L’influenza aviaria potrebbe essere la prossima pandemia, secondo i virologi – .

L’influenza aviaria sarà la prossima pandemia? «È altamente possibile» secondo Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), che in un’intervista all’Adnkronos Salute non usa mezzi termini sui timori suscitati dall’epidemia in crescita tra le vacche da latte negli Usa, a causa di un ceppo altamente patogeno del virus H5N1 presente anche in frammenti nel latte pastorizzato venduto all’estero. Nella comunità scientifica “c’è grande preoccupazione”, spiega l’esperto appena tornato da Barcellona, ​​dove ha partecipato al Congresso della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (Escmid). “Il passaggio dell’influenza aviaria nei mammiferi e la circolazione in questi animali – avverte – è un passo avanti verso l’uomo”.

Lo specialista, professore ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’Università degli Studi di Brescia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili, dipinge un “quadro forse pessimistico – ammette – ma purtroppo non bisogna mettere la testa sotto la sabbia. Dobbiamo invece essere realisti e prepararci”, avverte Caruso. Pensando ad una futura emergenza pandemica, sottolinea, “il virus aviario è l’unico veramente preoccupante” per più di un motivo. Innanzitutto perché «si tratta di un virus influenzale che come tale si trasmette per via aerea, il più efficace in termini di contagio». Il patogeno, poi, è estremamente diffuso: «Le anatre selvatiche lo portano ovunque, cosa che ormai vediamo anche nelle nostre città, nei nostri stagni, nei nostri corsi d’acqua». E sta cambiando: “Non solo l’H5N1 – precisa l’esperto – ma diversi ceppi di virus aviari si stanno modificando, a livello di molteplici recettori di superficie, per adattarsi all’uomo. Un salto sempre più facile, dopo essere passato ai mammiferi e circolare tra i mammiferi”.

Siamo quindi di fronte “non ad una sola influenza aviaria, ma a diverse influenze aviarie – sottolinea Caruso – che sono entrate nei mammiferi e sono tutte potenzialmente pericolose per l’uomo. Sono preoccupanti perché la circolazione nei mammiferi indica che il virus sta evolvendo in una direzione chiara: ha intrapreso un percorso che inevitabilmente, prima o poi – suggerisce il presidente dei virologi italiani – porterà al suo arrivo nell’uomo che potrà diventarne il serbatoio e lo spanditore”.

Come cambierà la trasmissione del virus

Porteremo alla trasmissione da uomo a uomo del virus dell’influenza aviaria? “È inevitabile – risponde Caruso – che quando il virus entrerà ripetutamente nell’uomo, sarà in grado di assumere quella ‘fitness’, cioè quella capacità di adattarsi alle cellule umane, che permetterà all’uomo di fungere da serbatoio”. e quindi come diffusore per gli altri uomini”.

Al di là dei casi noti per esposizione, professionale e non, ad animali infetti, “chissà quante volte l’uomo è già stato contagiato, magari senza presentare sintomi importanti – ragiona il presidente Siv-Isv – Chissà quanti virus aviari tentano di entrare nell’uomo e quante volte ci sono riusciti”. Pertanto, se è vero che ad oggi non è mai stato confermato il contagio da uomo a uomo del virus aviario, “ciò non significa che la trasmissione da uomo a uomo non sia già possibile – osserva Caruso – o che almeno alcuni ceppi non siano già stati stabilizzato nell’uomo”.

Insomma, “la situazione è davvero preoccupante – è il messaggio – e richiede una stretta sorveglianza degli animali, non solo degli uccelli, degli alimenti di origine animale consumati dall’uomo e dell’uomo stesso. È fondamentale essere pronti, preparati ad una nuova possibile futura pandemia”.

analisi dettagliata

Influenza aviaria, Ecdc: “Rischio trasmissione su larga scala se il virus muta”

“Sorveglianza indispensabile”

“È essenziale una sorveglianza forte, molto attenta e molto tempestiva” contro l’influenza aviaria che si sta diffondendo tra i bovini da latte negli Stati Uniti e che la comunità scientifica guarda con timore per la “forte” possibilità che possa causare la prossima pandemia. “Non bisogna monitorare solo gli uccelli, come già si fa da tempo, ma anche gli altri animali e gli alimenti da essi derivati, dal latte alla carne. E bisogna iniziare a effettuare controlli, magari a campione, anche sugli esseri umani”. Soprattutto “occorre preparare rapidamente i vaccini da poter somministrare quando necessario. Non solo vaccini mirati al virus H5N1, ma anche ad altri ceppi che si stanno diffondendo nei mammiferi”. È l’appello lanciato da Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), in un’intervista all’Adnkronos Salute.

“Il virus aviario è un patogeno che si evolve facilmente e sta mutando per adattarsi non solo ai mammiferi, salto già avvenuto, ma potenzialmente anche all’uomo”, sottolinea l’esperto, professore ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’Università Università degli Studi di Brescia e direttore del laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili. A minacciare l’uomo “ci sono molteplici ceppi aviari – precisa – e non sappiamo quale variante potrà attecchire al punto da affermarsi e circolare un giorno nell’uomo. L’H5N1 sembrerebbe il più probabile, ma ce ne sono anche altri a cui prestare attenzione e anche per questi dovranno essere pronti i vaccini, se necessario. Teniamoci pronti per evitare guai”, avverte Caruso.

«Oggi controlliamo gli allevamenti di pollame e altri volatili a rischio di influenza aviaria, e assicuriamo l’eliminazione di tutti gli esemplari infetti o potenzialmente infetti», ricorda il virologo numero uno italiano. Ma come dimostra l’epidemia tra i bovini statunitensi, “l’infezione può stabilizzarsi anche nei mammiferi, negli animali sui quali non vengono ancora effettuati i controlli per l’influenza aviaria perché non ce n’era bisogno”. L’invito è quindi quello di estendere la sorveglianza anche ad altri animali, oltre che “agli alimenti da essi derivati ​​al fine di accertarne la salubrità”. Dopo la scoperta di frammenti di H5N1 altamente patogeni in campioni di latte pastorizzato sul mercato d’oltreoceano, Caruso tiene a sottolineare che è “estremamente improbabile che il contagio possa avvenire attraverso gli alimenti, soprattutto se si parla di latte pastorizzato o di carne cotta. Ma la sorveglianza è fondamentale – insiste – considerando la circolazione negli animali che forniscono latte e carne”.

“Anche prima del passaggio della circolazione virale dai mammiferi all’uomo, gli alimenti vanno quindi controllati” nell’ambito di una sorveglianza che va rafforzata. Ma per lo specialista «d’ora in poi è molto importante anche la sorveglianza sull’uomo: dobbiamo capire quanta influenza aviaria circola nel mondo, anche a livello subclinico, con sintomi insignificanti». Perché se il virus dovesse infettare costantemente l’uomo, il pericolo è che si adatti all’uomo al punto da trasmettersi un giorno da una persona all’altra. “Non è escluso che il virus possa già cominciare a circolare – osserva Caruso – che da qualche parte nel mondo si sia già stabilizzato nell’uomo. Non possiamo saperlo perché non stiamo effettuando la sorveglianza, ma ora questa sorveglianza è necessaria, per evitare di trovarci impreparati ad una possibile prossima pandemia”.

In sintesi, incalza il virologo, “dovremmo non solo monitorare gli animali, non solo monitorare i loro prodotti commercializzati per fini alimentari, ma anche organizzare una rete di controllo della popolazione, anche casuale, per capire se il virus aviario sta già entrando e circolando”. in alcune enclave nel mondo, o è ancora in attesa di adattarsi all’uomo”. Per quanto riguarda, infine, oggetti e superfici, “sappiamo che il virus non può sopravvivere lì – rassicura Caruso – Se esposto all’aria, infatti, l’involucro che lo ricopre tende a seccarsi e l’agente patogeno non è più in grado di infettare le cellule bersaglio. È anche molto sensibile ai saponi e ai detergenti.

analisi dettagliata

Influenza aviaria in Antartide, pinguini e altri mammiferi in pericolo

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Giulia Tramontano avrebbe compiuto 30 anni oggi, il ricordo della sorella sui social – .
NEXT Rosy Chin, l’ex Gieffina furioso con lei: “Faremo azioni legali”