“La riforma distrugge il principio della separazione dei poteri, non possiamo restare in silenzio” – .

“La riforma distrugge il principio della separazione dei poteri, non possiamo restare in silenzio” – .
“La riforma distrugge il principio della separazione dei poteri, non possiamo restare in silenzio” – .

“La nostra Costituzione È un testo che va maneggiato con cura“. Nel giorno in cui ci aspettiamo il primo Sì alla riforma presentato in anteprima desiderato da Governo Meloni al Senato e mentre l’opposizione si prepara a scendere in piazza, ci sono 180 costituzionalisti ad intervenire contro il progetto di modifica della Carta. L’appello fa seguito alle parole del senatore a vita Liliana Segre che, solo un mese fa, aveva parlato di aspetti “allarmanti” della proposta: “Non posso e non voglio restare in silenzio”, Egli ha detto. Tra i firmatari ci sono anche tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale (Ugo de Siervo, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky), un vice emerito Enzo Cheli e decine di professori universitari.

L’appello: “Ecco perché prendiamo posizione collettiva” – “La nostra Costituzione”, è l’incipit dell’appello, “è un testo che va maneggiato con cura e è naturale che questa attenzione debba essere massima da tutti i cittadini quando il piano di cambiamento tocca i suoi punti chiave”. I 180 iniziano spiegando le ragioni che li hanno spinti a parlare insieme: «Non è frequente che i costituzionalisti, studiosi di professione della Carta, prendere posizione collettivamente firmare appelli pubblici. Molti di loro sono più favorevoli a prendere posizioni individuali, magari negli spazi più protetti delle aule universitarie o in udienze o convegni.
Ci sono però momenti nella vita di un Paese in cui il progetto di cambiamento delle regole fondamentali assume un significato preoccupante. Sono i tempi in cui alcune personalità di altissimo valore morale, pur non essendo ‘dentro l’opera’, sentono il bisogno di uscire allo scoperto per segnalare possibili pericoli”. Punto di partenza e stimolo, spiegano, sono state proprio le parole di Segre: “È quanto accaduto il 14 maggio scorso, quando la senatrice a vita Liliana Segre ha chiesto la parola per intervenire nel dibattito sulla Premiership che si stava svolgendo al Senato. Camera. Ascoltando quelle parole pronunciate con tanta autoritàmolti costituzionalisti e studiosi di diritto pubblico, anche quelli meno abituati a firmare ricorsi, hanno deciso di non prendere posizione autonoma ma di schierarsi al fianco di Liliana Segre”.

Preoccupazioni, quelle di Segre, che vengono fatte proprie dai parlamentari. «Tutti i timori espressi nell’accorato intervento del senatore Segre sono fondati. La creazione di un sistema ibrido, né parlamentare né presidenziale, mai sperimentato in altre democrazie, introdurrebbe contraddizioni irrimediabili nella nostra Costituzione. Anche una minoranza limitata, attraverso un premio, potrebbe prendere il controllo di tutte le nostre istituzioni, senza più contrappesi e controlli. Il Parlamento correrebbe il rischio di non rappresentare più il Paese e di diventare un mero organismo di servizio del governo, distruggendo così la separazione dei poteri. Il Presidente della Repubblica si ridurrebbe al ruolo di notaio e rischierebbe di perdere il suo ruolo di arbitro e garante”. Poi i costituzionalisti chiudono: “Di fronte a tutto questo anche noi – come il Senatore – non possiamo e non vogliamo tacere. Facciamo appello a tutte le forze politiche affinché prevalga l’interesse generale, ascoltiamo gli allarmi che autorevolmente sono stati lanciati e preveniamo i pericoli. Finché abbiamo tempo.

 
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