come prima e anche un po’ peggio di prima – .

Nel disordinato guazzabuglio del primo film (qui se volete ecco la nostra recensione di Rebel Moon Parte 1) basta Il Signore degli Anellifilm pronti a partire Zack Snyder cita platealmente e gratuitamente così da completare la sua lotteria e darsi una bella pacca sulle spalle. Perché il punto fondamentale da cui partire è proprio questo: Rebel Moon – Parte 2 riporta tutte le problematiche del capitolo precedente e non riesce mai a risolverli o a far avanzare il discorso su questo mondo a metà tra fantasy e fantascienza a profondità zero che il regista ha creato.

Lo spaventoso, questo il sottotitolo della seconda parte, sembra quasi il primo film rimaneggiato e bloccato sullo schermo di Netflix, per due ore estenuanti che sembrano davvero non finire mai. E per cui valgono quasi le stesse cose dette nella recensione precedente, solo che nel secondo (ma non ultimo, visto che Rebel Moon avrà 6 film) giro vanno ancora peggio, perché qui Zack Snyder ha dovuto raccogliere ciò che ha seminato. Solo che gli piace troppo filmare il mais al rallentatore.

Ma cosa sai di quel campo di grano di Rebel Moon Parte 2

Il problema principale di Luna ribelle – Parte 2 è la gestione del ritmo narrativo. Per la prima ora non succede praticamente nulla, anche trenta minuti iniziali in cui Zack Snyder per qualche motivo non specificato ripropone scene di mietitura e mietitura del grano come se fosse un documentario del National Geographic (al rallentatore, ovviamente).

Ed è qui che tutto comincia subito a vacillare: la prima parte non riusciva a dare spessore ai personaggi e dentro Rebel Moon – Parte 2 succede di nuovo la stessa cosa. Per la prima ora, Snyder inserisce continuamente flashback per dare senso alle figure dei co-protagonisti, intralciando la narrazione senza che succeda nulla per sessanta minuti, salvo la preparazione dei contadini che strizza l’occhio fino a farti piangere ai Sette Samurai o ai Magnifici Sette (uno vale l’altro). Contadini che, peraltro, sono già molto abili in qualunque campo guerriero: un vero colpo di fortuna visto che avevano solo cinque giorni per prepararsi all’invasione di forze addestrate, brutali e militarmente molto meglio equipaggiate. Ma comunque, dentro Rebel Moon – Parte 2 ci sono proprio dei momenti in cui la narrazione si ferma e uno dopo l’altro i vari personaggi salgono in scena, ricordano chi sono, e passano il microfono al successivo, senza lasciare il minimo segno emotivo nello sguardo dello spettatore.

Nomi, cose, città e Zack Snyder

Come era già successo nel capitolo precedente, anche in questo caso Zack Snyder cerca di mettere tutto quello che può nel film, ogni sfumatura fantasy o fantascientifica che mi viene in mente. Così facendo mette in bocca ai suoi personaggi frasi di tipo commerciale, così chiare e senza alcun sottotesto narrativo che a volte si possono anticipare le battute degli attori in scena.

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Rebel Moon – Parte 2 sembra stia cercando di rifare la Parte 1 ma con qualche esplosione in più, perché in questo giro dopo due ore e mezza i personaggi sono già tutti riuniti, ma solo dopo sessanta minuti succede veramente qualcosa. Solo che quel qualcosa, la battaglia tra gli Snyderissimi Sette, i contadini e i cattivi (perché non c’è altro modo di definirli, sono cattivi e basta) è girato in modo convulso, confuso e senza alcun ritmo.

Personaggi che prendono a calci i cattivi pur avendo un fucile in mano, altri che si scagliano a torso nudo contro persone armate dei suddetti fucili brandendo asce, morti che vorrebbero epiche ma che finiscono per ricordare solo la scena di tuono tropicale dove Tugg Speedman non può piangere. Rebel Moon – Parte 2 alterna il solito estenuante rallentatore di Snyder a scene caoticheche non hanno la minima profondità di campo e, per estensione, densità narrativa.

Remake di Rebel Moon Parte 1

Ho appena rimosso la sezione in cui vengono reclutati i personaggi, Rebel Moon – Parte 2 sembra quasi un remake della Parte 1: ci sono troppi elementi narrativi reiterati, il problema è che già nel primo erano gestiti male, quindi in questo caso risaltano ancora di più. Questo secondo capitolo non aggiunge nulla al primo: stesso cattivo bidimensionale, stesso rapporto (nulla) tra i personaggi, stesso gestione imbarazzante del robot interpretato da Anthony Hopkins (che resta la cosa più interessante di tutte, almeno a livello visivo, e ti fa chiedere perché venga sfruttato così male). C’è anche la stessa violenza chiaramente castrata per adattarsi al rating, e si intravede ancora una volta dove il regista inserirà tutte le scene extra del suo amato Snyder Cut.

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Identici anche i finali o i riferimenti al “lore” generale, con personaggi che appaiono così, giusto per cercare di stratificare la storia ma, esattamente come nel primo film, sono solo figurine intercambiabili senza alcun trasporto emotivo. Ce ne sono un sacco primi piani di persone che urlano in Rebel Moon – Parte 2insieme all’estenuante slow motion plastico che indebolisce ogni scena d’azione e a una quantità abnorme di lens-flare ogni volta che c’è una luce leggermente più intensa, come se rappresentassero un segno distintivo di ogni poetica cinematografica. Zack Snyder ripete il fallimento del primo capitolo con Rebel Moon – Parte 2peccato che stavolta non abbia nemmeno più il beneficio del dubbio.

 
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