«Il controllo dei vertici Rai diventa ogni giorno più soffocante»: la dichiarazione dei giornalisti Rai letta in tv dopo il caso Scurati. L’azienda: “Nessuna censura” – .

«Il controllo dei vertici Rai diventa ogni giorno più soffocante»: la dichiarazione dei giornalisti Rai letta in tv dopo il caso Scurati. L’azienda: “Nessuna censura” – .
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Il comunicato dell’Usigrai, letto anche questa volta in diretta al telegiornale, è diventato subito virale sui social

A pochi giorni dal comunicato letto dai giornalisti dei principali telegiornali nazionali, in cui l’assemblea dei comitati di redazione ha proclamato lo stato di agitazione, esprimendo particolare preoccupazione per l’autonomia del servizio pubblico rispetto alla politica, il caso Oscurarsi, il cui monologo previsto per il 25 aprile su Rai3 è stato cancellato, commuove ancora i giornalisti della compagnia. In una dichiarazione Usigrairiletta in diretta al telegiornale e subito diventata virale sui social, i cronisti di Viale Mazzini parlano di un “controllo dei vertici Rai sulle informazioni di servizio pubblico” che “è fatto ogni giorno più soffocante“.

“Dopo aver svuotato due canali della loro identità, i gestori nominati dal Governo ora intervengono bloccando anche gli ospiti indesiderati, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo il 25 aprile, su una rete, Rai3, il cui palinsesto è ormai distorto e irriconoscibile ai telespettatori – scrivono i giornalisti – La stessa azienda che per il programma ha speso 6 milioni di euro Andiamo gente, adduce ora ragioni economiche per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti”. Infatti scrive Usigrai“Siamo di fronte ad un sistema di controllo pervasivo viola i principi del lavoro giornalistico“. Per questo, ribadiscono i giornalisti, il Cdr mercoledì ha proclamato lo “stato di agitazione” e approvato “5 giorni di sciopero”. “Noi – concludono rivolgendosi direttamente ai telespettatori – ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e ci battiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale”.

Immediata è stata la risposta dell’azienda, il cui comunicato è stato letto a seguito del comunicato sindacale. Viale Mazzini sottolinea che “nessun controllo sulle informazioni e nessuna censura è stata effettuata dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori” e che la Rai “è patrimonio di tutti gli italiani e oggi più che mai esprime i valori del pluralismo e della libertà di espressione”. “Lo sforzo dell’azienda – scrive ancora nella nota – è quello di aggiungere, innovare, sperimentare nuovi contenuti e nuove narrazioni, aggiungere opinioni, idee e punti di vista significa essere ancora più pluralista di quanto lo sia stata la Rai in passato”. Nel merito della vicenda Scurati, la Rai sottolinea inoltre che “nessuno ha mai messo in dubbio la possibilità di una partecipazione di Antonio Scurati al programma Chesarà condotto da Serena Bortone, la cui presenza era stata ampiamente annunciata” e parla di “tentativo di sfruttamento con sterile polemiche, un caso costruito dal nulla” che “rischia di vanificare il grande impegno” profuso dall’azienda in questi mesi. Non è chiaro però il motivo per cui, se la partecipazione dello Scrittore non è mai stata messa in discussione, il suo intervento è stato annullato.

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Dopo la risposta dell’azienda e il commento che l’amministratore delegato della Rai, RobertoSergio, ha rilasciato alla Stampa, in cui è rimasto scioccato da quanto accaduto, assicurando che la questione “non finirà qui”. Usigrai ha inviato una lettera all’amministratore delegato. Il significato è chiaro: “Non è mai troppo tardi per cambiare rotta”.

“Caro amministratore delegato, leggiamo una sua intervista pubblicata oggi sul giornale La stampa riguardo alla censura del monologo di Antonio Scurati. Il titolo riporta questa virgoletta: ‘Vogliono distruggere la Rai. Adesso chi ha sbagliato paga. Nessuno mi ha informato di quello che stava succedendo.’ Se vuoi difendere l’azienda, hai il dovere di dire chi vuole distruggerlo – scrivono i giornalisti a Sergio – E di difenderlo. Anche perché quello che sta accadendo oggi – sottolinea Usigrai – è il risultato prevedibile delle scelte fatte in questi mesi. Per questo abbiamo il dovere di ricordarvi che il suo primo atto da amministratore delegato è stato quello di nominare direttore generale una persona che nel 2019 definì l’antifascismo “una caricatura paradossale”. E bisogna ricordare che – giusto per limitarci agli ultimi giorni – all’interno dell’ufficio Approfondimenti sono state prese decisioni che minano la credibilità e l’autorevolezza della Rai. Dalla scelta di parlare di aborto a Porta a Porta con 8 ospiti tutti maschi, alla decisione di cancellare metà delle repliche estive di Report. E ora la rescissione del contratto di Antonio Scurati per ‘motivi editoriali’. Così come bisogna ricordare che il direttore dell’Insight è stato scelto da voi. E non ci furono conseguenze quando sul palco di Atreju definì Fratelli d’Italia ‘il nostro partito’”. Ma, dicono i giornalisti, sperando in una presa di coscienza da parte di Sergio, “non è mai troppo tardi per cambiare rotta. Quindi aspettiamo le “misure drastiche” annunciate”. In riferimento alla risposta dell’azienda che parlava di “sfruttamento”, a differenza di Sergio che ha sottolineato come il caso sia “surreale”, i giornalisti dovrebbero chiedersi quale sia la linea dell’azienda: “La risposta parla di un ‘tentativo di sfruttare con sterili polemiche un caso fatta dal nulla’, mentre sulla Stampa la definisce ‘una questione che non può finire qui’ e annuncia ‘misure drastiche’. Allora qual è la valutazione dell’azienda?”.

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