“Persi 45 miliardi”. Banca d’Italia cancella il Superbonus – .

“Persi 45 miliardi”. Banca d’Italia cancella il Superbonus – .
“Persi 45 miliardi”. Banca d’Italia cancella il Superbonus – .

Nel Movimento 5 Stelle ci sono ancora alcuni talebani che difendono il superbonus, nonostante la raffica di critiche ricevute dalle più importanti realtà economiche italiane e non. L’ultima tragica sconfitta del provvedimento fortemente voluto dal governo Conte-bis, l’era giallorossa che ha prodotto più danni che altro, è racchiusa in Studio della Banca d’Italia diffuso ieri e firmato da tre economisti, ovvero Antonio Accetturo, Elisabetta Olivieri e Fabrizio Renzi. Una vera Caporetto, con buona pace dei fondamentalisti pentastellati che continuano a elogiare l’operato di Giuseppi.

UN perdita secca di 45 miliardi: questa la drammatica stima della Banca d’Italia sull’impatto dei superbonus e dei bonus di facciata, una spesa da 170 miliardi tra il 2021 e il 2023. I numeri parlano chiaro e non lasciano spazio a interpretazioni: quasi un quarto di quella spesa è stato buttato via . La ragione? Quegli investimenti edilizi sarebbero stati fatti anche senza incentivi pubblici. Ma Via Nazionale ha evidenziato un altro dettaglio importante: la misura non si è ammortizzata. Anzi: le entrate fiscali aggiuntive generate dai bonus sono state “notevolmente inferiori al loro costo lordo per le casse dello Stato, comportando un ulteriore accumulo di debito pubblico che verrà ripagato in futuro”, riferisce Repubblica.

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spinta al PIL del superbonus non era nemmeno completo, secondo Banca d’Italia perché il moltiplicatore fiscale era poco inferiore a uno. In altre parole, il rapporto tra il Pil generato dai bonus e il loro costo non era paritario. Contrariamente a quanto profetizzato dall’autoproclamato difensore del popolo, ogni euro di spesa pubblica produceva meno di un euro di entrate fiscali: “Le entrate erano di gran lunga inferiori ai costi”. Secondo Via Nazionale, sia il superbonus che i bonus facciate hanno contribuito per tre quarti alla crescita del valore aggiunto nel settore delle costruzioni, ma hanno avuto un ruolo decisamente limitato negli altri settori. E ancora, tra le critiche: “Incentivi generosissimi, dati a tutti senza limiti di reddito e tariffe troppo alte che implicavano nessuna spesa da sostenere o piccole esborsi, anche grazie alla cessione del credito e allo sconto in fattura”.

Se non si poteva fare diversamente nel 2020, per Bankitalia le magliette sono rimaste troppo larghe e per troppo tempo. E la misura è sparita fuori controllocon l’impatto su deficit e debito che purtroppo tutti conosciamo.

Franco Lodige, 18 giugno 2024

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