l’intervista e quelle (strane) voci – Libero Quotidiano – .

Daniele Priori

18 giugno 2024

Buon vento. Un modo come un altro per salutarsi. Non poteva certo mancare l’ultimo atto della fiction politica di maggior successo degli ultimi mesi in Rai: il perfetto martirio immaginario. Muore con Serena Bortone che ha concluso la sua prima (e forse unica) stagione al timone del nuovo programma del fine settimana di RaiTre dal titolo evocativo: Chesarà… con i ellissi. «Sono stato onorato di lavorare con voi in questa nostra grande azienda di servizio pubblico. Ringrazio a casa, i telespettatori che ci hanno seguito e sostenuto e che sono cresciuti puntata dopo puntata. Vi auguro una buona estate e buon vento”, appunto. Che ci porti, o meglio, che ci porti dove non sappiamo. Quasi una domanda sommessa e desiderata al suo io più profondo. Cosa sarà…

Del resto Bortone, oltre che giornalista Rai, addetto stampa delle prima Primarie Pd e poi conduttore della classifica del pomeriggio di RaiUno, adesso è anche uno scrittore. Anche lei è stata apprezzata. E sottolineato anche dalla concorrenza, si legge nell’inserzione Mediaset, dove Serena, ammiccando in modo nemmeno troppo sottile, ha lasciato intendere alla sua intervistatrice Silvia Toffanin, conduttrice di Verissimo, che se fosse arrivata una chiamata da Cologno, sarebbe volata alla grande. correre da quel Viale Mazzini che le si è rivelato ingrato, l’unico rimasto a metterci la faccia. Almeno sul terzo canale. Cercando, quasi invano, di tenere alta la bandiera di una TeleKabul che, secondo la sinistra, muore o sopravvive senza identità. Ma Serena era lì. Come un martire senza possibilità di agitare la palma. Costretta a tacere, senza nemmeno poter postare un post sui social contro quell’azienda che prima l’ha allontanata dallo show pomeridiano di RaiUno, poi l’ha riposta negli armadi liberati dall’altro esule di lusso, Fabio Fazio.

DUBBI SUL FUTURO
Cosa farai invece, Serena? O meglio di lei, adesso, Che sarà… E chi lo sa. Se lo chiedono in tanti (soprattutto i blogger che si occupano quotidianamente di televisione, tanto meno la gente comune, più attenta alla data di inizio di Temptation Island. Ora che è finito il martirologio settimanale, è stata gettata anche l’ultima croce (quella del Decima Mas) alla guida di Vannacci e di vari partiti di destra (ovviamente fascisti), cosa resta da dimostrare al più antifascista degli antifascisti, Bortone?

Eppure se ci pensi, a modo suo – visti i risultati che stava ottenendo – era anche brava. Almeno è riuscita nell’impresa che fino al caso Scurati sembrava una missione impossibile: creare clamore, chiacchiere e dibattiti intorno alla sua trasmissione alla quale, prima del 20 aprile (simulato weekend di censura a Scurati) forse hanno guardato i suoi parenti e nemmeno tutti gli amici. . Una realtà dimostrata dai ripetuti picchi sotto il 3% di quota. Va detto che Antonio Scurati, lo scrittore autore della saga di M., era il partner perfetto del dramma politico. E il risultato, anche se non trascendentale, c’è stato comunque. Le secche della quota si sono un po’ ripopolate di teste. Niente di così trascendentale ma qualcosa si è mosso. Negli ultimi due mesi di messa in onda, infatti, Chesarà… ha tenuto testa alla media della rete, portandosi costantemente sopra il 4% di share e superando il 5% nel pieno del caso Scurati e poi nella puntata del 2 giugno scorso, fino per chiudere con un quasi trionfante 6,11% di media e 908mila spettatori nel gran finale di stagione.

E poi, infine, Serena Bortone, nonostante l’Auditel e il grande clamore suscitato da un comizio permanente, fino ad oggi nessuno l’ha messa in discussione. Si vocifera che, in effetti, l’ultima, un po’ maliziosa, intervista all’amministratore delegato uscente Roberto Sergio non sia stata accolta molto bene nemmeno dallo stesso partito politico da cui Serena si sente perseguitata. La giornalista, infatti, ha precisato, prima dei suggestivi saluti, che se non ci fossero stati i fascisti lei avrebbe lavorato in silenzio. Ma se non ci fosse quella Rai che le amiche continuano a chiamare TeleMeloni, facendola lavorare, chi se ne preoccuperebbe? Chissà se Serena se lo è chiesto davvero fino in fondo.

 
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