la situazione in Italia – .

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Eliminare L’epatite C entro il 2030, questo è l’obiettivo ambizioso che ilCHI, Organizzazione Mondiale della Sanità, intende con questo nuovo piano ridurre i principali problemi di salute pubblica rappresentati dall’epatite virale. Per sottolineare l’importanza di questa missione, anche in Italiaera tra gli altri il professore Massimo Andreonidirettore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), che ha ricordato come sia oggi ancora più necessario effettuare diagnosi precoci “per evitare il progressivo e potenzialmente fatale peggioramento della condizione”.

Quanto è diffusa l’epatite C?

Capire come l’epatite virale può avere un impatto salute pubblica, è necessario guardare i dati diffusi dall’OMS. Secondo le stime, circa 80 milioni di persone nel mondo sono colpiti dal virus del sole epatite C, ovvero circa l’1,1% della popolazione mondiale. Le aree del mondo con il maggior numero di infezioni sono la regione del Mediterraneo orientale dell’OMS e la regione europea dell’OMS, con tassi rispettivamente del 2,3% e dell’1,5%. Il virus provoca anche un maggior numero di infezioni croniche nelle persone che fanno uso di farmaci per via endovenosa.

Epatite C in Italia

L’AifaAgenzia Italiana del Farmaco, stima che siano circa 300mila persone in Italia affetto da epatite C, anche se sono moltissimi i pazienti che non sanno di aver contratto il virus. Secondo l’Oms solo in Italia sarebbe circa 200mila individuiil che rende più difficile l’obiettivo di eliminare il virus entro il 2030.

Trattamento dell’epatite C

I progressi compiuti oggi in campo medico ce lo consentono curare l’epatite C. Come riportato nel comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità del 5 febbraio 2024, l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di pazienti trattati per epatite C. “Dal 2015, circa 260.000 pazienti che ha eliminato completamente il virus, riducendo significativamente il peso sociale e sanitario della malattia – si legge nel comunicato – Questo risultato ha già consentito di raggiungere l’obiettivo dell’Oms di ridurre del 65 per cento la mortalità correlata all’HCV”. Sull’argomento Marcello NavieraUn rappresentante dell’OMS ha dichiarato: “Si può affermare che in Italia l’eliminazione dell’HCV è un obiettivo raggiungibile”.

L’importanza dello screening

L’attenzione posta dall’OMS suepatite Ccombinati con i risultati ottenuti dalla ricerca scientifica, impongono la necessità di abbassare il numero di portatori inconsapevoli del virus. “Dati statistici – ha detto il professore Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – nel 60-85 per cento dei casi l’infezione da virus dell’epatite C diventa cronica. La malattia acuta, spesso asintomatica, viene comunemente diagnosticata molti anni dopo l’infezione e può portare a complicazioni come cirrosi, carcinoma epatocellulare e insufficienza epatica”.

È quindi necessario ottenerne “uno diagnosi precoce e trattamento tempestivo” al fine di “evitare il progressivo e potenzialmente fatale peggioramento della condizione”. Grazie a selezione in corso, “sono stati intercettati e ulteriormente trattati 10mila contagi attiviparte della cosiddetta economia nascosta”, ha aggiunto Andreoni, non mancando di sottolineare, però, che c’è ancora molto da fare per raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione dell’epatite C entro il 2030.

 
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