‘Sono stato tradito, un buco da 100 milioni’. Allarme dai sindacati – .

‘Sono stato tradito, un buco da 100 milioni’. Allarme dai sindacati – .
‘Sono stato tradito, un buco da 100 milioni’. Allarme dai sindacati – .

Luciano Benetton, fondatore dell’omonimo Gruppo, lascerà la sua azienda. Lo ha annunciato in un’intervista a Il Corriere della Sera: “In sintesi, mi fidavo e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola. Qualche mese fa ho capito che c’era qualcosa che non andava. Che la fotografia del gruppo che ci hanno ripetuto i vertici nella gestione del consiglio di amministrazione non era reale”. L’imprenditore ha denunciato un buco di 100 milioni.

“Un buco di bilancio di 100 milioni”

«Per fortuna avevamo deciso già da tempo di ritirare la Benetton dalla Borsa. E quindi i rischi imprenditoriali erano e sono tutti in mano alla famiglia”, ha spiegato il fondatore. “Solo il 23 settembre 1923 furono accennati alcuni problemi, ma in modo sottile. E tutto sembrava essere sotto controllo”. Poi «in uno dei consigli dei mesi successivi esplode la bomba, ecco il punto. All’improvviso presentano un drammatico buco di bilancio, uno shock che ci lascia senza fiato. Saremo intorno ai 100 milioni”. Ora, aggiunge, “bisogna guardare avanti, un progetto per il futuro verrà fatto nei prossimi mesi. Abbiamo perso quattro anni e questo rende tutto più difficile non avendo la bacchetta magica. Purtroppo ci saranno dei sacrifici da fare”.

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Le fasi

Benetton ricorda gli anni passati e le fasi principali del suo rapporto con l’azienda: “Sono uscito dall’azienda nel 2012 con l’azienda sana, con 2 miliardi di fatturato e redditizia, anche se la logica dice che si può sempre fare meglio. Solo dopo forte insistenza di mio fratello Gilberto ho deciso di ritornare nel 2018, poco prima della sua morte. Appena tornato cercavo di risolvere gli errori più evidenti, verso la fine del 2019 mi suggeriscono di candidarmi per il ruolo di amministratore delegato”. E continua: “La scelta ricade su un candidato che viene dalla montagna, mi piace, mi dico ‘scarpe grosse con un bel cervello’, si presenta con un’evidente voglia di capire e farsi carico dei problemi, compresi il gruppo dirigente da integrare”. Anche se qualche preoccupazione nasce quando «vengo avvertito da un’accorata telefonata di un conoscente di non proseguire con questa persona perché la definisce assolutamente inadatta a un incarico così complesso». E infine: “…il consulente che me lo ha proposto mi rassicura ribadendo che la persona è ambiziosa e molto adatta a crescere professionalmente”, dice Benetton, assumendosi “la responsabilità di aver fatto la scelta sbagliata”.

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I sindacati sono allarmati

Nel solo trevigiano il gruppo, tra le sedi di Ponzano Veneto e Castrette di Villorba, conta un organico di circa 1.300 unità. Da tempo sono previsti ammortizzatori sociali e incentivi all’esodo volontario per un importo di circa 50mila euro. I sindacati temono però che queste misure “potrebbero non essere più sufficienti ad attutire l’impatto sociale che una situazione come quella delineata dal fondatore” potrebbe avere sul bacino occupazionale trevigiano. Riguardo agli aspetti caratteriali di alcuni manager, evidenziati nell’intervista dallo stesso Benetton, i sindacalisti affermano: “Non tanto l’amministratore delegato (Massimo Renon, ed), ma altri personaggi che gli rispondono hanno più volte espresso un tono di arroganza da ‘Marchese del Grillo’, rifiutando occasioni di confronto con manager presenti da molti anni nel sistema Ponzano Veneto”.

Cisl: “Benetton è in crisi da anni, perdite per 1 miliardo dal 2013”

“La somma dei deficit di Benetton Group dal 2013 ad oggi supera il miliardo di euro, quindi non è la prima volta che l’azienda si trova a dover recuperare una perdita di bilancio di oltre 100 milioni come quella di quest’anno. saldare i debiti è sempre stato compito di Luciano Benetton, che non ha mai fatto ricadere pesantemente sui lavoratori il prezzo della crisi”, dice Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl di Treviso, dopo le dichiarazioni del fondatore Luciano Benetton. “Come sindacato tendiamo la mano a Benetton – aggiunge – e la invitiamo a coinvolgere nelle scelte strategiche i lavoratori e il grande know-how presente in azienda a tutti i livelli”. E prosegue: “Non esistono aziende paragonabili a Benetton, dove in una situazione di negativo così significativo che dura da anni c’è un imprenditore disponibile ad appianare la situazione debitoria per andare avanti, iniettando le proprie risorse e quelle del holding di famiglia nella società. Luciano – dice il sindacalista – è amato e stimato dai lavoratori proprio per questo”. Ora, conclude, “chiediamo che non siano i dipendenti, innocenti delle scelte strategiche, a pagare il prezzo di una crisi che, tra l’altro, negli ultimi anni è stata acuita dal Covid, dal pesante attacco hacker subito dall’azienda e dagli eventi geopolitici che hanno avuto un impatto significativo sul fatturato, tanto che il settore della moda, soprattutto nella fascia media, ha registrato risultati negativi nell’ultimo anno e mezzo”.

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L’incontro del 18 giugno e il viaggio del Renon

Luciano Benetton aveva fondato il gruppo nel 1965, insieme ai suoi fratelli. I dissidi con l’amministratore delegato Massimo Renon e l’addio della stessa Benetton preparano ormai l’azienda di Ponzano a un nuovo corso. Ancora non si conoscono i conti del 2023 mentre l’attenzione è ora sull’assemblea del 18 giugno. Renon è entrato nel Gruppo quattro anni fa, nel marzo 2020 da Marcolin, azienda che produce occhiali. L’obiettivo era dare un’ulteriore accelerazione al processo di rilancio aziendale già avviato nel 2018 dal presidente Luciano Benetton per un gruppo che, secondo i dati al 2022, è presente in 80 Paesi del mondo con più di 3.700 negozi. Gli esordi di Renon sono alla Giacomelli Sport dopo la laurea in Scienze Politiche con specializzazione in Gestione Aziendale alla Bocconi di Milano e alla Columbia University di New York. Poi Luxottica, dove ha maturato una forte esperienza internazionale. Nel 2010 entra in Ferrari, per poi passare in Safilo e successivamente nel Gruppo Kering, dove partecipa alla costituzione e allo start-up della divisione Eyewear. Nel Consiglio siedono, oltre a Luciano, anche Christian Benetton (figlio del defunto Carlo), Franca Bertagnin Benetton (figlia di Giuliana) ed Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton (figlia di Gilberto, scomparsa nel 2018). Tutti e tre fanno anche parte del consiglio d’amministrazione della holding Edizione che, oltre a quelle di Benetton, ha diverse altre partecipazioni e di cui è presidente Alessandro Benetton, figlio di Luciano. Alessandro ha lasciato il CdA di Benetton nel 2016, dopo esserne stato anche presidente fino al 2014, per una diversa visione strategica. «Quando vedi che è necessario un momento di discontinuità, e invece le cose vanno a rilento, lasci andare», affermò nel 2019 parlando della sua uscita.

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