Favino a Cannes è l’Abate Faria ne Il Conte di Montecristo. “Ci ha messo tutta la follia e il carisma che servivano” – .

Favino a Cannes è l’Abate Faria ne Il Conte di Montecristo. “Ci ha messo tutta la follia e il carisma che servivano” – .
Favino a Cannes è l’Abate Faria ne Il Conte di Montecristo. “Ci ha messo tutta la follia e il carisma che servivano” – .

CANNES – Il feuilletton serializzato di Alessandro Dumasil classico della vendetta della letteratura francese, il romanzo che con I tre moschettieri rese celebre lo scrittore (1802-1870) in tutto il mondo ed è ora un film, fuori concorso, al festival.


Per attivare l’iscrizione alla newsletter The Dreamers, dedicata al cinema e alle serie TV, clicca qui


Spettacolare, avvincente, con un cast di grande successo: al fianco del talentuoso Pierre Niney nel ruolo di Edmond Dantes, Anaïs Demoustier in quelli dell’amante Mercedes, Laurent Lafitte in quelli del procuratore de Villefort, Anamaria Vartolomei in quelli di Haydée, il protetto del conte. E per il ruolo iconico dell’abate Faria i registi Matthieu Delaporte E Alexandre de la Patellière Ho scelto Pierfrancesco Favinoche ha sfilato sulla Montée de Marche con il cast del film ma era assente alla conferenza stampa a causa del suo ruolo di giurato.

“Lo volevamo davvero come nostro abate, lo ammiriamo da molto tempo, è uno dei più grandi al mondo, per la sua interpretazione Il traditore avrebbe dovuto vincere tutti i premi possibili, non osavamo sperare che potesse farcela”, ha detto de la Patellière. “In comune con Pierre, entrambi attori straordinari, c’è il fatto che vedono la recitazione come un gourmandise (golosità, ndr), estremamente pronto all’ascolto e al gioco. Ha messo il suo talento al servizio di quelle scene lunghe e difficili. Abbiamo trascorso molti giorni in un buco, che era la cella della prigione”.

‘Il Conte di Montecristo’, Pierre Niney è Dantes, Favino è l’Abate Faria

Per rinfrescare i ricordi scolastici: nella Marsiglia del 1815 il più giovane capitano del suo tempo Edmond Dantes (Niney) viene tradito, incastrato e gettato in prigione da nemici e falsi amici. Lì, dopo anni di solitudine, incontra l’abate Faria (Favino) che gli rivela che sull’isola di Montecristo c’è un tesoro, nascosto nella tomba di un suo antenato, un cavaliere che custodiva il Santo Sepolcro. Dopo 14 anni di prigione – con Faria ormai morta – Edmond riesce a scappare e inizia il suo viaggio di vendetta. Che è profondamente convinto sia un viaggio di giustizia.

“Dopo il film sui Tre Moschettieri (di cui hanno firmato la sceneggiatura, ndr) abbiamo parlato quasi inconsciamente della possibilità di adattare Il conte di Monte Cristo – dice de la Patellière – siamo partiti come un razzo per dare inizio a qualcosa di pazzesco. A noi interessava raccontare Edmond come regista della sua vita: mette in scena la sua vendetta creando storie e personaggi come un cineasta, noi abbiamo provato a raccontare la sua storia con un’immagine multicolor. Abbiamo lavorato su una nuova generazione che si allontanasse dallo sguardo di Dantes e abbracciasse quello di Haydee, che è sua gemella nel desiderio di vendetta ma che invece fa prevalere in lei la redenzione attraverso l’amore”.

Jerome Prebois

Una grande interpretazione attoriale per Pierre Niney (che abbiamo apprezzato nel ruolo Yves Saint Laurent nel film biografico, la cui prova finale è Il libro delle soluzioni Di Michel Gondry) che a 35 anni incarna i vent’anni come i quaranta degli Edmond, così come i mille travestimenti che subisce. “È un grande dono per un attore passare dall’innocenza al tradimento della società e degli amici attraverso la sofferenza fisica e mentale, la disperazione e la follia, un personaggio che crede di essere sia dio che diavolo e si trasforma da vigilante a mostro. È stata un’esperienza molto emozionante e a volte filosofica”.

“Ho cercato di non pensare troppo al peso della figura letteraria – prosegue – Vengo dal teatro (Niney fa parte della Comédie-Française dal 2010) dove c’è passione e ossessione per i personaggi di Molière, di Racine, ho cercato di desacralizzare un po’ Dantes. Mi sono preparato imparando ad andare a cavallo, allenandomi in apnea con il campione del mondo di apnea che è francese e che mi ha insegnato alcuni trucchi.”

(afp)

Del lavoro con Favino racconta: “Ho avuto la sensazione di condividere con lui una cultura da tutelare recitando come un gioco d’infanzia – ha detto Niney – con il suo carisma, la sua voce profonda era capace di incarnare una figura paterna ma anche un po’ di follia di cui il personaggio aveva bisogno. Nei suoi occhi brillava quella scintilla di stoltezza e di follia che fa chiedersi se la storia del tesoro sia vera o frutto di una mente annebbiata. Quando si incontrano per la prima volta in cella tra loro si instaura un legame immediato, come due animali che si riconoscono al primo sguardo e si abbracciano. È stato un bellissimo momento della partita, sono stato onorato di aver lavorato con lui”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT i più attenti lo riconosceranno in 5 secondi – .