Il Caffè Gramellini | Romeo e Giulietta stanno bene – .

Il Caffè Gramellini | Romeo e Giulietta stanno bene – .
Il Caffè Gramellini | Romeo e Giulietta stanno bene – .

Cari Freud e Jung, vorrei presentarvi il caso di quei censors che vietarono agli adolescenti la più famosa storia d’amore adolescenziale, «Romeo e Giulietta», nell’ultima versione in scena a Londra e presto a Broadway. Per prima cosa hanno espulso dal testo ogni contenuto che potesse suonare inquietante, e chissà quanto avranno dovuto lavorare con le forbici per ripulire una tragedia piena di conflitti, trame e veleni. Ma anche censurando tutto ciò che era discutibile, non potevano cambiare il finale e lasciarlo andare Romeo e Giulietta per una crociera ai Caraibi. Così hanno fatto ai coetanei dei due amanti era vietato entrare nella stanza “perché non rimanessero turbati dal loro suicidio”.

Quindi liberiamoci delle biblioteche «I Promessi Sposi», con quello stalker di Don Rodrigo, e smettiamo di insegnare i poemi omerici nelle scuole, infestate da eroi poco raccomandabili. In effetti, fin dall’infanzia facciamo prevenzione, strappando la strega dai libri di fiabe Hansel e Gretel: non c’è bambino che non ne sia rimasto “disturbato”, e se servono testimoni, anche navigati, eccomi qui.

Da millenni si è affermata l’idea che il male debba essere raccontato per prenderne coscienza, e che il modo migliore per farlo fosse utilizzare il filtro delle parole. Freud e Jung, vi chiedo: cosa è successo alla testa di certi contemporanei da spingerli a credere che un ragazzo abituato a scorrere immagini estreme di ogni tipo sul suo cellulare potesse essere traumatizzato da Shakespeare?

 
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