“Filosofo per un giorno”. Cioè un momento di formazione e di scambio. Ma soprattutto, una grande festa che ha coinvolto i ragazzi del Liceo Classico “Filippo Antonio Gualterio” e i bambini della Scuola Primaria “Luigi Barzini” di Orvito per l’attività conclusiva del progetto “FilosoFare”, edizione 2023/2024. L’iniziativa, ideata all’interno del laboratorio storico-filosofico coordinato dai docenti Angelo Marocco e Chiara Scurti, con il supporto della direttrice della scuola, Cristiana Casaburo, ha avuto come suggestiva cornice il cortile dello storico istituto cittadino.
Qui piccoli e grandi filosofi hanno avuto la possibilità di porsi e porsi delle domande. Senza banchi, e seguendo l’esempio dei Peripatetici di cui è stata raccontata la storia, tutti si sono impegnati in una serie di giochi didattici per dare forma ai concetti e affinare i meccanismi della mente. Insomma, un laboratorio di filosofia praticato all’aperto attraverso la curiosità e gli occhi dei bambini che si sono divertiti a pensare con l’aiuto dei più grandi, immaginando mondi e prospettive apparentemente astratte e lontane, ma in realtà più che mai necessarie per i cittadini di domani.
Perché l’obiettivo della mattinata, condiviso da tutti i docenti, era quello di creare una parentesi dedicata a piccoli esercizi di meraviglia: lettura di racconti, esperienze ludiche, invenzione di storie e sfide mentali dove l’interazione, anche dialogica, diventasse uno strumento per stimolare il pensiero e sviluppare la comprensione reciproca, la condivisione, i processi di sviluppo integrato del sé e la partecipazione alla vita sociale. Divisi in gruppi, a colpi di fantasia e immaginazione, i bambini sono stati guidati dai giovani studenti delle scuole superiori in un percorso di discussione che insegna le domande, la sospensione del giudizio, l’incontro con l’ignoto e l’attenzione sempre attiva e propositiva verso gli altri e il mondo contesto intorno a noi.
E se da piazza Marconi, sotto la guida delle maestre Claudia Libertazzi e Francesca Olimpieri, sono arrivati con un grande domino filosofico in dono alla scuola degli adulti, i bambini hanno ricevuto, contestualmente, il diploma di “filosofo per un giorno” ” rigorosamente personalizzati: nascono infatti filosofi con tutti i loro perché che non necessitano necessariamente di una risposta. Dopotutto, fare filosofia non significa quasi mai conoscere soluzioni, tanto meno definitive. “Un problema filosofico ha la forma: non riesco a capirlo”, scriveva nelle Ricerche filosofiche Ludwig Wittgenstein, uno che di filosofia ne capiva un po’ e che tra l’altro lavorò anche come maestro elementare.
IISACP
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