Bce: arriva il verdetto sui salari, l’inflazione avverte Lagarde. Taglio del tasso dell’euro: e adesso? – .

Lo ha annunciato oggi la Bce l’attesissimo rapporto sull’andamento salariale nell’area euro nel primo trimestre del 2024, considerato dalla presidente Christine Lagarde come una condizione sine qua non per decidere se tagliare i tassi del blocco per la prima volta dal 2019, nella prossima riunione del Consiglio direttivo, fissata per il 6 giugno.

Il faro che illuminerà il cammino della Bce di Christine Lagarde nello stabilire la futura direzione dei tassi è finalmente stato acceso, e per ora possiamo dire che le indicazioni non piaceranno certo al presidente della Banca Centrale Europea.

Nell’Eurozona, nei primi tre mesi del 2024, le retribuzioni negoziate sono infatti tornate a crescere ad un ritmo annuo del 4,7%, allo stesso ritmo registrato nel terzo trimestre del 2023, quindi in recupero rispetto al 4,5% dell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Ciò segnala che la crescita dei salari negoziati è rimasta elevata nell’area dell’euro”, viene letto nel rapporto della Bce dedicato all’andamento salariale nell’Eurozona.

Arriva il verdetto sugli stipendi. Nel primo trimestre del 2024 la tendenza tornerà a rialzarsi

“Monitorare i salari dell’area euro in tempi eccezionali”, è il titolo del rapporto della Bce, che dice tutto sul grande grattacapo dell’inflazione che rischia di tornare ad affliggere l’Eurotower.

I tempi, infatti, sono “eccezionali”, con un’inflazione che non sembra voler restare dietro le quinte.

Tutt’altro, almeno sulla base delle indicazioni arrivate oggi dagli stipendi.

Il fatto che il ritmo di crescita ha accelerato dal 4,5% al ​​quale aveva rallentato nell’ultimo trimestre del 2023, tornando al +4,7%, Lagarde, ancora ossessionata dall’inflazione, non apprezzerà certo la cosa, nonostante la maggiore flessibilità mostrata nell’aprire alla possibilità di tagliare i tassi il 6 giugno. Maggiore flessibilità che è stata evidenziata di recente visto che, proprio nei giorni scorsi, parlando dall’Irlanda, il presidente dell’Eurotower ha indicato la presenza di “una forte probabilità” di un imminente taglio dei tassi.

Oggi la doccia fredda è arrivata dal rapporto salari pubblicato sul blog della Bcescritto dagli economisti Sarah Holton e Gerrit Koester.

L’indicatore della Bce che monitora l’andamento dei salari – “weal tracker” – “un importante strumento utilizzato per valutare l’andamento dei salari nell’area dell’euro” segnala che, nel complesso, le pressioni salariali si sono attenuate rispetto al 2023. Allo stesso tempo – e questo è l’avvertimento che l’inflazione ha praticamente lanciato a Lagarde – si prevede che la crescita salariale rimarrà elevata nel 2024, mostrando un andamento irregolare”.

“Questi sviluppi – si legge – riflettono la natura scaglionata del processo di aggiustamento salariale, in una fase in cui i lavoratori continuano a ripristinare le perdite salariali reali subite a causa degli shock dei prezzi del passato”.

C’è però un altro fattore che ha influito e incide sull’andamento salariale e che fa riferimento al “ruolo importante che i pagamenti straordinari svolgono in questo processo”. Possedere “Questi pagamenti straordinari sono alla base della crescita dei salari negoziati nell’area euro durante il primo trimestre”.

I due economisti hanno sottolineato che, nel complesso, gli stipendi iniziano nel 2021 – misurabili attraverso il compenso per dipendente (CPE) – si confermano elevati nell’Eurozona.

Il picco di crescita è stato raggiunto nel 2023, quando il trend è salito al +5,2%, al tasso annuo record dalla nascita dell’euro.

Considerati i legami che hanno con l’inflazione – attraverso i canali della domanda e dell’aumento dei costi – i salari sono attentamente monitorati dalle banche centrali – hanno ricordato gli economisti, sottolineando che, “alla luce dell’importanza dei costi di input del lavoro nel settore dei servizi, i salari sono particolarmente importanti per l’inflazione dei servizi”.

A sua volta l’inflazione dei servizi “riflette in gran parte le pressioni inflazionistiche interne ed è strettamente legato alla crescita salariale a medio termine, il che implica che le prospettive di crescita salariale sono particolarmente cruciali per le prospettive dell’inflazione interna”, hanno spiegato Sarah Holton e Gerrit Koester.

Nell’illustrare l’andamento dei salari, gli economisti hanno fatto riferimento all’indicatore della Bce relativo alla crescita delle retribuzioni negoziate nell’area dell’euro, che ha cominciato a essere elaborato nel 2001, basandosi sui dati di nove paesi: Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia, Olanda, Austria, Portogallo e Finlandia.

Tale indicatore, è stato sottolineato, “viene pubblicato con cadenza trimestrale e comprende aumenti salariali strutturali, nonché pagamenti straordinari”.

Oltre a sottolineare che la crescita di questo indice è passato dal ritmo dell’1,4% nel 2021 al +4,5% nel 2023, la Banca Centrale Europea ha riportato i dati del primo trimestre 2024, che confermano l’accelerazione della crescita salariale ad un tasso del +4,7%.

Quell’indebolimento della crescita salariale dal +4,7% nel terzo trimestre del 2023 al +4,5% negli ultimi tre mesi dello scorso anno durò quindi un quarto.

I dati ha sorpreso lo stesso pubblico di economisti, che avevano previsto un trend stabile o al ribasso.

Per influenzarne l’accelerazione è stato il fattore Germania, come era già stato anticipato ieri, quando lo ha annunciato la Bundesbank, la banca centrale tedesca Nel periodo gennaio-marzo i risarcimenti nella prima economia europea sono aumentati del 6,2%. grazie a quei pagamenti straordinari che venivano concessi ai lavoratori per compensare l’aumento del costo della vita.

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La Bce ha ricordato la differenza che esiste tra l’indice che essa stessa elabora e che monitora l’andamento salariale – “wealy tracker” – e la voce cosiddetta salario negoziato, sottolineando che i “wealy trackers” vengono calcolati sulla base di microdati relativi ai contratti salariali che sono fornito da Bundesbank, Bancode España, associazione dei datori di lavoro olandese AWVN, banca nazionale austriaca Oesterreichische, Banca d’Italia e Banque de France.

Inoltre, gli economisti hanno sottolineato, per quanto riguarda i salari negoziati utilizzando i sistemi di tracciamento salariale della BCE, che questi numeri tengono conto pagamenti straordinari relativi al mese in cui sono stati pagati. I sistemi di monitoraggio salariale della BCE che includono pagamenti straordinari distribuiscono invece l’impatto dei pagamenti straordinari su un periodo di 12 mesi.

Guardando al futuro, lo ha rivelato il rapporto odierno della BCE si prevede che la crescita dei salari negoziati rimarrà elevata nel 2024, qualcosa che è in linea con “la persistenza che è già stata scontata nelle stime elaborate dallo staff dell’Eurosistema e che riflette il processo di aggiustamento salariale che dura diversi anni”.

La buona notizia è che nell’analisi dell’Eurotower si legge proprio questo “Le pressioni salariali sono destinate a rallentare nel 2024” e che i dati salariali monitorati dalla BCE (cioè i salari tracker) relativi ai primi mesi dell’anno indicano che le stesse pressioni si stanno allentando.

Lo stesso quadro emerge da altri indicatori. Ad esempio, dall’indagine telefonica con cui la BCE ha intervistato le imprese dell’area euro nel marzo di quest’anno è emerso questo le aziende stimano un rallentamento della crescita salariale dal +5,4% nel 2023 al +4,3% nel 2024.

Ancora, dall’indagine BCE elaborata nell’aprile 2024 che porta il nome di Accesso ai finanziamenti delle imprese (SAFE) È emerso che le aziende si aspettano che i salari nell’area dell’euro crescano nei prossimi 12 mesi, in media, del 3,8%. a un ritmo più lento rispetto al +4,5% del sondaggio precedente per l’autunno 2023.

Resta però da vedere se queste rassicurazioni saranno convincenti Lagarde fa il grande passo il primo dopo la serie di aumenti tariffari varati nel 2022 e nel 2023.

Se per ora la prospettiva di un taglio a giugno è ancora praticamente scontata, la probabilità di un ulteriore taglio a luglio sembra orientata a contrarsi sempre più, anche a causa del dilemma che attanaglia il mercato La Fed di Jerome Powell.

Va detto che la probabilità di due tagli consecutivi dei tassi dell’area euro da parte della Bce, nelle riunioni di giugno e luglio del Consiglio direttivo, era già stata minata nei giorni scorsi dal membro del Comitato Esecutivo Isabel Schnabel, nonostante la rivelazione emersa con la pubblicazione del verbale relativo all’ultima seduta dell’11 aprile.

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Il primo taglio dei tassi da parte della BCE nell’imminente riunione del 6 giugno 2024 resta quindi quasi certo. Per quanto riguarda le conseguenze, la speranza di tagli consecutivi tuttavia, continua a indebolirsi.

 
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