Negli USA 1 campione di latte su 5 è positivo, ‘alimenti sicuri ma il virus è una minaccia’ – .

Negli USA 1 campione di latte su 5 è positivo, ‘alimenti sicuri ma il virus è una minaccia’ – .
Negli USA 1 campione di latte su 5 è positivo, ‘alimenti sicuri ma il virus è una minaccia’ – .

Roma, 3 maggio. (Adnkronos Health/Washington Post) – “La settimana scorsa la Food and Drug Administration ha pubblicato alcuni dati allarmanti sulla diffusione dell’epidemia di influenza aviaria H5N1 tra le vacche da latte. È stato riscontrato che 1 campione su 5 di latte prelevato dai negozi conteneva frammenti di virus influenzale. Non c’è motivo di smettere di consumare latte pastorizzato, perché questo processo uccide batteri e virus. Ciò significa che anche il formaggio e lo yogurt a base di latte pastorizzato sono sicuri. solo perché il latte rimane sicuro da bere non significa che l’influenza aviaria non sia una potenziale minaccia per la salute umana”. Leana S. Wen, docente alla Milken Institute School of Public Health della George Washington University, fa il punto della situazione e risponde anche ad alcune domande dei lettori sul consumo di latte e sul rischio di contaminazione da H5N1.

È lo stesso esperto a ribadire che, rispetto al latte, «non modificherò i miei consumi e non consiglio nemmeno ad altri di farlo». Sul tema del latte artificiale, invece, chiarisce che “la FDA ha testato diversi campioni di prodotti venduti al dettaglio e non ha trovato frammenti del virus dell’influenza aviaria”.

Sulla pericolosità del virus e sul rischio di un definitivo salto nell’uomo, Wen ricorda che “la diffusione dell’H5N1 dagli uccelli ai mammiferi è documentata da tempo”, anche se “non avevamo mai osservato prima un’epidemia di questa portata tra mammiferi”. I funzionari sanitari “non sanno come le mucche si trasmettono il virus tra loro e se potrebbe esserci una trasmissione asintomatica. E si teme – continua la docente – che alcuni allevamenti possano non collaborare con le linee guida federali per testare e isolare gli animali infetti”. In conclusione, secondo Wen “dovremmo tenere presente che non si sono ancora verificati casi di trasmissione da uomo a uomo durante questa epidemia di influenza aviaria. E rimango fiducioso che, nel caso in cui l’influenza aviaria diventi la prossima pandemia, le autorità federali abbiano un piano per la produzione e la distribuzione di cure e vaccini”.

 
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