«Ho perso tutti i capelli in una notte. Da quel momento in poi nulla fu più come prima. Uno shock” – .

«Ho perso tutti i capelli in una notte. Da quel momento in poi nulla fu più come prima. Uno shock” – .
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«Mi sono svegliato una mattina e non avevo più un capello in testa. Mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo:Chi è questa persona?,Cosa mi è successo?. Nel giro di tre giorni non avevo più un pelo su tutto il corpo: né ciglia né sopracciglia. Uno shock. Da quel momento in poi nulla fu più come prima». Laura Aprati, giornalista Rai, racconta a La Repubblica l’esperienza che le ha cambiato la vita. Una mattina si è svegliata e non aveva più capelli poi nel giro di pochi giorni ha perso tutti i capelli comprese ciglia e sopracciglia, a causa dell’alopecia areata totale, una malattia autoimmune che colpisce lo 0,2% della popolazione mondiale.

Laura Aprati, racconta il suo dramma

Era il 2013 quando tutto ebbe inizio. «Per quanto drammatico e doloroso possa essere, quando ti viene diagnosticato un cancro sai già quali potrebbero essere gli effetti collaterali della chemioterapia e hai tempo per prepararti psicologicamente alla caduta dei capelli. Ma io non sapevo nulla, ero confusa, e anche i medici a cui mi rivolgevo erano perplessi». Adesso la giornalista, a cui sono ricresciuti i capelli grazie a un trattamento, ha deciso di raccontare tutto per lanciare un messaggio di speranza per i tanti che soffrono di questa patologia, ma la sua è anche una denuncia.

La malattia

«La mia alopecia era la conseguenza della fibromialgia, ma è stata la calvizie a pesarmi di più dal punto di vista psicologico: devi andare al lavoro, partecipare alle riunioni, ma non sei più tu. L’aspetto esteriore è fondamentale nei rapporti con gli altri, a maggior ragione se sei precario: la malattia ti mette in un angolo». Il giornalista ha deciso di acquistare una parrucca: “Ho scoperto un mondo sconosciuto: il mercato dei capelli, dove le persone traggono profitto dalla debolezza e dalla fragilità. Una parrucca adesiva poteva costare più di 2000 euro e ne servivano due per la manutenzione».

Poi la denuncia

Quindi la lamentela di Laura è verso la mancanza di un adeguato sostegno da parte del Servizio Sanitario Nazionale ha spinto Laura a chiedere una maggiore sensibilità nei confronti dell’alopecia: «Ci sono molte speculazioni sulle parrucche. I capelli umani si acquistano per pochi soldi, ma in negozio costano una fortuna. Le parrucche sintetiche costano meno, ma se le indossi e fa caldo è come avere un cappello di plastica in testa».

«Faccio il giornalista e il mio lavoro prevede anche l’apparizione in video, quindi mi sono “accontentato”. In TV l’immagine è sostanziale. Lo so, c’è il caso di Silvia Motta, la conduttrice di TV Talk che si presenta serenamente con il turbante, ha l’alopecia come Jada Pinkett Smith, moglie di Willy Smith, che in un’intervista ha parlato della difficoltà ad accettare la sua condizione. Ognuno affronta la malattia a modo suo, ma io mi sentivo fragile, non ne avevo voglia, quindi cambiavo costantemente look: portavo parrucche corte, poi ricce, ondulate, lisce. Variare mi ha aiutato»

Terapia

Ora la vita di Laura è cambiata grazie ad un percorso terapeutico con il professor Alfredo Rossi: «Ho avuto la fortuna di avere amici medici che mi hanno aiutato. Grazie a loro ho potuto accedere ad un nuovo farmaco proveniente dagli Stati Uniti. Ho iniziato il trattamento l’anno scorso e ho notato un notevole miglioramento. Tra un paio di mesi potrò togliermi la parrucca e le mie ciglia saranno già ricresciute». Il giornalista ora si batte affinché questa malattia venga riconosciuta dal Servizio sanitario e si faccia sapere che esiste una cura. Nell’affrontare il viaggio, Aprati sottolinea l’importanza del giusto atteggiamento mentale: «L’alopecia è invasiva soprattutto nella mente, se non sei abbastanza forte ti travolge. La malattia ti definisce, ma se ridi potrebbe non essere ancora finita, ma sei sicuramente vicino».

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Il Messaggero

 
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