È stata scelta la testimonial israeliana Havi Mond – .

È stata scelta la testimonial israeliana Havi Mond – .
Descriptive text here

Dopo Safilo, Coca Cola e Cartiere Paolo Pigna, anche il brand Pantene ha concluso la collaborazione con Chiara Ferragni. L’azienda ha scelto una nuova testimonial, la modella israeliana 40enne Havi Mond, già nota per aver sfilato per Ralph Lauren, Chanel, Yves Saint Laurent e Calvin Klein.

Pantene con la Ferragni aveva ideato la campagna “Forti insieme” per sostenere le donne imprenditrici. O la canzone estiva, con Baby K, “It’s Not Enough for Me Anymore”. E dopo la Porta del Pandoro è stata presa di mira da diversi commenti negativi. “I vostri prodotti sono buoni, li uso anch’io ma per favore mai più la Ferragni che non è più credibile e diciamocelo con quella voce e con quella poca convinzione non ti pubblicizzava bene nemmeno prima”, scriveva una follower qualche mese fa nel profilo Instagram italiano del brand. “Continuerai a collaborare con chi specula sui bambini malati?” chiede un utente. E ancora: «Eliminerete la Ferragni come testimonial? Oppure dobbiamo cambiare prodotto?”. Il post che raccoglie tutti i feedback negativi appare proprio sotto un video con la nota influencer, intenta a sponsorizzare giorno e notte un siero.

Intanto la Ferragni tace sugli accordi con il brand e posta le foto del viaggio a Los Angeles fatto con le amiche Veronica Ferraro, Chiara Biasi, Martina Maccherone e Pardis Zarei. “Torniamo dove tutto ha avuto inizio”, ha scritto l’imprenditore digitale, che ha vissuto per qualche tempo nella città californiana.

(in copertina Chiara Ferragni e Baby K. durante la presentazione della nuova campagna pubblicitaria estiva Pantene, nel giorno in cui esce anche il videoclip di “Non mi Basta Più”, il brano del rapper Baby K., che fa da colonna sonora allo spot pubblicitario, Milano, 09 luglio 2020. ANSA/Mourad Balti Touati)

Leggi anche:

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Sono tornato…”. E ritorna il Karaoke – .
NEXT «Ciò che mi spaventa non è il carcere, ma l’idea di essere marchiato a vita» – .