Esplosione Suviana. I due progetti di svuotamento della centrale – .

Esplosione Suviana. I due progetti di svuotamento della centrale – .
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In un caso l’acqua verrebbe eliminata più velocemente ma con costi elevati, nell’altro ci vorrebbero almeno tre mesi. Prima delle operazioni di svuotamento, i sommozzatori dovranno intervenire per chiudere la paratia da cui entra l’acqua

Dall’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi lo scorso 9 aprile, che causò il morte di 7 lavoratoriL’cascata del lago continuava ad entrare nei piani interrati della struttura. Nei giorni scorsi sono stati individuati i due punti di ingresso dell’acqua, ovvero una sorgente e una una paratia mobile restava aperta dopo l’esplosione, la maggior parte dell’acqua trovata qui è entrata al piano -8. Lo stesso prefetto di Bologna ha spiegato la dinamica dell’entrata dell’acqua Attilio Visconti venerdì scorso, 19 aprile, in un incontro con la stampa nel corso del quale sono stati esposti anche i due possibili progetti di svuotamento dell’acqua dell’impianto. Per portare a termine operazioni molto complesse ci vorrà molto tempo, almeno tre mesi, hanno spiegato dalla prefettura.

Bloccare l’ingresso dell’acqua
Per procedere allo svuotamento della centrale di Bargi sarà necessario attendere che venga bloccato il flusso all’ingresso. Coloro che saranno incaricati di questo compito saranno dei subacquei pagato dal gestore, Enel Green Power, che dovrà chiudere manualmente la paratia il cui sistema automatico è stato compromesso dall’esplosione. Sarà possibile avviare l’operazione solo quando il livello dell’acqua nell’impianto sarà compreso tra 80 centimetri e un metro inferiore a quello del lago. Nel corso dell’incontro in prefettura, il prefetto Visconti ha spiegato ai giornalisti che secondo le previsioni dei tecnici questa situazione arriverà tra il 4 e il 5 maggio. Da quel momento, una volta chiusa la paratia si possono iniziare i lavori svuotamento della centrale elettrica.

Due piani
Attualmente esistono in campo due modalità di svolgimento delle operazioni e la loro durata dipenderà da quella scelta. Da un lato quello più veloce, che è anche il più costoso, comporta l’uso di a macchinari che pulirebbero l’acqua inquinata dalle sostanze oleose e detriti con un sistema di filtraggio a poi reintrodurlo direttamente nel lago di Suviana. Il problema in questo caso sta nel reperimento del complesso macchinario: potrebbero infatti essere necessari tempi di attesa lunghi. E qui entra in gioco il secondo metodo, quello più lungo, cioè trasporto tramite cisterne così il la pulizia dell’acqua avverrebbe in un secondo momento in un sito idoneo alla depurazione. Un metodo che lo stesso prefetto ha definito “terribile”. Secondo le stime tecniche, infatti ogni giorno potrebbero essere utilizzate fino a 75 cisterne e sarebbero necessari per completare l’operazione almeno tre mesi. Al di là dei tempi e dei costi, “l’utilizzo delle autocisterne è visto di buon occhio dal prefetto per il conseguenze sulla viabilitàcosa che sarebbe particolarmente sentita nei mesi estivi visto che l’Appennino è una meta turistica” si legge in un articolo de Il Post. I tempi di successo di uno dei due piani proposti potrebbero aumentare a seconda di quando e se i subacquei riusciranno a chiudere la paratia del piano -8. Se falliscono, sarà necessario escogitare un metodo diverso. In ogni caso Visconti ha precisato che il lago di Suviana non verrà svuotato.

Rosso/cb
(Fonte: Il Post, Comando provinciale Vigili del Fuoco di Bologna)

Tag: Suvian esplosione progetti vuoto energia pianta

 
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