Perché non sappiamo dire no al dolce, il nutrizionista: “Gli zuccheri creano dipendenza”

Sì o no al dolce dopo un pasto sontuoso? Esiste una sorta di separazione tra il senso di sazietà e quello di golosità: la dottoressa Alice Cancellato ha spiegato cosa succede.

Intervista con Dott.ssa Alice Cancellato

biologa nutrizionista presso il Centro Scienze della Nascita dell’IRCCS Ospedale San Raffaele

La scena è sempre la stessa: al ristorante, dopo un pasto abbondante, arriva il momento fatidico della scelta del dolce. È come se lo stomaco ci dicesse di no, perché una certa sensazione di sazietàma al contrario golosità e piacere ci portano a sfogliare il menù con l’acquolina in bocca, desiderosi di una fetta di torta o di un gelato. Si dice che per il dessert ci sia uno stomaco separato. In sostanza, la portata finale va oltre il senso di sazietà: stimola emozioni positive e uno stato d’animo di felicità a cui non puoi rinunciare. La dottoressa Alice Cancellato, biologa nutrizionista del Centro Scienza della Parto dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ha spiegato bene cosa succede al nostro organismo.

Perché non possiamo rinunciare al dolce

Lo ha spiegato l’esperto per alcuni la porzione di dolce a fine pasto è un’abitudine: “C’è chi cerca un biscotto al caffè o un pezzo di cioccolato: è un piacere a cui non può rinunciare. Dipende sempre da persona a persona, dallo stato di salute, dall’attività fisica: ma si può fare seguendo una dieta sana. Anche perché il cibo è anche fonte di gratificazione: un regime di privazioni troppo restrittivo non è sostenibile nel lungo termine. Poi ovviamente gli zuccheri stimolano gli ormoni del buon umore, quindi serotonina ed endorfine, che danno piacere sì, ma anche una sorta di dipendenza.“.

Ciò che chiamiamo stomaco da dessert è una cosa diversa e si fa avanti quando c’è la cosiddetta opportunità: “Proprio perché, visto che ogni tanto vado al ristorante, a fine pasto mi concedo il dolce indipendentemente dal fatto che io sia sazio”. In quel caso difficilmente possiamo arrenderci: “Il dolce, però, è qualcosa che raramente sazia molto, è qualcosa che ha zuccheri e calorie concentrati in un piccolo volume. Poi spesso non richiede molta masticazione e ci regala un piacere immediato stimolando la produzione di endorfine e serotonina. E poi va bene: il piacere legato al gusto dolce è primordiale nella natura umana e quindi è molto difficile dire di no, soprattutto se si è golosi o se ci si trova in un momento di convivialità, come al ristorante. Siamo animali molto razionali e intelligenti: non ci nutriamo solo per la sazietà e l’energia che il cibo ci dà, ma il cibo è legato ad un discorso di convivialità e piacere. I dolci contengono grassi e zuccheri, i due elementi presenti negli alimenti che danno più soddisfazione facciamo fatica a dire no al piacere del pasto“.

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Come gestire grassi e zuccheri nella dieta

Zuccheri e grassi sono i componenti principali quando si parla di dolci e sono anche gli ingredienti più demonizzati quando si parla di diete e diete. Per l’esperto non vanno eliminati del tutto, ma vanno assolutamente controllati e da consumare il meno possibile. Per quanto riguarda i grassi: “Quelli derivanti dall’olio extravergine di oliva e dalla frutta secca sono consigliati quotidianamente anche ad ogni pasto di una sana alimentazione. Ovviamente, i grassi saturi sono diversi e devono essere monitorati più da vicino“. Per quanto riguarda gli zuccheri: “Dipende dall’attività fisica e dallo stato di salute della persona, ma sono proprio loro l’elemento a cui bisogna davvero prestare attenzione e consumare il meno possibile. I veri dolci con zuccheri aggiunti, non la tradizionale torta fatta in casa con poco zucchero o dolcificata solo con frutta, vanno consumati sporadicamente, 1-2 volte a settimana e non di più.

Assolutamente niente zucchero nel caffè:Non ha senso: meglio un goccio di latte o meglio ancora amaro. Un cucchiaino di zucchero moltiplicato per una media di 2-3 caffè al giorno significa 10 grammi di zucchero al giorno, 70 grammi alla settimana: è quasi lo zucchero di un’intera torta. Gli zuccheri sono tutti uguali, le calorie che apportano sono sempre le stesse. Il miele è diverso per quanto riguarda i prodotti utilizzati per dolcificare: “È un alimento più completo, perché contiene anche sali minerali e vitamine, ma sono pur sempre zuccheri semplici. Se devo scegliere cosa usare è meglio usare lo zucchero di canna o il miele“. Fai attenzione ai dolcificanti: “Li sconsiglio per vari motivi. Molti dolcificanti però stimolano il pancreas a produrre insulina, anche in assenza di un aumento della glicemia e questo può portare anche ad una richiesta aggiuntiva di dolci da parte del cervello. I meccanismi di fame-sazietà-ricerca degli zuccheri a livello ipotalamico risultano alterati. Poi possono predisporre al diabete proprio perché la funzionalità pancreatica è alterata. Poi alterano la flora batterica intestinale provocando gonfiore, diarrea e alcuni, come l’aspartame, possono avere effetti cancerogeni“.

Oltre a grassi e zuccheri, Anche i carboidrati sono molto demonizzati: “I carboidrati sono la nostra principale fonte di energia. Demonizzarli significa privarci del nostro carburante. Le diete a basso contenuto di carboidrati per perdere peso velocemente sono molto di moda adesso. Ma se li riduciamo troppo, il nostro cervello, quando cerca energia immediata, cercherà gli zuccheri semplici”. I carboidrati hanno un rapporto con gli zuccheri consumati a fine pasto: “Se ai pasti non mangi pane, pasta, riso o cereali poi dopo il pasto mangi più dolci, non puoi fermarti, proprio perché manca quella componente energetica. Mangiare carboidrati riduce il desiderio di dolci“.

Perché preferire il cioccolato fondente

L’esperto ha spiegato: “Gli zuccheri semplici creano dipendenza: è come essere sulle montagne russe. Aumentano il livello della glicemia, donando tantissima energia, che poi diminuisce e fa sentire quasi più stanchi di prima: questo fa tornare la voglia di dolci, per provare nuovamente quel benessere. Faccio fare un esperimento ai miei pazienti. Tieni in bocca un pezzo di cioccolato al latte. Questo si scioglie velocemente dando una sensazione gradevole, ma poi lascia una sensazione amara e la prima cosa da fare è prenderne un altro pezzetto. Il quadratino di cioccolato fondente almeno al 70%, invece, si scioglie molto più lentamente: all’inizio può sembrare un po’ più amaro, ma poi si scioglie lentamente regalando anche in questo caso una sensazione di piacere, ma che dura molto più a lungo. a lungo anche quando avremo finito di consumarlo. Quindi l’istinto di prendere di più non arriva immediatamente“.

L’informativa fornita su www.fanpage.it è concepita integrare, non sostituire, il rapporto tra un paziente e il suo medico.

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