le mutue sono tornate – .

di Enzo Bozza

27 MAGGIOCaro Direttore,
i padri della Costituzione conoscevano molto bene la situazione sanitaria italiana. Colpì soprattutto un aspetto fondamentale: la monetizzazione delle cure: i ricchi borghesi e i signori dei latifondi pagavano di tasca propria il medico, se ne avevano la possibilità. Alcuni stipulavano con il medico un vero e proprio contratto di assistenza: una somma fissa annua di denaro, e la fornitura di olio, grano e tutti i prodotti della terra di proprietà del signore, in cambio dell’assistenza medica. I poveri, segnalati come “indigenti” dal comune di residenza, potrebbero beneficiare di “servizi medici” gratuiti: un medico pagato dal comune, presente sul territorio giorno e notte per sette giorni su sette. I poveri non pagavano il medico ma dovevano comprare le medicine di tasca propria. Il medico poteva prestare i suoi servizi a tutti gli altri, che non fossero indigenti, nella libera professione.

Con queste limitazioni, la questione cruciale del trattamento era il denaro. Averlo o non averlo era la differenza tra la vita e la morte. Per questo l’articolo 32 della Costituzione, come afferma Beveridge, il deputato inglese che ha inventato la sanità pubblica: “per chi si ammala i soldi non saranno più un problema: paghi le tasse allo Stato e ci vorranno prendersi cura di te gratuitamente quando ne hai bisogno. La questione è fondamentale, tanto da essere alla base del concetto di Libertà. Un malato non è libero, non può esprimere ogni corollario della sua cittadinanza se è oppresso dalla malattia e da uno stato di necessità. La libertà è salute, perché corrisponde alla pienezza della vita umana, ma la salute è libertà se non diventa opprimente dipendenza economica, se non la si deve comprare vendendo anche i propri beni, come spesso è accaduto. Ma il passaggio verso l’assistenza gratuita è stato graduale in Italia, dopo l’assistenza sanitaria sono arrivate le mutue, un sistema di previdenza per categorie di lavoratori, ma con notevoli differenze nelle prestazioni erogate dalle casse mutue: alcune ricche, altre con il minimo consentito. Ma molto spesso si doveva pagare per qualche prestazione che non era prevista dalla cassa malattia.

Infine, la riforma sostanziale del 1978 con una Legge dello Stato che abolì le mutue e applicò integralmente il sistema Beveridge: cure gratuite per tutti.

Per mille ragioni siamo riusciti a ottenere una regressione istituzionale dalla potente vergogna governativa, se qualcuno fosse ancora capace di vergogna: il mercato privato, sempre attento a trovare cose rotte e saprofite, ha inventato una sorta di mutua assicurazione. Due note compagnie assicurative italiane offrono in tempi brevissimi un pacchetto completo di servizi sanitari con consulenze medico di base, specialistiche e diagnostiche che tolgono i cittadini dalla palude dei servizi pubblici. Le mutue sono tornate? Certo: i padri fondatori possono rivoltarsi nella tomba. Una cosa salta all’occhio: il mercato è sempre più veloce di qualsiasi sistema governativo, lo Stato langue? Il mercato, no. Lo Stato non trova le risorse? Il mercato sa sempre dove cercarli, mentre i sindacati dormono sui loro privilegi. E la Libertà? ai ricchi, come sempre.

Enzo Bozza
medico di base per i comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)

27 maggio 2024
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