Quanto guadagnerà chi giocherà la nuova Champions League – Il Post – .

Jude Bellingham e i giocatori del Real Madrid festeggiano dopo aver eliminato il Manchester City nei quarti di finale della Champions League 2023-2024 (Naomi Baker/Getty Images)

L’anno prossimo saranno 5 le squadre italiane nella massima competizione europea, che in totale distribuiranno quasi 2,5 miliardi di euro, suddivisi in tre voci

Dalla stagione 2024-2025 la Champions League maschile cambierà formato e il numero delle partecipanti passerà da 32 a 36 squadre: e grazie ai risultati nelle coppe europee, l’anno prossimo la Serie A porterà cinque squadre invece di quattro nel girone principale competizione continentale per club. È importante a livello competitivo e di prestigio, ma anche economico, perché qualificarsi alla Champions League e poi avanzare nella competizione porta tanti soldi alle squadre.

Come spiegato in una circolare Uefa diffusa lo scorso marzo, le 36 squadre che l’anno prossimo giocheranno la Champions League si spartiranno (non in parti uguali) quasi due miliardi e mezzo di euro (2 miliardi e 467 milioni, di cui 30 milioni per il Supercoppa Europea), divisa in tre iscrizioni. Il 27,5% (670 milioni) come quota di partecipazione, il 37,5% (914 milioni) in base ai risultati della competizione e il restante 35% (853 milioni) per una voce che riunisce il valore del mercato della squadra nel Paese e la sua ranking, ovvero i risultati europei degli ultimi anni.

(Marco Luzzani/Getty Images)

La quota di partecipazione è uguale per tutti i club, quindi i 670 milioni dovranno essere divisi per 36. Ciò significa che ogni squadra che si qualificherà alla Champions League avrà diritto a un premio di 18,62 milioni di euro.

Per quanto riguarda i risultati del concorso, ci saranno premi per ogni incontro, in particolare 2,1 milioni per la vittoria e 700mila euro per il pareggio. L’anno prossimo le squadre verranno divise in quattro gironi da 9 (si giocheranno quindi minimo otto partite), ma alla fine verrà formata un’unica classifica, dal primo al 36esimo posto. Si qualificheranno alla fase ad eliminazione diretta le prime otto classificate di questo unico girone; le squadre che passeranno dalla nona alla ventiquattresima posizione, invece, si giocheranno la qualificazione in uno spareggio di andata e ritorno. I primi otto della classifica riceveranno altri 2 milioni di euro ciascuno, mentre quelli dal nono al sedicesimo 1 milione ciascuno.

Inoltre verranno assegnate anche 666 azioni da 275mila euro: il numero di azioni a cui avrà diritto ciascuna squadra aumenterà in base alla posizione in cui arriverà. L’ultima in classifica, la 36esima, riceverà solo una quota, quindi 275mila euro; il primo in classifica riceverà 36 azioni da 275mila euro, quindi 9,9 milioni di euro in totale.

Superata la prima fase, ad ogni fase le squadre riceveranno nuovi premi in denaro, in particolare: 1 milione di euro per ogni squadra che si qualifica ai playoff, 11 milioni per la qualificazione agli ottavi, 12,5 milioni per i quarti. finali, 15 milioni per le semifinali, 18,5 milioni di euro per ogni squadra che arriva in finale. Infine, il vincitore riceverà altri 6,5 milioni di euro (a cui vanno aggiunti 4 milioni per la qualificazione alla Supercoppa Europea, che si gioca tra la vincente della Champions League e la vincente dell’Europa League).

Erling Haaland e Vinícius Júnior: Manchester City e Real Madrid hanno vinto le ultime due edizioni della Champions League (David Ramos/Getty Images)

Il terzo punto, come accennato, riguarda ciò che in inglese viene chiamato valore, ovvero il valore del club, ed è la somma del suo valore di mercato nel Paese di riferimento e dei suoi risultati in Europa. Fino a quest’anno queste due voci (market pool e classifica storica) erano separate, ora invece sono state unite, e nel complesso varranno un po’ meno di prima: da 900 a 853 milioni circa, mentre i soldi distribuiti per i risultati ( prima valevano circa 600 milioni, ora 914).

Gli 853 milioni di valore essi sono ripartiti tra i 36 club partecipanti alla Champions League in proporzione alla vendita dei diritti televisivi nei mercati UEFA (la cosiddetta “parte europea”) e negli altri mercati (“parte extra europea”). Il rapporto tra i partiti europei ed extraeuropei lo si saprà solo quest’estate perché si baserà sui contratti stipulati tra i club e i broadcaster entro il 1° luglio 2024. Una volta costituiti i due partiti si stanziano i soldi , in maniera complessa e differenziata per la parte europea ed extraeuropea.

Per quella europea (che sarà sicuramente la più numerosa) i vari paesi delle squadre partecipanti verranno classificati in base al contributo che le emittenti nazionali daranno agli introiti media complessivi della competizione. Ad esempio, se l’Inghilterra è il Paese in cui i diritti TV valgono di più, verrà classificata al primo posto, e così via. A quel punto le singole squadre di ogni Paese verranno classificate tra loro in base alla loro qualificazione ai gironi delle competizioni europee degli ultimi cinque anni (otterranno 3 punti per ogni Champions League giocata negli ultimi cinque anni, 2 per ogni Europa League). League e 1 per ogni Conference League).

Leroy Sané del Bayern Monaco, una delle quattro squadre qualificate per le semifinali di Champions League (Alexander Hassenstein/Getty Images)

Ad esempio, se l’Inghilterra è prima e quattro squadre si qualificano, verranno classificate dalla prima alla quarta in base alla loro partecipazione europea negli ultimi cinque anni. Ipotizzando poi che l’Italia sia al secondo posto in termini di contributo portato dai diritti televisivi: a quel punto le cinque squadre italiane in Champions League si classificheranno dal quinto al nono posto, e così via per i 36 club partecipanti. L’Inter, che negli ultimi 5 anni si è sempre qualificata alla Champions League, otterrà 15 punti (il massimo) e sarà quindi prima tra le italiane. Ma non è finita qui.

Verrà infatti stilata anche un’altra classifica dei 36 club partecipanti, questa volta basata sul ranking UEFA degli ultimi cinque anni (non solo sulla partecipazione alle coppe europee, ma anche sui risultati ottenuti nelle varie competizioni). Verrà poi fatta la media delle due classifiche, quella del valore del mercato televisivo e quella del ranking, e verrà stilata una classifica definitiva dei 36 club. A questo punto l’importo complessivo della parte europea (che, come detto, non è ancora noto) verrà suddiviso in 666 quote, e ridistribuito proporzionalmente in base alla graduatoria. La prima squadra riceverà 36 quote, l’ultima solo 1. In sostanza, più una squadra appartiene a un Paese dove valgono i diritti televisivi per le coppe europee, e quanto meglio ha fatto nelle coppe europee negli ultimi anni, più soldi riceverà. guadagnare dalla voce valore.

La parte extraeuropea, però, non prende in considerazione i diritti televisivi, ma solo la classifica, basata però sulle ultime dieci stagioni europee, anziché cinque. Anche qui ci sarà una classifica dal primo al 36° posto, con le consuete 666 quote divise proporzionalmente. Nel complesso, quindi, le squadre dei campionati più ricchi, che hanno ottenuto buoni risultati in Europa negli ultimi anni e che avanzeranno nella competizione l’anno prossimo, potranno guadagnare cifre superiori ai 100 milioni di euro giocando in Champions League. , a cui si aggiungeranno tanti altri ricavi (biglietti, diritti televisivi, merchandising).

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