“Misura Rai? Ho detto solo la verità. Valuterò il da farsi con l’avvocato e il sindacato ma sono tranquillo” – .

“Misura Rai? Ho detto solo la verità. Valuterò il da farsi con l’avvocato e il sindacato ma sono tranquillo” – .
“Misura Rai? Ho detto solo la verità. Valuterò il da farsi con l’avvocato e il sindacato ma sono tranquillo” – .

“Ora sto valutando con l’avvocato e il sindacato come affrontare il provvedimento. Sono tranquillo, posso dirlo. Sono felice di essere al Salone, questo non me lo può togliere nessuno. Ho detto solo la verità.” La giornalista Serena Bortone arriva all’Arena Robinson, lo spazio di Repubblica al Salone del Libro di Torino e anche se è qui per presentare il suo primo romanzo tutti si aspettano da lei risposte sulla vicenda che la vede protagonista dello scontro con la Rai, il azienda che le ha inviato una “lettera chiarificatrice”, avviando un provvedimento disciplinare nei suoi confronti per aver pubblicato sui social, lo scorso 20 aprile, un post contrario alla policy aziendale e lesivo dell’immagine della Rai.

All’una di notte, Bortone ha scritto un commento alla chat di Massimo Giannini del 25 aprile per coloro che le esprimevano solidarietà, innescati dalla diffusione della notizia del provvedimento disciplinare che le era arrivato: “Grazie per la vostra solidarietà, ho ho ascoltato tante bugie, davvero tante”. Ma al Salon per questo appuntamento che avrebbe dovuto essere sereno e soddisfacente, preferisce chiudere ogni comunicazione sul punto, preoccupata per le possibili ripercussioni della sua dichiarazione al di fuori del contesto per il quale ha ottenuto l’autorizzazione a rilasciare interviste. “Non vorrei parlare di questa storia per un semplice motivo – dice sorridendo – sono stata autorizzata dall’azienda a rilasciare un’intervista su questo libro”.

Il giornalista, che ha ricevuto anche il sostegno della presidentessa Rai Marinella Soldi, non intende dire molto di più in un momento particolarmente teso. Esce dai microfoni se non per essere protagonista dell’evento torinese nelle vesti di scrittrice e per parlare del suo libro. “Il mio primo romanzo è una storia che era dentro di me e che ho vissuto quando ero adolescente. In quel momento ci sentiamo tutti insicuri e fragili”. “Ma se dovevo prendere posizione l’ho fatto anche da ragazza. Forse è per questo che non avrei mai potuto sposare il fascismo», aggiunge. Il romanzo ‘A te così dolce’ è un racconto autobiografico ambientato nella Roma degli anni ’80 in cui affronta anche il tema della transizione di genere.

“È una storia vera che fa parte della mia adolescenza. Mi è piaciuto far rivivere gli anni del disimpegno dall’edonismo di Reagan, gli anni in cui credevamo di essere capaci di tutto. Nella Roma borghese degli anni Ottanta, un ragazzo transgender all’epoca era davvero invisibile”.

 
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