«Non ci fermiamo ad Amadeus. Fiorello? Non ci sono programmi per lui oggi. La tv in chiaro è ancora centrale in Italia” – .

«Non ci fermiamo ad Amadeus. Fiorello? Non ci sono programmi per lui oggi. La tv in chiaro è ancora centrale in Italia” – .
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DiRenatoFranco

Alessandro Araimo, amministratore delegato della Warner Bros Discovery, è colui che è riuscito a strappare Amadeus alla Rai. Oggi spiega «Mercato in movimento, ma noi non ci fermiamo»

«Non ci fermiamo ad Amadeus. Il nostro è un percorso strategico ponderato e conquistato, fatto di investimenti importanti, che non ha come obiettivo la realizzazione del terzo polo televisivo, che trovo un concetto francamente anacronistico, che poteva andare bene 25 anni fa. La televisione lineare continua a essere centrale nel sistema mediatico italiano, ma il mondo che la circonda è nel frattempo completamente cambiato. Il mio compito è dimostrare ogni giorno che l’Italia è un mercato dove il nostro gruppo può investire con profitto. Siamo un gruppo ambizioso che ha sempre interpretato in modo ambizioso la propria posizione nel mondo dei media”.
Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, scuola Bocconi (ama definirsi un “direttore editoriale”), è colui che è riuscito a strappare alla Rai il conduttore che – come nessuno oggi – sa attirare la pubblicità in i suoi programmi (227 milioni di euro con solo il quinto anniversario di Sanremo).

Il terzo polo forse è stato superato, ma voi investite nell’intrattenimento e puntate a togliere ascolti a Rai e Mediaset. O no?
“Certo. Il sistema Wdb, però, è fatto di tre gambe: la TV lineare (dove siamo già il terzo editore), la distribuzione cinematografica (dove siamo leader in Italia), la piattaforma di streaming – Discovery+ (che dal 2026 si chiamerà Max come nel resto del mondo) – che ha l’ambizione di competere con Netflix e Disney+. Investire nella TV lineare ha senso anche perché è organico con la crescita che vogliamo ottenere anche negli altri due asset. Pensiamo in termini di sistema, non di singolo prodotto”.

È vero che investirete 100 milioni di euro in Amadeus?
«Non so dare la cifra, ma parliamo di quattro anni con due prime time e accesso in onda tutto l’anno: qualcuno direbbe anche che non sono tanti. E poi il numero non conta: la qualità dell’investimento si giudica dal costo orario rispetto alla quota – e ai ricavi – che genera”.

Guiderà i «Soliti ignoti»?
«Stiamo valutando diverse ipotesi sia in access che in prime time su format già esistenti o da sviluppare».

C’è chi dice che Amadeus è forte anche in virtù dei format che ospita.
«Non è così vero. Pur lavorando su format che non gli appartengono, a differenza di Fazio o Crozza, Amadeus ha sempre lasciato la sua impronta molto forte su questi programmi. Ha portato i pacchetti al 28%, sono i pacchetti Amadeus. In questo senso è il numero uno nel lasciare il segno: è un talento creativo perché ha un tocco magico nel dare un’anima ai format internazionali. Anche il Festival di Sanremo in fondo è stato il Festival di Amadeus, si vede ovunque il suo tocco creativo”.

L’obiettivo azionario?
«Viene dal 28%, se dicessi 27% sarei un po’ ambizioso…. Siamo super conservatori quando basiamo i nostri piani. Oggi oscilliamo intorno al 4% in quella fascia, se raddoppiamo quella cifra è già un ottimo risultato anche se la rete ha dimostrato di poter fare di più. Ma al di là dei primi feedback, sarà importante la crescita nel tempo”.

Sì o no: Fiorello?
“Mai incontrato. Ma chi non vorrebbe lavorare con lui? Ma servirebbe un progetto preciso che oggi non abbiamo”.

Barbara D’Urso e Belen?
«C’è grande movimento sul mercato e non abbiamo terminato i nostri piani di sviluppo. Laura Carafoli (la nostra responsabile editoriale) lavora ogni giorno su ulteriori progetti per Nove e gli altri canali del gruppo. Non c’è un no a priori a nessun progetto, ma deve avere un senso sia editoriale che economico. In generale, però, non ci fermiamo ad Amadeus”.

Avevi la “bestia” Fagnani. Ti penti di averla persa?
«Mentirei per dire di no. Anche noi a volte commettiamo errori”.

Gabriele Corsi ha un programma in Access: cosa succede con l’arrivo di Amadeus?
«È un volto fondamentale di Nove e prevediamo per lui un suo spazio quotidiano in prima serata e nei programmi di prima serata».

Sarai in grado di chiarire che dicono Nove e non Nove?
Lui ride. «Avevamo scelto l’articolo maschile per distinguerci, ma chissà perché a molti non entra nella mente».

19 aprile 2024 (modificato il 19 aprile 2024 | 14:46)

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Tag: Araimo Discovery dont stop Amadeus Fiorello pianifica oggi Freetoair central Italia

 
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