in giro”. L’anziano, interrogato a lungo in questura, racconta di essersi rivolto all’avvocato Boni di Bergamo, che definisce “un amico”. “Nel caso ci fossero delle conseguenze anche per me – conclude – vorrà dire che mi costituirò parte civile nel processo”.

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