“Sono accanto a Di Mare, tanti nostri soldati si sono ammalati e poi sono morti così” – Il Tempo – .

“Sono accanto a Di Mare, tanti nostri soldati si sono ammalati e poi sono morti così” – Il Tempo – .
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Intervista al generale: “Nel 2019 ho presentato una denuncia per contaminazione”

Cristiano Campigli

01 maggio 2024

“Sono immagini che mi fanno male, perché non puoi ammalarti, e ammalarti gravemente, per aver fatto il tuo lavoro ma senza conoscere i rischi a cui andavi incontro”. Erano passate da poco le nove del mattino quando riuscimmo a parlare con il generale Roberto Vannacci. “Sono in treno, vado a Roma, proviamo a farlo (l’intervista, ndr) adesso, speriamo che non cada la linea”.

In passato hai lavorato molto sull’uranio impoverito. Cosa hai provato guardando le immagini di Franco Di Mare, inviato di guerra della RAI, affetto da uno dei tumori più aggressivi, il mesotelioma?
«Ho provato tanto dolore e tanta empatia. Dolore perché non è giusto, non possiamo accettare che un uomo muoia perché sta facendo il suo lavoro e non è consapevole dei rischi che corre. Empatia perché, purtroppo, quello dei metalli pesanti nelle zone di guerra è un argomento che conosco molto bene. Voglio cogliere l’occasione per mandare un grande abbraccio a Franco Di Mare e alla sua famiglia. Per quello che vale, sono molto vicino a loro”.

Hai diretto missioni in Iraq e Afghanistan, hai avuto modo di scoprire se qualche tuo militare successivamente si è ammalato?
“Purtroppo. Alcuni si sono ammalati, altri sono morti. Un dolore atroce, per chi, come me, crede nel valore della patria e della divisa”.

Esiste infatti uno studio, patrocinato dal Ministero della Difesa (denominato Signum) che prende in esame un periodo di tempo piuttosto lungo, dal 2002 al 2011, nelle aree operative in Iraq proprio perché si tratta di un’area geografica in cui si registrano presenze significative la quantità di metallo radioattivo era certa. Le diverse cause vinte contro il Ministero della Difesa dopo estenuanti processi da parte delle vittime dimostrano che esiste la correlazione tra la presenza di metalli pesanti e l’insorgenza di malattie gravi, spesso mortali.

Allora l’esercito italiano e il Ministero della Difesa lo sapevano e mandarono i nostri soldati al massacro. Lui risponde: «No, non ho detto questo. Questo è un argomento molto delicato per me e non voglio andare oltre. Ti dico solo che, nel 2019, ho presentato denuncia, sia per obbligo morale nei confronti dei miei soldati ma anche perché, essendo stato nominato datore di lavoro, avevo l’obbligo di informare tutti i miei dipendenti dei rischi a cui andavano incontro e delle potenziali l’esposizione alle particelle di uranio impoverito era una di queste”.

Abbiamo così rinvenuto sul web la citata denuncia, all’interno della quale si legge che «il contenuto di tale denuncia si ritiene sostanzialmente riguardante condotte presumibilmente comportanti gravi e reiterate omissioni nella tutela della salute e della sicurezza del contingente militare italiano, costituito da migliaia di soldati dispiegati in Iraq nel 2017-2018 e sottoposti, tra l’altro, all’esposizione all’uranio impoverito senza che sia stata fornita alcuna informazione al riguardo e senza che sia stata attuata alcuna mitigazione del rischio. Comportamenti discutibili e reiterati in merito all’applicazione delle norme e leggi antinfortunistiche e relative alla tutela della salute e della sicurezza nel teatro operativo iracheno. Atteggiamenti offensivi e vessatori nei confronti del comandante del contingente italiano in Iraq”. Una denuncia che venne archiviata quattro anni dopo, nel 2023, tra lo stupore, tra gli altri, di Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio militare.

Si è pentito delle sue dichiarazioni sui disabili?
«Assolutamente no, e ti rispondo così per un semplice motivo. Non ho mai, nemmeno per sbaglio, parlato di classi separate per disabili. Ho semplicemente affermato, e lo ripeto, che le persone con disabilità devono essere seguite da specialisti e necessitano sia di personale di supporto specifico e dedicato, sia di strutture ad hoc dove poterci prendere specificamente cura di loro e favorire la migliore realizzazione possibile di queste persone. Non è sufficiente riunire tutti per credere che il problema sia risolto. Serve cioè molta più attenzione di quella dedicata alle persone normodotate.
È del tutto chiaro che si tratta di una controversia strumentale”.

Perché sono tutti contro di te, tranne la Lega?
«Poiché rappresento un bersaglio, da quando ho pubblicato il mio libro sono stato strumentalmente attaccato da una certa stampa e da molti altri personaggi di spicco e questa stessa critica capziosa e aspra ha decretato il successo del manoscritto le cui vendite sfiorano ormai le 300.000 copie. Frasi decontestualizzate, accuse infondate, polemiche sterili che, unite alla mia determinazione a non fare nessun passo indietro perché convinto delle mie tesi, mi hanno trasformato in una figura nota e controversa. Un saggio in cui ho annotato una serie di osservazioni dettate dal buon senso. Molte persone comuni, cittadini sono dalla mia parte proprio perché sono consapevoli che quelle idee sono le stesse di buona parte degli italiani”.

Tuttavia non piace alla classe politica del nostro Paese. Perché?
«Forse perché nel loro mondo sono un novellino, una persona che va dritta al punto e che non ha paura di dire quello che pensa e questo, insieme alla mia popolarità, viene percepito come un pericolo».

 
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