“Noi saremo in Aula” – .

“Noi saremo in Aula” – .
“Noi saremo in Aula” – .

Italia viva E Azione non parteciperanno al dimostrazione organizzato dall’opposizione contro il governo di Giorgia Meloni. PDMovimento 5 Stelle, Alleanza della Sinistra Verde e Più Europa scenderà in piazza per contestare le riforme sull’autonomia differenziata e sulla Premiership, proprio nel giorno in cui arriverà il voto del Parlamento. Tutto questo a pochi giorni dall’attacco alla Camera, definito una risposta alle “provocazioni” dell’opposizione.

“La manifestazione di domani? Se vuoi organizzare un evento su temi così rilevanti, devi farlo condividere contenuti e metodi“, Egli ha detto Enrico Borghi Di Italia Viva A Cielo TG24. “In questo caso però qualcuno ha deciso prima di fare questa manifestazione, di farlo con i propri contenuti, profilo e piattaforma e poi per estendere la sua bontà agli altri”, ha aggiunto il senatore. Non è ancora chiaro come voteranno i membri del partito Matteo Renzi sulle due riforme. Ma alla manifestazione dell’opposizione non dovrebbero esserci nemmeno deputati Carlo Calenda. «Domani, come ho spiegato a Schlein, siamo al Senato e alla Camera su Premiership e Autonomia. Adesso questa battaglia va combattuta in Parlamento. Quando ci sarà il referendum bisognerà portarlo nel Paese. La nostra preoccupazione è che nei prossimi mesi si parlerà solo di questo, mentre i salari, la scuola e l’assistenza sanitaria continueranno a crollare”, ha affermato il leader di Action.

Mentre scendono in piazza Pd, M5s, Avs e Più Europa, l’elezione diretta del premier dovrebbe ricevere il via libera del Senato, il primo dei quattro necessari per approvare una proposta di legge. riforma costituzionale. Mentre autonomia differenziata potrebbe diventare legge già giovedì a Montecitorio. Martedì, quindi, potrebbe essere un’altra giornata calda per maggioranza e opposizione. Alla Camera si riuniranno 11 deputati in meno, costretti ad assentarsi perché coinvolti nella vicenda rissa mercoledì e quindi sanzionata con una sospensione di qualche giorno. Non ci sarà, per esempio Igor Iezziil numero due della Lega a Montecitorio che ha provato a colpire in faccia il collega 5 Stelle Leonardo Donno, sospeso a sua volta. Anche assente Federico Mollicone di FdI, presidente della commissione Cultura, indicato tra gli aggressori di Donno.

Nel calendario della Camera, dalle 14 c’è il decreto sui sindacati nel mondo militare, ma si farà sicuramente in fretta. L’obiettivo della maggioranza – è una voce insistente nel centrodestra – è accelerare il rientro sull’autonomia e recuperare il tempo perduto. Ce la farà la Lega, che potrà così fregiarsi del traguardo più ambito dai nordisti e invocato ogni anno Pontida dispiegando sul palco lo stendardo del leone di San Marco di Venezia. Più dubbiosa, invece, è una parte di Forza Italia, che al suo interno nutre riserve e distinguo. Preoccupa soprattutto la sorte del Sud, dove il partito di Arcore ha ottenuto percentuali elevate alle ultime elezioni europee. Martedì, più o meno alla stessa ora, dovrebbe concludersi al Senato la battaglia per la Premiership, iniziata a novembre in Commissione. Pochi dubbi sull’esito finale.

 
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