Toti agli arresti domiciliari per corruzione, cosa succederà in Regione Liguria – .



Tgcom24




L’interrogatorio del mandato

Il gip ha fissato per venerdì l’interrogatorio di Giovanni Toti, mentre sabato saranno ascoltati l’imprenditore della logistica Aldo Spinelli e il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani.

La reggenza

Per ora l’attività amministrativa della Regione, assicura l’ente, prosegue senza interruzioni con la reggenza pro tempore del vicepresidente leghista Alessandro Piana, numero due della Regione e assessore ligure all’Agricoltura, il cui nome è finito qualche mese fa – non come indagato – in un’altra inchiesta genovese legata a presunti festini con vip e escort. Piana ricoprirà l’incarico fino a diversa decisione, come previsto in caso di impedimento temporaneo, mentre Toti è sospeso dall’incarico, per effetto della legge Severino.

Dimissioni o mozione di sfiducia

L’arresto di Toti arriva nel pieno del suo secondo mandato, mentre il dibattito dei mesi scorsi avviato dallo stesso governatore spostava l’asticella verso lo sblocco del limite ai rinnovi dei presidenti delle Regioni italiane (ipotesi che aveva creato malumori anche all’interno dei partiti di maggioranza), ora in Liguria lo scenario cambia improvvisamente. Anche se le dimissioni sono un’ipotesi lontana e incerta, e lo stesso Piana ha ribadito che «non c’è alcun sentore che ci saranno elezioni anticipate», va considerato che anche la maggioranza potrebbe spingere in questa direzione. Oltre all’opposizione, anche Fratelli d’Italia potrebbe uscirne rafforzato puntando su uno dei suoi candidati. Secondo gli osservatori, infatti, il partito della Meloni ha già un nome, quello di Massimo Nicolò, medico ed ex sindaco di Genova. Se non venisse presa in considerazione l’opzione delle dimissioni, l’opposizione dovrebbe presentare una mozione di sfiducia e, in questo caso, non è da escludere che qualcuno della maggioranza di centrodestra possa votare a favore. Se la mozione passasse, Toti verrebbe deposto e l’intero consiglio regionale cadrebbe. E ci sarebbe una votazione anticipata.

Voto anticipato

Il mandato di Toti sarebbe scaduto l’anno prossimo, a settembre, in virtù delle ultime elezioni organizzate dopo la prima ondata di Covid e per questo è stato spostato all’autunno. Già qualche mese fa, in vista della scadenza del mandato, c’era chi pensava tra i corridoi della Regione che probabilmente si opterebbe per una proroga, consentendo così un rinvio alla primavera 2026 per non votare in autunno e riallinearsi con le altre elezioni locali in Italia. Uno scenario destinato a cambiare e su cui pesano non solo le incertezze sulla durata del provvedimento contro Toti ma anche gli equilibri politici dei suoi alleati. In caso di dimissioni o mozione di sfiducia ed elezioni anticipate, il voto si terrà probabilmente in autunno, tra settembre e ottobre. Sicuramente è impossibile per la Liguria votare insieme alle europee di giugno, non avendo i tempi tecnici necessari per indire le elezioni.

Piana: “Nessun accenno di elezioni anticipate”

Ipotesi per ora scartate. “Confermo la mia stima e il mio sostegno a Toti, sono certo che ha agito nell’esclusivo interesse della Regione”, ha spiegato il presidente pro tempore Alessandro Piana. Secondo Piana il voto anticipato non sarebbe una soluzione. “La Regione Liguria rappresenta le persone, i territori, fornisce servizi e per questo la macchina amministrativa non può essere fermata. Lo dobbiamo ai liguri e ogni consigliere continuerà a svolgere l’attività amministrativa”, ha sottolineato. “Abbiamo già programmato il prossimo consiglio – ha continuato Piana -, siamo avanti su molti impegni e se devo fare il punto su quello che è stata finora l’amministrazione Toti in termini di investimenti, infrastrutture e progetti realizzati credo che nessuno può metterlo in discussione e nessuno lo farà finché questa vicenda non sarà chiarita, spero il prima possibile. Dal punto di vista della maggioranza in consiglio abbiamo già sentito quasi tutti i capigruppo e i consiglieri e non c’è alcuna idea che si vada alle elezioni anticipate”.

Salvini: “Dimettersi sarebbe una resa”

Sul caso è intervenuto anche Matteo Salvini. “Dimettersi sarebbe una resa, dal mio punto di vista. Perché domani qualsiasi indagine, avviso di accertamento o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco”, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Non mi sento di suggerire nulla a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore – ha aggiunto -. Credo che in Italia e in tutti i paesi civili, chiunque sia colpevole, se condannato nei tre gradi di giudizio, non basti un’indagine. Lo invito a dimostrare di aver lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano presto la possibilità di farlo”.

 
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