“Riceverà quanto richiesto” – .

“Riceverà quanto richiesto” – .
“Riceverà quanto richiesto” – .

Sulla questione legata alle condizioni di salute di Franco Di Mare L’INAIL è intervenuta per fare chiarezza sul ruolo dell’istituto in questa triste vicenda. “Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare – si legge in una nota – che comprensibilmente ha fatto scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore interessato da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, causato dall’esposizione all’amianto, È necessario fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Inail”.

L’Istituto è venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso ottobre, nel periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale per la tutela dei giornalisti italiani, a quella dell’INAIL. Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e degli operatori titolari di un rapporto di lavoro di carattere giornalistico ha continuato ad essere gestita secondo le regole stabilite dalla normativa vigente presso l’Inpgi a partire dal 30 giugno 2022, che non prevede tutela dalle malattie professionali. Dal 1° gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro che contro le malattie professionali si sono manifestati a partire dalla stessa data”, spiega.

Franco Di Mare: “Ho un tumore incurabile, mi resta poco da vivere. Un silenzio ripugnante da parte della Rai”

«Per quanto riguarda nello specifico Franco Di Mare, la pratica non è ‘bloccata dall’Inail’», come riportato in alcuni articoli: all’inizio di dicembre l’Istituto non ha potuto fare altro che riconoscere che si trattava di una ‘persona non tutelata’ ai sensi della normativa Inpgi.

Per questo motivo l’INAIL non è legittimata ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia da lui contratta né a rilasciare una certificazione che attesti o meno tale correlazione”, conclude la nota.

A seguito della comunicazione dell’Inail, l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, ha così risposto su Facebook: “Franco Di Mare riceverà a brevissimo quanto richiesto negli anni scorsi. Confermo di essere stato informato solo lunedì mattina dalla stampa dello stato di salute del collega e delle sue ripetute richieste. Gli sono vicino a livello umano”.

Ezio Bonanni, avvocato di Franco Di Mare, sottolinea, parlando all’Ansa, che “la prima comunicazione in merito risale al 13 luglio 2021 e l’ultima al 19 marzo 2024. L’Inail ha il compito di svolgere accertamenti sull’esposizione all’amianto e io li querelerò per il riconoscimento delle sanzioni sociali”. prestazioni previdenziali relative a malattie professionali e infortuni, ma è la Rai che deve risarcire i danni. Spetta all’azienda verificare quali sono i rischi per un proprio dipendente che viene inviato in zone di guerra, in presenza di grandi quantità di fibre di amianto e materiali radioattivi, e mettere in atto tutte le misure di protezione necessarie”.

Continua Bonanni: “Nessuno ha mai risposto alle varie segnalazioni formali e informali e alla richiesta di una soluzione condivisa avanzata all’azienda, mi risulta che anche Jean Pierre el Kozehagente di Di marein un ultimo tentativo di bonaria soluzione della questione, scrisse email ai vertici Rai nel novembre 2023, ma anche a queste non venne mai data risposta”.

“Apprendiamo quindi con sorpresa che la Rai sostiene di aver attivato una procedura Inail, quando invece – prosegue la nota -, ben diversamente, è certo che si è trattato di Di mare di aver avviato e richiesto quanto meno l’accertamento delle prestazioni previdenziali dovute ricevendo dall’Ente la richiesta dello stato di servizio ovvero appunto quel documento che, pur richiesto più volte anche tramite posta elettronica certificata, la Rai non ha mai consegnato. Preciso ciò, va però osservato che non è necessaria alcuna valutazione Inail sull’azione di risarcimento danni, che si fonda sulla condotta della Rai che non ha tutelato la salute del medico Di marecome inviati in luoghi altamente contaminati da amianto e radiazioni”.

“Voglio ribadire che l’interesse di Di mare non è un risarcimento, ma è una questione di principio. Come lui stesso ha spiegato in tv da Fazio, è la mancanza di risposta che lo ha ferito. A marzo si è proceduto alla messa in mora della Rai, anche se Di mare lui non voleva. In Rai sapevano tutto e confermo quanto detto. Ho seguito anche un altro caso di mesiotelioma su un dipendente che si è ammalato in Viale Mazzini e in quel caso ho ricevuto risposta immediata. Lì ho capito che della storia di Di mare qualcosa non andava. È un tumore che ha quasi sempre esito infausto e il suo trascinamento impedisce di ricevere il giusto supporto. Voglio essere rispettoso della Rai, ma c’era tanto amianto anche in viale Mazzini, non sono stati molto lungimiranti. Anche i vertici sono a rischio, è una malattia che non vede bene a nessuno, bastano dosi basse. Hanno perso troppo tempo”.

“Se l’attuale management – ​​conclude – ritiene di voler cambiare atteggiamento, siamo disponibili al confronto purché questo, visto il lungo tempo trascorso dalla prima comunicazione, sia rapido, leale, trasparente e tempestivo” .

 
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